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COME FARE AFFARI COL GIGLIO MAGICO - ''IO SONO AMICO DI RENZI, LA POLITICA NON CONTA UN CAZZO''. DUE VIDEO DI UN GIORNALISTA D'INCHIESTA RACCONTANO SOLDI E POTERE AI TEMPI DELLA FIRENZE DI RENZI-NARDELLA, TRA CONCESSIONI, SOCIETÀ CHE FANNO CRAC E SEMPRE I SOLITI NOMI

1. VIDEO DI MATTEO CALÌ: OLIVIERO FANI, ''IO SONO AMICO DI RENZI, LA POLITICA NON CONTA UN CAZZO''

 

 

 

 

 

2. VIDEO DI MATTEO CALÌ: LUISA CHIAVARI NOCENTINI, ''IO CHIAMO IN COMUNE E MI RISPONDONO SUBITO, NARDELLA ERA A CENA DA ME. GLI SCONTRINI? ANCHE PER FIORI MANDATI A ME''

 

 

 

 

 

3. QUEGLI AFFARI SOSPETTI DEGLI AMICI DEL GIGLIO MAGICO

Giacomo Amadori per “Libero Quotidiano

 

A Firenze il patrimonio immobiliare del comune è gestito con una certa approssimazione e un po' di fretta. Atteggiamenti che non facilitano i buoni affari. Per esempio nei giorni scorsi il vicedirettore di Libero Franco Bechis ha rivelato la vendita a prezzi di saldo dell' ex teatro comunale, finito poi a un socio di Tiziano Renzi, il babbo del premier.

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Ma ci sono molti altri casi di amici del Giglio magico che approfittano di questa mala gestio. Come dimostra la storia che vi raccontiamo oggi. Partendo da due personaggi chiave: Oliviero Fani, un toscanaccio verace con la passione per l' ippica, e Luisa Chiavai Nocentini, una raffinata signora esperta di maketing aziendale e hotel di lusso.

 

Sono entrambi soci dell' associazione sportiva dilettantistica "Amici dell' Indiano", a cui il Comune di Firenze, all' epoca guidato da Matteo Renzi, diede in gestione a partire dal giugno 2013 una costruzione ottocentesca, la cosiddetta palazzina dell' Indiano, alla modico canone di 1160 euro al mese (scontato a 115 per il primo anno), pigione per la quale un mese fa risultavano addirittura morosi.

 

oliviero fanioliviero fani

Su questa concessione indaga da tempo il consigliere comunale di Fratelli d' Italia Francesco Torselli: «Il giorno dell' inaugurazione come ristorante della palazzina era presente Renzi che la ribattezzò "la Versiliana di Firenze". In realtà quella struttura non ha quasi mai lavorato. Tanto che Fani e Chiavai Nocentini hanno deciso di darla in gestione a terze persone, nonostante questo sia vietato». È stato proprio il Comune a ribadirlo in una risposta ufficiale a Torselli: «Sub-affitti e sub-concessioni sono esclusi dalle condizioni di concessione». Ma sembra che i concessionari non siano del medesimo parere.

 

luisa nocentini chiavailuisa nocentini chiavai

Torselli lo ha appreso grazie al lavoro di un agguerrito giornalista locale, Matteo Calì, il quale, armato di telecamera nascosta ha girato due video (visibili in esclusiva sul sito di Libero www.liberoquotidiano.it) fingendosi interessato a subentrare nella gestione della palazzina. Fani dopo essersi vantato di aver «preso questo locale perché sono amico di Renzi» gli spiega il trucco per realizzare l' operazione: «Io non lo do in gestione, voi diventate soci della mia associazione in partecipazione».

 

Per lui la cosa è fattibile perché «la signora è super ammanicata: è amica di Renzi e di tutti». Quindi chiede due versamenti da 15 mila euro e dà al giornalista le istruzioni per il pagamento (in assegni). «Spero tu abbia capito quello che voglio fare… fai quel che cazzo ti pare, poi tu sai che alla fine dell' anno od ogni quattro mesi, devi farmi un regalino. Non che un tu mi dai nulla, io m' incazzo».

 

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Calì riassume il concetto, per vedere se ha compreso: «Si fa un po' e un po'?». «Bravo…» è la risposta di Fani. Anche Chiavai Nocentini, nominata nel 2013, su indicazione del Comune, nel cda della partecipata Firenze Fiera spa, esterna a ruota libera: «A noi (la palazzina ndr) ce l' ha affidata il Comune (…) Siamo una onlus senza scopo di lucro (…) Noi non possiamo cederla a terzi (…)

 

L' abbiamo blindata perchè ultimamente abbiamo fatto dimettere dei soci che ci potevano condizionare, si vuole avere le mani libere (…) Il Comune l' ha data a me per questioni di buone relazioni con il Comune che c' ho». Quindi rivolge al cronista la fatidica domanda: «Ve l' ha detto (Fani ndr) quali sono le condizioni?». Calì riporta la "comanda": «15.000 euro e 15.000 euro». «Sì» conferma Nocentini.

