Mario Ajello per il Messaggero
carlo fuortes foto di bacco
Era stato Carlo Calenda, mesi fa, a fare il nome di Carlo Fuortes, soprintendente del teatro dell' Opera e manager culturale tra Auditorium e tutto il resto. Aveva pensato a lui il leader di Azione come possibile sindaco di Roma da schierare nel voto del maggio prossimo come esponente delle forze progressiste anti-destra.
Ma Fuortes disse di voler continuare a fare quello che fa e allo stesso tempo il Pd - che ancora non aveva preso in mano il dossier Comune di Roma e tuttora non sa come maneggiarlo - non plaudì all' idea. Adesso però, come per paradosso, il nome di Fuortes lanciato a suo tempo da Calenda torna a circolare a sinistra, dove vige l' incertezza più totale sul nome da mettere in campo e anche sullo schema di gioco (con i 5 stelle ma non con Raggi o da soli ma senza avere ancora il candidato possibile?), come personaggio magico.
raggi fuortes calenda
In presenza del quale, Calenda rinuncerebbe alla propria corsa, visto che fu l' ex ministro a prediligerlo per primo, Renzi sarebbe contento perché Fuortes non ha targa Pd e i 5 stelle se non al primo turno potrebbero votarlo al secondo, visto che la Raggi ha stima di lui. Peccato soltanto che mentre il nome del nuovo Carlo gira, l' altro Carlo (Calenda) ormai è partito nella sua campagna elettorale e non rinuncerebbe davanti a niente e a nessuno (a parte forse a una candidatura diretta di Zingaretti). Morale della favola? Che la scelta dell' eventuale sindaco non è una favola ma ormai un incubo in casa Pd.
raggi carlo fuortes foto di bacco (1) carlo fuortes foto di bacco (2)