Estratto dell’articolo di Stefano Montefiori per www.corriere.it
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Difendere i bambini dall’accesso alle immagini pornografiche è una vecchia (e comprensibile) ossessione dei politici francesi: le dichiarazioni di intenti e le invocazioni si susseguono dalla presidenza Sarkozy, quando una deputata del suo partito annunciò provvedimenti mai realizzati, attraverso i tentativi falliti dell’era Hollande, fino ad arrivare a Macron all’Eliseo.
«Nel nostro Paese si accede alla pornografia verso i 13 anni — disse Macron già tre anni fa —. L’immaginario e la sessualità dei giovani si costruiscono attorno alla brutalità che accompagna le immagini. È nostro dovere proteggerli da questi contenuti». Senza dubbio, ma come?
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Una possibile svolta è attesa in questi giorni, quando il governo presenterà un sistema allo studio da mesi per certificare l’età di chi consulta i siti pornografici. Lo ha annunciato il ministro della Transizione digitale Jean-Noël Barrot, con un certo trionfalismo: «I siti pornografici dovranno conformarsi alla legge che li obbliga a controllare realmente l’età dei loro utenti, altrimenti vieteremo la diffusione sul territorio nazionale. Il 2023 segnerà la fine dell’accesso ai siti porno per i nostri bambini».
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L’idea è di usare un’applicazione per smartphone simile a quella delle banche, che garantiscono la sicurezza degli acquisti online chiedendo un’ulteriore verifica sull’identità dell’utente. Oggi i siti porno si limitano a mettere sull’homepage un inutile bottone per dichiarare di avere più di 18 anni. «È uno scandalo al quale metteremo fine — ha detto il ministro Barrot al Parisien —. E la Francia potrebbe essere il primo Paese al mondo a riuscirci».
L’applicazione servirà da intermediario tra l’utente e il sito, trasmettendo dati in un senso e nell’altro, senza che le informazioni personali vengano scambiate. Il servizio che fornisce la prova dell’età non saprà per quale sito verrà utilizzata, e il sito riceverà la certificazione sull’età senza conoscere l’identità dell’utente.
Il sistema del passaporto dell’età sarà presentato entro la fine di questa settimana, con l’obiettivo di renderlo perfettamente funzionante entro il prossimo settembre, all’inizio del nuovo anno scolastico.
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Il ricorso potrebbe essere esteso ad altri ambiti. «Ci sono molti limiti d’età non abbastanza rispettati su Internet — dice il ministro Barrot —, per esempio dai siti che vendono alcol oppure dai social media: ci si può iscrivere solo a partire dai 13 anni e con il consenso di un genitore, ma è una condizione spesso aggirata». […]
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