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    FORZA BERGOGLIO! - COME DAGO-ANTICIPATO, IL PAPA SILURA PERSONALMENTE EUGENIO HASLER, FUNZIONARIO DA ANNI AI VERTICI DEL GOVERNATORATO E FIGLIO DI UNO STORICO DECANO DELLA GUARDIA SVIZZERA - MOTIVI? ACCUSE DI AUTORITARISMO, COMPORTAMENTI SUL LAVORO “AL LIMITE DEL MOBBING”


     
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    Gian Guido Vecchi per www.corriere.it

     

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    Non si è (quasi) mai sentito che un alto funzionario laico del Vaticano, ai vertici del Governatorato, venisse rimosso con una decisione presa, si racconta Oltretevere, direttamente dal Papa. Del resto la situazione doveva essere grave.

     

    «Eugenio Hasler non lavora più in Vaticano da una settimana», si limita a confermare il direttore della Sala stampa, Greg Burke. Filtrano accuse di autoritarismo, comportamenti sul lavoro «al limite del mobbing». Fino alla fine del mese scorso, comunque, Eugenio Hasler era il coordinatore della segreteria particolare di monsignor Fernando Vergez Alzaga, «numero due» del Governatorato guidato dal cardinale prefetto Giuseppe Bertello.

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    IL CLIMA

    Un nome conosciuto, nel piccolo Stato: il padre, Peter Hasler, storico decano della Guardia Svizzera andato in pensione nel 2009, era soprannominato «l’ombra del Papa» perché in 43 anni di servizio ha lavorato accanto a quattro pontefici. In Vaticano si dice che Francesco sia dovuto intervenire, dopo diverse sollecitazioni, per risolvere una situazione di tensione che nel Governatorato si era fatta insostenibile.

     

    A proposito di Eugenio Hasler - anzi del «Cavalier Hasler», come si dice tenesse ad essere chiamato - si parla di atteggiamenti «autoritari», rapporti assai difficili con i dipendenti, una situazione che era andata sempre più peggiorando negli ultimi tempi. Certo non un clima in sintonia con un pontefice come Francesco, che fin dai primi mesi di pontificato è andato perfino nella mensa aziendale a mangiare con gli operai del Vaticano.

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    IL PRECEDENTE

    Qualcosa di simile era accaduto tre anni fa, nel gennaio 2014, quando Francesco aveva congedato il capo delle Guardie svizzere Daniel Rudolf Anrig, ufficialmente «a conclusione della proroga concessa dopo la fine del suo mandato quinquennale». Anche in quel caso si parlò di un eccesso di severità.

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