CARLO CALENDA.
1. LAZIO: CALENDA, M5S SCEGLIE CANDIDATO PRESIDENTE?LETTA SMENTISCA
(AGI) - Il Pd ha chiesto al Movimento 5 stelle di scegliere il candidato alla presidenza della Regione Lazio?"Spero che Enrico Letta smentisca a stretto giro" la notizia. Lo scrive su Facebook il segretario di Azione, Carlo Calenda.
"Ricordo che Giuseppe Conte ha fatto cadere Draghi sul termovalorizzatore. Dargli il potere di decidere il candidato per la regione sarebbe uno schiaffo ai cittadini e una prova di subalternita`", afferma il leader del Terzo Polo.
ENRICO LETTA CARLO CALENDA
2. ELEZIONI REGIONALI NEL LAZIO, SVOLTA PD: CHIESTO AL M5S DI SCEGLIERE IL CANDIDATO
Maria Egizia Fiaschetti per www.corriere.it
Mentre si rincorrono gli appelli dal campo dem (nell’ordine: Enzo Foschi, Nicola Zingaretti, Daniele Leodori) tutti i canali diplomatici sono al lavoro per sbloccare l’intesa con i Cinquestelle, appesa ai veti del leader, Giuseppe Conte, in vista delle prossime elezioni regionali (data probabile, l’inizio di febbraio).
ENRICO LETTA GIUSEPPE CONTE BY OSHO
I timori che lo scontro tra i vertici nazionali spacchi il «campo largo» sono così forti da aprire la strada a soluzioni estreme. Secondo alcune autorevoli fonti del Pd locale è stato chiesto al capo del Movimento di intestarsi la scelta, proponendo una candidatura non divisiva.
Lo scorso finesettimana l’avvocato del popolo ha incontrato da remoto il gruppo M5S alla Regione in una riunione allargata ai parlamentari e ai consiglieri comunali, chiedendo loro di individuare una rosa ristretta di nomi spendibili in questo senso.
conte zingaretti
Il profilo più idoneo a ricompattare l’alleanza - binario sul quale in ambito nazionale sista muovendo anche il responsabile dem dell’Organizzazione, Francesco Boccia - sarebbe quello di un civico moderato da contrapporre al candidato di centrodestra (tra i papabili Francesco Rocca, presidente della Croce Rossa).
E però, alcuni esponenti dem sul territorio non nascondono una punta di scetticismo sulla scelta di un outsider: «Rischiamo un altro Michetti...(il “tribuno radiofonico” lanciato da Giorgia Meloni alle comunali e sconfitto al ballottaggio da Roberto Gualtieri)».
Elezioni regionali Lazio, i possibili candidati
NICOLA ZINGARETTI ROBERTA LOMBARDI
Un altro elemento di preoccupazione è rappresentato dal fatto che non esiste un piano B e qualsiasi opzione senza il M5S risulterebbe perdente.
Se l’accordo dovesse saltare, si potrebbe cedere al Terzo Polo e sposare la candidatura dell’assessore regionale alla Sanità, Alessio D’Amato, che ha incassato l’endorsement di Carlo Calenda. La controindicazione è che «arriveremmo comunque secondi perdendo una parte degli elettori di sinistra che a quel punto sceglierebbero il M5S».
goffredo bettini gianni letta. giuseppe conte
Se la ricucitura con i pentastellati appare difficile, l’allargamento ad Azione e Iv è ancora più problematico: «Il Pd aveva dato per scontata l’alleanza con Conte, invece... Il corteggiamento va avanti - osservano dal partito di Matteo Renzi - , ma mettere tutti insieme soltanto per fermare l’avanzata del centrodestra senza condividere le linee programmatiche, sulle quali restano molti punti di divergenza, non è l’approccio giusto». Ancora più definitivo Calenda: «Bettini, Gasbarra e Zingaretti stanno ricucendo con il M5S. In quel caso non ci saremo».
VIRGINIA RAGGI
L’incompatibilità di vedute su alcuni temi, tra gli altri il progetto del termovalorizzatore portato avanti dal Campidoglio, è un argomento cavalcato anche da quanti nel Movimento si oppongono all’accordo con il Pd: dall’ex sindaca, Virginia Raggi, al capogruppo pentastellato alla Camera, Francesco Silvestri.
Umori «negativi» captati nell’entourage vicino al leader Conte confermerebbero gli ostacoli nel ritrovare la sintonia perduta. La risalita nei sondaggi potrebbe spingere i Cinquestelle a correre da soli erodendo quote dei consensi dem: se non un’opa sul Pd, una strategia per intercettare gli insoddisfatti nell’area di centrosinistra e prendersi la piazza di sabato in occasione della manifestazione nazionale per la pace: linea - il no alle armi - rispetto alla quale il Movimento rivendica «coerenza fin dall’inizio» marcando la distanza dal Pd.