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    COLPO IN FUMO A CASA DI GIANNI RIVERA – L'INCENDIO DELLA CASSAFORTE COSTRINGE ALLA FUGA I LADRI CHE AVEVANO FATTO IRRUZIONE NELLA CANTINA DELL'EX "GOLDEN BOY" IN PIENO CENTRO STORICO A ROMA - I DUE ALBANESI SONO STATI ARRESTATI POCO DOPO MENTRE UN LORO COMPLICE E' RIUSCITO A FUGGIRE - RECUPERATI TUTTI I TROFEI, I CIMELI E IL CONTANTE TRAFUGATI...


     
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    Valentina Errante per "il Messaggero"

     

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    Chissà a che cifra avrebbero potuto rivendere quel bottino se il colpo fosse riuscito e chissà se i due albanesi, arrestati all'alba di sabato, fossero finiti per caso in quella cantina, a due passi da via dei Coronari: armati di fiamma ossidrica per scassinare l'armadio blindato a sei ante dove Gianni Rivera, l'ex bomber, entrato nella hall of fame del calcio italiano e poi finito in politica, custodisce tutti i suoi cimeli, una vita di trofei e successi con la maglia rosso nera e azzurra, che hanno fatto sognare intere generazioni. Non gli è andata bene.

     

    Gli agenti del commissariato Trevi li hanno bloccati, per caso, dopo che i vigili del fuoco erano intervenuti per spegnere l'incendio scoppiato nel magazzino. Erano stati costretti a fuggire portando via poca roba, forse se le fiamme e il fumo non li avessero costretti a interrompere il furto sarebbero davvero riusciti ad andare via con un tesoro.

     

    Quando la polizia li ha fermati avevano solo un Trofeo Golden crown, una targa Milan club Gianni Rivera, la maglia originale numero 11 di Ibrahimovic e una targa della Lega nazionale dilettanti regalata all'ex bomber. Oltre a 6.345 euro in contanti. Un complice è riuscito a fuggire, ma i due, classe 88 e 92, alla fine, sono stati processati per direttissima la stessa mattina. Hanno continuato a negare.

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    IL PROCESSO Il pm aveva chiesto la custodia cautelare in carcere e invece, dopo la convalida dell'arresto in flagranza, il giudice li ha rispediti a casa con l'obbligo di firma, il divieto di allontanarsi da Roma e di uscire da casa dalle 20 alle 8 del mattino. Torneranno in aula a febbraio.

     

    L'ARRESTO Erano le passate da poco le 3 del mattino di sabato quando gli agenti, passando da Lungotevere Marzio, all'altezza di piazza Fiammetta, si sono accorti di quei due uomini che stavano fermi davanti a una Fiat Panda. Si sono avvicinati, vagamente insospettiti, e hanno chiesto cosa ai due albanesi cosa stessero facendo. Un controllo banale, durante il quale uno dei due, però, ha tirato fuori dal giubbotto la maglia di Ibrahimovic, sostenendo di averla trovata per terra.

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    E così, visto che entrambi avevano precedenti, i poliziotti hanno perquisito l'auto, trovando i soldi e gli altri oggetti. Proprio mentre era in corso il controllo, dalla sala operativa arrivava la notizia dell'incendio, a pochi metri, nel magazzino, provocato dalla fiamma ossidrica utilizzata per scassinare un armadio blindato.

     

    Un testimone, pochi minuti prima che le fiamme divampassero, mentre fumava una sigaretta aveva visto due uomini per strada e un terzo che li raggiungeva con un grande borsone. Soltanto dopo che i tre si erano allontanati, il testimone si era accorto del fumo e che le fiamme stavano avvolgendo il locale dal quale aveva visto uscire la terza persona con il borsone.

     

    gianni rivera con il pallone d'oro gianni rivera con il pallone d'oro

    LA DENUNCIA E così, mentre i due sostenevano di non avere idea di cosa contenesse la borsa, di avere trascorso la serata in un locale insieme a un amico, che gli aveva lasciato la valigia e si era allontanato con una ragazza, la moglie di Gianni Rivera, svegliata dal trambusto, si affacciava alla finestra e si accorgeva, che i vigili del fuoco erano intervenuti proprio nella sua cantina, dalla quale usciva ancora fumo.

     

    Alle 4 del mattino la signora stava per strada terrorizzata: l'armadio blindato era stato scassinato con la fiamma ossidrica, gli scatoloni che conteneva erano stai aperti. Ovviamente la signora ha riconosciuto tutti gli oggetti, presentato la denuncia e rientrata in possesso dei beni del marito.

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