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Già 20 anni fa l'eminente psicologo Steve Biddulph metteva in allarme il mondo sui periodi di crisi che accompagnano la crescita degli adolescenti: cominciò con una campagna per sottolineare che i ragazzi con bisogni emotivi trascurati andavano male a scuola e avevano una probabilità tre volte maggiore, rispetto alle ragazze, di avere problemi con la lettura e di diventare dipendenti da droghe in età avanzata.
In una versione rivisitata di “Raising Boys”, libro scritto nel 1998, Biddulph si propone di affrontare i più recenti problemi che preoccupano i genitori, come la pornografia online e il gioco. Non sono tutte brutte notizie, però, visto che rispetto al passato i padri tendono a essere più pratici e presenti nelle vite dei loro figli maschi.
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Tuttavia rimane un tema centrale: i maschi sono più vulnerabili delle femmine, specialmente nei primi anni della loro vita, a causa della loro natura. «Ci sono alcune incredibili nuove scoperte sui ragazzi che ancora non erano emerse nel 1998 – ha scritto Biddulph – Ora sappiamo dalla ricerca che i ragazzi hanno momenti particolari nel primo, nel quattro e nell’ottavo anno, oltre al periodo della pubertà». Ecco, dunque, quello che c’è da sapere secondo Biddulph per crescere un figlio maschio.
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C'è una mini pubertà a quattro anni. «I ragazzi di quattro anni spesso diventano improvvisamente più chiassosi ed energici, cosa che nel 1997 si riteneva fosse dovuta al raddoppiamento del testosterone nei loro corpi. Recenti ricerche, invece, evidenziano che a quattro anni i ragazzi depongono le cellule di Leydig nei loro testicoli per aumentare la produzione di testosterone in un secondo momento, il che significa un enorme aumento del livello dell'ormone luteinizzante. In un certo senso a quattro anni inizia il processo di pubertà».
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I ragazzi diventano più emotivi a otto anni. «Se avete un bambino di otto anni che è improvvisamente diventato più piagnucoloso e di cattivo umore, potrebbe essere l’effetto dell’adrenarca, l’età evolutiva in cui si verifica la graduale maturazione della corteccia surrenalica e volge al termine con la comparsa dei peli pubici e ascellari. Una ricerca australiana del 2015 ha rilevato che l'adrenarca ha maggiori probabilità di causare uno sconvolgimento emotivo nei ragazzi rispetto alle ragazze. Può portare un’emotività più sviluppata, ma anche aggressività in un ragazzo insicuro. La chiave è essere comprensivi e tranquillizzare i vostri figli, chiedendo loro come si sentono».
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Non dire mai a un ragazzo di non piangere. «Oggi si incoraggiano i ragazzi a mostrare le loro emozioni, ma c'è ancora molto lavoro da fare. Le cose sono migliorate, ma si tende a sopprimere le loro emozioni: se non piangono, quell’emozione verrà fuori in un altro modo, magari sotto forma di rabbia e aggressività. Il consiglio ai genitori è di stare accanto a loro, abbracciarli e incoraggiarli».
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I ragazzi possono essere “in ritardo” di 20 mesi rispetto alle ragazze. «L'esposizione al testosterone nel grembo materno e durante il primo anno dopo la nascita rallenta lo sviluppo del cervello dei ragazzi, tanto da renderli molto più vulnerabili allo stress rispetto alle ragazze, che li anticipano di almeno 20 mesi. In età tra i 7 e i 12 anni i ragazzi sono in ritardo fino a due anni in sensibilità sociale. Dobbiamo lavorare sulle abilità dei ragazzi, capire i loro sentimenti e quelli degli altri, e calmarli con amorevole affetto quando sono arrabbiati. Non dobbiamo biasimarli o farli vergognare per non essere sulla stessa traiettoria delle ragazze».
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Bisogna parlare di porno ai ragazzi. «Il 33% dei ragazzi di dieci anni nel Regno Unito ha visto materiale pornografico e l'80% dei 16enni consulta regolarmente online siti porno. La preoccupazione deriva dal fatto che la loro sessualità è ancora in fase di formazione e può essere facilmente modellata verso uno standard troppo hard e non verso il sesso intimo. Le ragazze ci dicono che i ragazzi non baciano nemmeno: vogliono solo la penetrazione, visto che la gente nei porno non si bacia. Le ragazze vanno dai dottori in lacrime perché i ragazzi pensano che sia questo il sesso. I genitori devono dire ai loro ragazzi: “Vedere questa roba non dà l’idea precisa di cosa voglia dire fare l’amore”. Bisogna poi sottolineare che continuare a guardare porno può essere dannoso, senza però demonizzarlo: non bisogna colpevolizzarli se sono curiosi, ma far capire che li si vuole proteggere da una dipendenza».
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Mettere dei severi limiti ai videogiochi. «Lasciare che si gestiscano da soli vuol dire perdere il controllo. I bambini non sono bravi a porsi dei limiti e uno dei nostri compiti di genitori è quello di fornire dei paletti. Pensare di concedere 30-40 minuti alla sera e, al massimo, due ore nel weekend può essere una buona soluzione. Il problema più grande è l’isolamento: i maschi sviluppano più difficilmente le abilità di relazione».
NEYMAR FIGLIO padri e figli 7