 

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La signora lavora con Starhotels, la catena preferita dal Giglio magico, da Marco Carrai che dorme solo nelle loro stanze a Oscar Farinetti che ne è diventato partner, mentre Renzi ha nominato la presidente Elisabetta Fabri, habitué della Leopolda, nel cda di Poste italiane. Il gruppo alberghiero ha recentemente fatto al municipio una donazione di oltre 1 milione di euro per il restauro di piazzale Michelangelo, lo storico affaccio sulla città.

 

Un gesto mecenatesco che Nocentini pensa di trasformare in una cambiale: «In Comune telefono io perchè a me mi rispondono immediatamente, ieri ho dato al Comune di Firenze una donazione di 1 milione e 37 mila euro per restaurare un bene pubblico... cioè la mia azienda, però l' ho firmato io. Se l' immagina se io alzo il telefono e non rispondono?

Dimenticatevelo». «Anche il sindaco?» chiede il cronista.

 

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«Il sindaco (Dario Nardella ndr) era a cena da me martedì ed è stato lì che gli ho detto ti do 1 milione e 37 e lui mi ha detto: "Grandeee!"». La signora fa sapere di poter chiamare a rapporto una funzionaria del Patrimonio e poi dice la sua sulla polemica riguardante le spese di Renzi sindaco: «Tra quegli scontrini c' è anche una pianta che ha mandato a me a dicembre…».

 

Infine con il giornalista la donna fa due conti: «Siccome non si possono fare utili (…) se alla fine dell' anno si vedesse che avanzano soldi, ci si dividono in qualche modo (…)Voi mi date tre assegni ("circolari" preciserà via sms ndr), li metto in una busta, il primo magari a breve. (…) Non ho mai deluso nessuno». Torselli dopo aver visto queste immagini ha deciso di presentare un esposto in procura: «Io conosco una sola parola, in italiano, per definire 30 mila euro da consegnare per assicurarsi sottobanco la gestione di un bene pubblico…» spiega a Libero.

 

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Lo stesso consigliere nelle scorse settimane si era interessato pure a un' altra concessione data a Fani e alla sua Pegaso srl: quella dell' ippodromo delle Mulina. Fani e il suo socio cinese Guo Sheng Zheng, detto "Lorenzo", l' hanno ottenuta al fine di trasformare l' area in un polo fieristico espositivo. La nuova gestione nell' aprile del 2015 ha preso il via con una mostra mercato floreale organizzata dalla neonata "FloraFirenze Srl".

Madrina dell' inaugurazione è stata Agnese Renzi, ma l' evento si è rivelato un gigantesco flop e la società che lo ha allestito è stata dichiarata fallita.

 

Fani e Zheng si sono subito definiti vittime del crac come i numerosi fornitori, ma in realtà la Pegaso srl risulta debitrice di ben 200 mila euro nei confronti di Flora srl e su questo punto la curatela fallimentare non è riuscita ad avere chiarimenti dai due imprenditori. «Sarà perché Zheng consegnava bigliettini da visita in cui risultava "Responsabile dei rapporti con le istituzioni" della "FloraFirenze Srl"?» si chiede Torselli. E non è finita.

 

La Flora ha la sede allo stesso indirizzo di una società fondata sei giorni prima dell' inagurazione della mostra. Si chiama TaItaly e si occupa di fornire servizi di consulenza alle imprese sia in Italia che all' estero, in particolare in Cina, dove porta avanti un progetto di "Italian food district". La TaItaly ha tre soci: i soliti Fani e Zheng a cui bisogna aggiungere Stefano Bovoli. Chi è costui? Un cugino primo di Matteo Renzi.

 

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Quando Torselli si è accorto di questa coincidenza, a luglio, ha presentato un' interrogazione per sapere se Nardella reputi «regolare, etico e trasparente che un impianto pubblico (ippodromo,ndr) venga affidato a una società che ha come amministratore delegato e come consigliere d' amministrazione i soci di un famigliare del presidente del Consiglio ed ex sindaco di Firenze». Ad agosto il dirigente del Servizio gestione patrimonio ha replicato che la TaItaly non è concessionaria di alcun immobile e che quindi l' ufficio non ha notizie sui suoi eventuali soci. Comunque dopo pochi giorni, l' 11 settembre, Bovoli, forse per evitare polemiche, ha ceduto il suo 25 per cento di azioni.