fallon
Lo scandalo degli abusi sessuali a Westminster arriva fino al ministro della Difesa. Michael Fallon, uno dei pezzi da novanta del partito conservatore e del governo di Theresa May, è stato identificato come l'uomo politico "dalle mani lunghe" nella lista di 40 parlamentari britannici accusati di molestie. Il ministro ha ammesso di avere ripetutamente toccato le ginocchia di una nota giornalista, Julia Hartley-Brewer, durante un congresso dei Tories nel 2002 e si è scusato per l'accaduto attraverso un portavoce: "L'incidente risale a quindici anni fa e entrambi lo considerano chiuso".
La giornalista, all'epoca inviata e commentatrice del quotidiano Daily Express, conferma l'episodio, senza dargli troppa importanza. "Dissi con calma a Fallon che, se ci avesse riprovato, gli avrei tirato un pugno in faccia e lui smise subito", ha dichiarato la reporter, affermando di non essere rimasta scioccata all'epoca dei fatti e invitando a non esagerare la portata dell'accaduto.
the sun abusi sessuali
"Mi sono fatta esaminare da un medico e le mie ginocchia sono a posto", ha twittato stamane, dicendo di non sentirsi vittima di un abuso sessuale. Ma l'incidente, sparato a tutta prima pagina dal Sun, un tabloid conservatore, è egualmente imbarazzante per il ministro e non è chiaro che conseguenze avrà. Il sito Guido Fawkes, dove è uscita la lista di decine di parlamentari accusati di molestie sessuali, con i fatti attribuiti a ciascuno specificati e i loro nomi oscurati da un tratto di penna, sostiene che almeno altri 6 membri del governo May sono coinvolti nello scandalo.
La premier potrebbe essere costretta a destituire ministri che occupano posti chiave, nel bel mezzo dei negoziati sulla Brexit. Qualche giornale predice la possibile caduta del governo, specie se qualche suo avversario interno, come per esempio il ministro degli Esteri Boris Johnson, vedrà nello scandalo l'occasione per rimpiazzarla a Downing Street. Sempre che non sia lui uno dei sei della lista dei politici molestatori.
ginocchia Julia Hartley-Brewer
Il parlamento si è impegnato ad approvare nel giro di pochi giorni un nuovo regolamento interno per denunciare sotto la protezione dell'anonimato i politici colpevoli di abusi di questo tipo. Ma le dimensioni dello scandalo, scrivono oggi i giornali, potrebbero essere così ampie da superare perfino quello di alcuni anni or sono sui rimborsi spese dei deputati falsificati o gonfiati. Crescono le pressioni su Theresa May per convocare una commissione d'inchiesta. Lo scandalo scoppiato a Hollywood ne sta facendo dunque scoppiare uno anche a Westminster. E potrebbe diventare un terremoto non meno grande di quello che sta ingoiando Harvey Winston, Kevin Spacey e altri divi del cinema in America.
THERESA MAY