1 - GB: SOLO 3 CANDIDATI IN LIZZA PER LA SUCCESSIONE A TRUSS
addio a downing street di boris johnson
(ANSA) - Sarà ridotta a tre soli possibili candidati la corsa per la successione alla dimissionaria Liz Truss come futuro leader del Partito Conservatore di maggioranza e futuro premier britannico.
Lo ha reso noto il comitato 1922, organo interno al gruppo parlamentare Tory, precisando che in base alle nuove regole accelerate appena approvate servirà il sostegno di almeno 100 deputati per poter partecipare alla contesa: su un gruppo che in totale ne conta circa 350.
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Graham Brady, presidente del comitato 1922, ha precisato che il prescelto o la prescelta potrebbe essere designato già lunedì prossimo, se dovesse emergere una convergenza dei deputati Tory su un solo nome, senza necessità di ballottaggi dinanzi alla platea dei circa 130.000 iscritti al partito.
E che comunque tutto sarà definito entro venerdì 28 se lunedì si avranno fino a tre candidati: in questo caso con un ballottaggio fra i primi due da affidare al voto elettronico della base militante dal giorno dopo.
"Non credo sarà un problema raccogliere il sostegno di 100 deputati per dei candidati seri", ha detto Brady a proposito della modifica delle norme. Modifica che risponde alla necessità di far presto di fronte alla gravità della crisi economica nazionale e internazionale, oltre che di quella interna a un partito in preda all'ennesima resa dei conti sulla propria leadership.
Nonché alla volontà di avere un nuovo primo ministro nel pieno delle funzioni per il 31 ottobre: giorno della prevista illustrazione in Parlamento di una cruciale manovra finanziaria sulle coperture di bilancio delle misure economiche recenti e sui dati aggiornati di previsione su inflazione, crescita del Pil e contenimento del debito pubblico.
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2- GRAN BRETAGNA, ECCO PERCHÉ ORA BORIS JOHNSON POTREBBE TORNARE PREMIER
Antonello Guerrera per www.repubblica.it
L’aveva detto, nemmeno tre mesi fa, prima di lasciare il Parlamento da primo ministro. “Hasta la vista, baby”, come Terminator II. O, come il dittatore romano “Cincinnato, torno al mio aratro”. Ecco, Boris Johnson ora potrebbe davvero tornare a Downing Street. In questo momento è in vacanza ai Caraibi con la moglie Carrie Symonds, ma ormai a Londra ribolle la tentazione che l’ex primo ministro possa tornare al Numero 10.
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I suoi deputati sostenitori a Westminster, come l’angloitaliano conservatore Marco Longhi, lo lanciano su Twitter: “Siamo con Boris, torna!”. L’ex ministra della cultura, la fedelissima Nadine Dorries, lo dice esplicitamente: “Johnson è l’unico che ha un ampio consenso nel partito conservatore, è quello che ha trionfato nel 2019. Ora non c’è altra scelta possibile".
Il preferito della base tory
Johnson ancora traccheggia, almeno ufficialmente. Ma i suoi, e lui stesso sotto mentite spoglie, stanno mandando veline ai giornalisti per far capire che Johnson è pronto “per il bene nazionale" a (ri)prendere il posto di Liz Truss, dopo la sua disastrosa premiership durata solo sei settimane.
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Del resto, secondo un ultimo sondaggio YouGov, è ancora lui il preferito della base tory con oltre il 30%, nonostante lo scandalo Partygate e le dimissioni la scorsa estate. E questa potrebbe essere l’unica vera possibilità per lui, come il suo idolo Winston Churchill, di tornare a Downing Street, visto che alle elezioni del 2023 è favoritissimo il Labour di Sir Keir Starmer, avvantaggiatosi di un +30% nei sondaggi degli ultimi giorni dopo il disastro di Truss.
Ma Johnson, nonostante sia ancora sotto inchiesta di una commissione parlamentare perché accusato di aver mentito ai Comuni sulle feste proibite a Downing Street durante i lockdown anti Covid, è l’unico avversario che i laburisti temono seriamente alle prossime elezioni, proprio per la sua imprevedibilità e la sua capacità di fare campagna elettorale. Ciò nonostante il partito conservatore sia un partito in macerie in questo momento, che ha perso credibilità nazionale e internazionale, soprattutto dopo la catastrofe finanziaria del taglio delle tasse ai ricchi, poi accantonato dopo la reazione esplosiva dei mercati.
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Il duello con Sunak
Di certo, qualora Johnson si ributtasse di nuovo nella mischia, il suo avversario principale sarebbe l’ex cancelliere dello Scacchiere - ossia il ministro delle Finanze - Rishi Sunak. Ossia il rampante 41enne di origini indiane che è accusato da parte del partito di aver complottato la scorsa estate proprio di far cadere Boris, per poi perdere alle “primarie" tory contro Truss.
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Sarebbe l’Armageddon politico tra i due: nel frattempo Sunak ha guadagnato molti consensi perché nelle ultime settimane si è verificato il disastro finanziario (sterlina a picco, interessi bond e mutui alle stelle e fondi pensioni sull’orlo del crack) che lui stesso aveva previsto durante le “primarie” nei dibattiti con Truss. Ma come detto, metà partito lo detesta. E questo, visto che il successore di Truss sarà deciso entro venerdì 28 ottobre dai deputati e da un voto online dagli iscritti che sceglierà il primo ministro tra gli ultimi due candidati rimasti al ballottaggio, potrebbe essere decisivo.
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