1- UNICREDIT L'ADDIO DI RAMPL - LE FONDAZIONI PUNTANO SU UN ITALIANO NUOVO PRESIDENTE
Francesco Manacorda per "la Stampa"
Colpito e affondato. Colpito dalla freddezza mostrata dalle Fondazioni azioniste verso una sua riconferma, il presidente dell'Unicredit Dieter Rampl si dichiara ieri, al termine di un cda teso e lungo sei ore, «non disponibile per un ulteriore mandato». Si aprono così ufficialmente i giochi per il nuovo presidente.
Un presidente che si annuncia italiano e che potrebbe arrivare dal mondo accademico, ma anche avere sembianze più familiari. Fabrizio Palenzona, oggi vicepresidente di Unicredit, si è già detto non disponibile per la presidenza. Ma se dai soci dovessero arrivare sollecitazioni non è detto che la sua resistenza sarebbe strenua.
A dieci giorni da quel sabato in cui - parlando al Forex di Parma - Rampl aveva di fatto lanciato la sua candidatura per un terzo round, legandola però alla condizione che lo volessero «tutti gli azionisti», la ritirata suona comunque clamorosa.
Federico Ghizzoni ROBERTO NICASTRO DIETER RAMPL UNICREDITIl presidente tedesco paga il suo desiderio di ridurre drasticamente il numero di consiglieri d'amministrazione della banca, che oggi sono a quota 23 - e anche di questo si è parlato ieri in cda - ma in sostanza pesa anche la rottura di un rapporto con le Fondazioni azioniste, alcune delle quali lo accusano pure di non aver saputo presidiare al meglio i rapporti con le autorità tedesche.
Così, al di là dei «più sentiti ringraziamenti» di prammatica del cda, la spaccatura segna anche simbolicamente la fine di un ciclo - espansione europea, guida di Alessandro Profumo, condizioni del credito più facili in tutto il mondo - e il pieno ingresso di un altro ciclo destinato ad essere più domestico.
Fabrizio Palenzona e Dieter RamplMentre l'amministratore delegato Federico Ghizzoni rimane infatti saldo nelle sue funzioni, con il sostegno dei soci che hanno appena sottoscritto l'aumento di capitale da 7,5 miliardi, il rinnovo dell'intero consiglio in programma per maggio porterà infatti con ogni probabilità a un presidente italiano.
Questa, almeno è l'intenzione delle Fondazioni azioniste, che nel complesso pesano per il 12% circa del capitale, unite ad alcuni soci privati, da Maramotti ai nuovi entranti Caltagirone e Della Valle. Sarà proprio questo nuovo «nocciolo duro» a mettere mano alla lista di maggioranza per il nuovo consiglio d'amministrazione, sfilando il gioco di mano a Rampl.
E, pur con le necessarie aperture ai soci internazionali che dopo l'aumento si sono rafforzati - il fondo arabo Aabar è il primo azionista con il 6,5% del capitale - c'è da scommettere che proprio le Fondazioni continueranno a tenere in mano saldamente il cda. Del resto il consiglio che ieri ha spodestato Rampl è stato preceduto proprio da un vertice degli enti azionisti dal quale è emersa chiara la voglia che il presidente facesse un passo indietro.
DAGOSPIA DEL 16-2-2012 - LA BATTAGLIA DI PRIMAVERA DI PALENZONA HA DUE OBIETTIVI PRECISI: LA SOSTITUZIONE DI RAMPL E QUELLA DEL VECCHIO COMBA - L'ASSE CON CALTARICCONE, VIA CORSICO, PER LA CONQUISTA DI UNICREDIT
http://www.dagospia.com/rubrica-4/business/1-la-battaglia-di-primavera-di-palenzona-ha-due-obiettivi-precisi-la-sostituzione-di-35619.htm
Gli uscieri di piazza Cordusio hanno le idee assolutamente chiare sulle intenzioni di Fabrizio Pallenzona, l'ex-camionista di Novi Ligure e vicepresidente della banca che si sta agitando in funzione del futuro organigramma.
Per loro che hanno le antenne lunghe e sensibili ai movimenti della finanza e della politica, il massiccio banchiere ormai punta decisamente alla presidenza per sostituire Dieter Rampl, il tedesco dai dentoni sporgenti che dopo l'aumento di capitale da 7,5 miliardi si è indebolito per l'arrivo dei nuovi soci e del gruppetto dei patrioti italiani Della Valle, De Agostini, Del Vecchio e Caltagirone (per gli amici Caltariccone).
