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    COME DAGO-ANTICIPATO, ANCHE AUTOSTRADE CHIEDE IL PRESTITO GARANTITO DA SACE. UN ELENCO PRELIMINARE E UFFICIOSO COMPRENDE FINCANTIERI, ASPI, COSTA CROCIERE, MAIRE TECNIMONT, API, ALPITOUR, AUTOGRILL, ADR, MAGNETI MARELLI, KOS, SOGEFI, UNIEURO, LA RINASCENTE, OVS, ARISTON, SAFILO. L' ELENCO CRESCE, ANCHE SE FINORA I FINANZIAMENTI SBLOCCATI DA SACE SI FERMANO A 100 MILIONI PERCHÉ LE BANCHE EROGATRICI DEVONO RIUNIRE I CDA DELIBERATIVI


     
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    Andrea Greco per la Repubblica

     

    Non solo Fca. Nei 18 miliardi di euro di prestiti bancari controgarantiti da Sace alla grande industria ci sono 250 "operazioni ordinarie" in cantiere, quelle rivolte a gruppi con ricavi oltre 1,5 miliardi, più di 5 mila dipendenti e che richiedano almeno 375 milioni.

     

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    Un elenco preliminare e ufficioso comprende Fincantieri, Aspi, Costa Crociere, Maire Tecnimont, Api, Alpitour, Autogrill, Adr, Magneti Marelli, Kos, Sogefi, Unieuro, La Rinascente, Ovs, Ariston, Safilo. L' elenco cresce giornalmente, anche se finora i finanziamenti sbloccati da Sace si fermano a 100 milioni perché le banche erogatrici devono riunire i cda deliberativi.

     

    Nel palleggio di carte tra Roma e i maggiori istituti si stima comunque che nei prossimi mesi non sarà difficile prestare ai richiedenti del caso i 200 miliardi previsti dal dl Liquidità: sia il terzo (circa) destinato a migliaia di Pmi e coperto dal Fondo di garanzia Mcc, sia i due terzi che consentiranno a centinaia di medie e 150 grandi imprese (tanti i potenziali richiedenti cui serve autorizzazione per decreto ministeriale) di finanziarsi in modo sicuro e a tassi medi più che dimezzati rispetto a quelli spuntati sul mercato.

     

     

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    Qualche dato per il raffronto. Le società industriali italiane, pur con svariati profili di rischiosità, per finanziarsi a 10 anni - gli iniziali sei anni saranno estesi a 10 nella conversione in legge, come ha confermato ieri il vicesegretario del Pd Andrea Orlando - pagavano, prima della pandemia, tassi spesso sopra il 5%.

     

    Per i nomi più rischiosi (o in condizioni di mercato avverse, come le attuali) ci si avvicinava al 10%. Tale provvista costerà molto meno se lo Stato garantisce al 70-80% le banche dalle perdite sui mancati rimborsi.

     

    Qui il decreto impone solo uno 0,50% di commissione annua al Tesoro per le garanzie, cui va aggiunto il tasso bancario, per una forbice complessiva stimata da fonti attive sui dossier dal 2 al 3% annuo: in media, meno della metà. Certo, la recessione che ha travolto l' Italia rischia di non far tornare all' ovile bancario almeno un 5% dei 200 miliardi del decreto di aprile: e all' Erario toccherebbe il 70-80% della perdita. Ma nel governo si parla di «rischio calcolato », volto a ridurre il più possibile i fallimenti di piccole, medie e grandi aziende che il post Covid-19 riserva.

     

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