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DAGONEWS
Come scritto nel Dagoreport di ieri, nella vicenda Scala-sauditi i “diritti umani” e i “vizi di forma” non c’entrano nulla. La Scala e il sovrintendente Pereira sono finiti nel bel mezzo di una bagarre politica tutta italiota: Salvini vuol prendersi Milano – l’unica città del Paese che conti qualcosa nel mondo – e ha deciso di scatenare i suoi molossi contro tutto ciò in cui Sala si muova.
Persino il cauto e ragionieristico Attilio Fontana si è così inventato l’attacco contro i sauditi alla Scala. Abbiamo avuto la riprova di ciò oggi, quando il leader leghista del Consiglio Comunale di Milano, Alessandro Morelli, ha pubblicato su Facebook un post con scritto: “VITTORIA! Sala annuncia la restituzione dei soldi sauditi. Chiedeva silenzio perché aveva le mani nella marmellata!” con, sullo sfondo, una Scala dominata dai minareti. Il sindaco Sala avrebbe già dato mandato per la querela.
alexander pereira
C’erano due modi per spiegare l’accordo tra la Scala e i sauditi. Il primo era “Giù le mani degli arabi dal nostro teatro”: era quello falso, ma per la Lega di lotta il più efficace e più redditizio in termini di consenso. L’altro, quello vero, era: “Portiamo la nostra cultura e identità in Arabia Saudita”; questo era più adatto per una Lega di Governo capace di mostrare che eravamo in grado di imporre la nostra identità ma avrebbe portato meno consensi. Ha prevalso il primo. Tutto il resto è nulla.
BEPPE SALA MATTEO SALVINI ALEXANDRE PEREIRA BADER BIN ABDULLAH AL SAUD giuseppe beppe sala manifestazione antirazzista milano