Secondo gli uscieri questa cordata è stata rimessa in piedi da Pallenzona con il preciso intento di conquistare la poltrona più alta dell'Istituto dove con la sua abilità manovriera e con il tessuto delle relazioni è convinto di poter mettere in riga l'amministratore delegato Federico Ghizzoni.
Farhat Omar BengdaraIl disegno è ambizioso e fa storcere la bocca a chi pensa che al vertice della banca più europea d'Italia possa arrivare un uomo che si porta alle spalle una storia di natura prevalentemente politica. Ma a quanto pare Pallenzona ha metabolizzato queste obiezioni e sta dedicando il massimo impegno per raggiungere l'obiettivo. La versione che corre fa riferimento all'asse che avrebbe stabilito con Caltariccone convincendolo a spostare da MontePaschi a Unicredit i suoi interessi. E c'è chi dice che il tramite tra i due personaggi sia stato Fabio Corsico, il 39enne assistente dell'imprenditore romano che dal 2008 siede tra i consiglieri di Crt, la Cassa di risparmio di Torino dove Pallenzona esercita un'influenza determinante.
Ora, senza togliere alcun merito a Corsico, che nel 2001 è stato capo della segreteria tecnica di Giulietto Tremonti ed è l'autore insieme a Paolo Messa del libro sulle Fondazioni "Da Frankenstein a Principe Azzurro", bisogna dire che Caltariccone non è un uomo che si fa condizionare da chicchessia. Se fin dal giovane lo chiamavano "il cattivo" questo si deve alla sua personalità autoritaria che lo porta a curare i suoi interessi in maniera assolutamente autonoma. D'altra parte Pallenzona ha un rapporto con il Calta cementato negli anni grazie anche all'apporto di altri personaggi come Cesarone Geronzi e Pierfurby Casini.
Sarebbe comunque un errore pensare che i neuroni e la fibra robusta di quest'uomo siano impegnati soltanto sulla presidenza di Unicredit. Nella sua agenda c'è anche il problema della presidenza alla Crt torinese dove nelle prossime settimane si deve decidere di mandare a casa Andrea Comba, il giurista nato a Torino nel 1936 che è presidente della Fondazione Crt dal 1994.
PALENZONALe avvisaglie del ribaltone si sono percepite all'inizio di dicembre quando Crt ha confermato con una lettera l'intenzione di sottoscrivere l'aumento di capitale di Unicredit ponendo peraltro il problema di un cambiamento di rotta rispetto al passato. Quella lettera, secondo alcuni, era stata interpretata come un siluro di Comba e di altri consiglieri nei confronti di Pallenzona, poi l'aumento di capitale è stato sottoscritto con una quota del 3,5%, e con imbarazzo di Comba la richiesta di cambiamento è rientrata.
Le ultime notizie dicono che adesso in pole position per la Fondazione torinese sia Enzo Ghigo, l'ex-dirigente di Pubblitalia-Fininvest che è entrato nel Parlamento nel '94 e sei anni dopo è diventato presidente della Regione Piemonte.
La battaglia di primavera del massiccio Pallenzona ha quindi due obiettivi precisi: la sostituzione di Rampl e quella del vecchio Comba. In almeno una delle due uscirà vincitore.
DAGOSPIA DEL 21-2-2012 - PINOCCHIO PALENZONA ANNUNCIA: RIMETTIAMOCI A DIETER - IL BOSS DI UNICREDIT FA L'ABILE MOSSA DI CHIAMARSI FUORI DALLA CORSA PER LA PRESIDENZA UNICREDIT A FAVORE DELLA RICONFERMA DI DIETER RAMPL - TANTO IL DEMOCRISTIANONE SA BENE CHE LE FONDAZIONI, DA LUI MANOVRATE, INSIEME AI SOCI CHE HA FATTO ENTRARE IN UNICREDIT (IN PRIMIS CALTAGIRONE) PROPORRANNO UN LORO CANDIDATO ITALIANO CONTRO RAMPL - E TRA I DUE CANDIDATI, PALENZONA GODE...