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    COME AZZOPPARE GIGGINO - CASALEGGIO: ''IL LIMITE DEI DUE MANDATI NON CAMBIERÀ MAI''. E ORA DI MAIO PERDE QUALUNQUE POTERE CONTRATTUALE: CHE VALORE POSSONO AVERE LE MINACCE DI FAR CADERE IL GOVERNO SE DOPO TE NE DEVI TORNARE A CASA? AL CONTRARIO, SALVINI POTRÀ SVENTOLARE LA CRISI COME ARMA DI FINE DEL MONDO. DEL MONDO DORATO IN CUI ORA VIVE MEZZO MOVIMENTO, E CHE DOPO VEDREBBERO COL CANNOCCHIALE


     
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    davide casaleggio e luigi di maio a sum #03 davide casaleggio e luigi di maio a sum #03

     

    Ilario Lombardo per ''la Stampa''

     

     

    Certo non è il massimo se stai in trincea, elmetto in testa, a cercare di colpire il tuo avversario in tutti i modi, a sfiancarlo con puntigliosità nella speranza che il suo consenso si sgonfi, e alla fine arriva il fuoco amico a bruciare ogni tentativo di nascondere il tuo punto più debole.

     

    LUIGI DI MAIO E DAVIDE CASALEGGIO LUIGI DI MAIO E DAVIDE CASALEGGIO

    I 5 Stelle che più lo frequentano dicono che Davide Casaleggio è un po' un computer, nel senso del software che gira con un linguaggio di programmazione binario. Non coglie le sfumature della politica, l' importanza dei tempi nelle dichiarazioni. Ed è così che cercano a loro modo di giustificare il fatto che a tre giorni dal voto che potrebbe stravolgere il governo abbia risposto al quotidiano francese Le Monde : «Il limite massimo dei due mandati non è modificabile, abbiamo sempre detto che la politica non è un mestiere».

     

    grillo di maio casaleggio grillo di maio casaleggio

    Ora, sembrerà un dettaglio in questa fase di caotica rissa quotidiana tra Luigi Di Maio e Matteo Salvini, ma non lo è. Sullo sfondo del conflitto sceneggiato a favore delle urne c' è sempre, sia nella Lega sia nel M5S, il retropensiero della regola aurea dei due mandati che rende i 5 Stelle azzoppati nella competizione con i leghisti.

    È l' arma in più di Salvini.

     

    Quella che potrebbe usare per scatenare la crisi, o per scongiurarla costringendo i grillini a subire la sua agenda. A seconda di quale sarà la convenienza. È un margine di vantaggio indiscutibile, che Di Maio ha ben presente. E nei calcoli che il capo politico sta facendo da mesi, in uno scenario fosco di probabile rottura della maggioranza, è un fattore che viene tenuto in grande considerazione.

    luigi di maio davide casaleggio luigi di maio davide casaleggio

     

    Quando dai vertici del M5S, a fine 2018, filtrò l' indiscrezione che si stava ragionando su possibili deroghe che avrebbero frantumato il divieto di andare oltre i due mandati, il ragionamento del leader era proprio questo: «Se Salvini vorrà capitalizzare il suo consenso lo farà sapendo che noi potremmo non avere la possibilità di ricandidarci e quindi che, a differenza loro, vogliamo restare a tutti i costi al governo». È, come si diceva, un punto debole, perché agli occhi dei grillini consegna a Salvini un potere di ricatto politico. Se il leghista decidesse di andare al voto sarebbe la decapitazione dei vertici M5S al governo. E ricordare, proprio oggi, a tre giorni dal voto, come ha fatto Casaleggio, che questa regola c' è ed è intoccabile, non è una mossa che avvantaggia Di Maio. Anzi.

     

    conferenza stampa su reddito di cittadinanza e quota 100 12 conferenza stampa su reddito di cittadinanza e quota 100 12

    In questo strano dualismo che resiste all' interno del M5S, l' erede del fondatore, continua a fare l' imprenditore, il regista della democrazia diretta senza dire troppo la sua sulle scelte più politiche. Ma Casaleggio Jr, anche così, conserva a suo modo un potere sul M5S. È il custode delle regole, ideate dal padre Gianroberto, e ha le chiavi della banca dati della piattaforma Rousseau: gli iscritti. Donazioni e votazioni sono in mano sua. Il cervello informatico che guida il M5Sè suo.

     

    Inoltre, come spiegano diverse fonti tra i grillini, nello statuto frutto della nuova associazione, dove risultano fondatori solo lui e Di Maio, il ruolo di Rousseau ha conquistato spazi più ampi e radicali all' interno del M5S In cambio, il capo politico ha ottenuto il via libera alla famosa riorganizzazione, da Movimento a partito, che non ha ancora visto luce. Molti dei ritardi, si giustifica Di Maio, sono dovuti al lavoro di confronto serrato che si è svolto sui territori.

     

    SALVINI CON IL PUPAZZO DI DI MAIO SALVINI CON IL PUPAZZO DI DI MAIO

    Al leader sono arrivate le relazioni finali delle assemblee di tutte le regioni italiane. I risultati delle discussioni rivelano l' orientamento della base, che Di Maio dovrà tener e in considerazione. Quattro sono stati i punti analizzati: la possibilità di alleanze con liste civiche (per rinforzarsi alle amministrative), la struttura verticale (una sorta di segreteria di partito suddivisa per aree tematiche); il ruolo di Rousseau (e dunque di Casaleggio Jr) e il tetto del secondo mandato.

     

    Gli attivisti hanno dato, a maggioranza, l' ok alla modifica della regola che permetterebbe a un consigliere comunale di ricandidarsi una terza volta a livello nazionale. Non solo: sono favorevoli anche all' idea che parlamentari e ministri utilizzino localmente l' esperienza acquisita, correndo per una terza volta come consiglieri. Ma la base del M5S chiede di non andare oltre e sembra d' accordo con Casaleggio. Nei territori vogliono che a Roma la regola dei due mandati resti così com' è.

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