Carlotta De Leo per www.corriere.it
RENATO BRUNETTA MARIO DRAGHI
«In molti mi chiedono quale sarà il mio futuro, lo chiarisco una volta per tutte: resto dove sono, non vado da nessuna parte. Rimarrò fino alla fine a onorare con orgoglio il mio impegno da ministro del governo Draghi, nel perimetro degli affari correnti, come richiesto dal presidente Mattarella».Il ministro della Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, rompe il silenzio su una sua possibile ricandidatura alle prossime elezioni dopo l’addio a Forza Italia (il 21 luglio) in contrasto con il partito non ha votato la fiducia all’esecutivo Draghi. E lo fa per mettere a tacere tutte le indiscrezioni sul suo futuro politico: non seguirà le orme delle due colleghe - Mara Carfagna e Mariastella Gelmini - transitate nella formazione di Carlo Calenda. Ma si dedicherà « di più di Venezia, la mia città, e della mia famiglia: i grandi amori della mia vita»
RENATO BRUNETTA
« Devo dire molti grazie - continua Brunetta - Innanzitutto a Mario Draghi, che mi ha voluto nella sua squadra e mi ha permesso di vivere l’esperienza straordinaria del suo governo. Questi 18 mesi sono stati un sogno collettivo, la dimostrazione che l’Italia può fare l’Italia: seria, credibile, bellissima.».
RENATO BRUNETTA MARIASTELLA GELMINI
«Ho dato tanto alla politica e tanto ho ricevuto - aggiunge - Nessun rammarico e nessun rimpianto, semmai un po’ di dolore. Ai giovani della Next Generation Eu è giusto lasciare lo spazio e il protagonismo per coltivare, nelle forme nuove che si vanno delineando, i valori delle culture che fondano la ricchezza della civiltà europea: il liberalismo, il popolarismo e il socialismo riformista» scrive ancora il ministro.
renato brunetta con la moglie titti
E chiarisce anche quali sono i suoi progetti per il futuro: «Rimango a disposizione del mio Paese, con le mie idee e con il mio lavoro. Mi occuperò di più di Venezia, la mia città, e della mia famiglia: i grandi amori della mia vita». Infine, Brunetta fa gli «auguri a tutte le forze in campo in questa competizione democratica» e senza «partigianeria» auspica che «la politica possa tornare ad essere la nobile passione dei “liberi e forti”» e che «la campagna elettorale si giochi sul confronto di visioni e di valori, su programmi verificabili e, soprattutto, sostenibili dal punto di vista economico e finanziario». Insomma, conclude, la speranza è che « il 25 settembre possa trionfare un unico vincitore: il bene del nostro Paese.»
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