GORDON BROWN
(ANSA) - Il Washington Post ha aggiunto oggi un nuovo tassello al mosaico di accuse contro il suo editore Will Lewis di aver violato i codici etici dei media quando oltre una decina di anni fa lavorava con il gruppo Murdoch. In una dichiarazione al giornale della capitale americana, l'ex premier Gordon Brown ha chiesto a Scotland Yard di indagare sulla condotta di Lewis e della sua ex boss a News International Rebekha Brooks, una stretta collaboratrice di Rupert Murdoch, nel cosiddetto Tabloidgate, lo scandalo delle intercettazioni che nel 2011 porto' a un inchiesta parlamentare e alla chiusura del tabloid del gruppo News of the World.
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Il leader laburista, a Downing Street dal 2007 al 2010 e anche lui una vittima dell'hackeraggio, ha detto al Post che Lewis e la Brooks "sono coinvolti nella distruzione di milioni di email vitali per l'inchiesta penale sulle intercettazioni" di vip della Corte, della politica britannica e dello spettacolo da parte dei tabloid del gruppo. Secondo Brown, i due executive a parole affermavano di voler ripulire il campo, ma in realta' "erano impegnati in un insabbiamento".
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Per parte sua, un portavoce del gruppo editoriale di Murdoch in Gran Bretagna, che oggi si chiama News UK, ha accusato Brown di "basarsi su un quadro parziale e incompleto della situazione" e di "nutrire animosita'" nei confronti dell'azienda mediatica. Lo scandalo delle intercettazioni e' tornato di attualita' a Londra dopo che un giudice ha autorizzato il principe Harry e altre celebrita' a far sentire la propria voce in un processo contro News Group Newspapers che dovrebbe prendere il via in gennaio accusando Lewis di aver insabbiato le prove delle intercettazioni.
Nei giorni precedenti alle dimissioni da direttore del Washington Post, la prima donna al timone del quotidiano del Watergate, Sally Buzbee, aveva litigato con Lewis dopo averlo informato che stava per fare il suo nome in un articolo sulla vicenda: l'editore le aveva chiesto di non farlo perche', a suo avviso, "non avrebbe fatto notizia".
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