1. SALVINI: «SPERO CHE VINCA TRUMP, ANDRÒ IN USA PRIMA DEL VOTO». TENSIONI CON MELONI? «GOVERNO AVANTI PER 5 ANNI»
Estratto da www.corriere.it
SALVINI TRUMP
Il vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini, in un'intervista-video su Italia Report Usa, parla del suo rapporto con Donald Trump ed esprime il suo auspicio che alle elezioni vincano i repubblicani.
Il voto negli Usa «è determinante per l'Europa, l'Italia e tutto l'Occidente. Io seguo i dibattiti. Ho contatti con l'attuale amministrazione americana. Non ho mai nascosto la mia speranza in una vittoria Repubblicana, per mille motivi: sui temi della sicurezza, la famiglia, la lotta all'immigrazione clandestina, contrasto ai fanatismi e la pace. Conto che per l'interesse di tanti ci sarà la vittoria Repubblicana a novembre», afferma il vicepremier.
joe biden e giorgia meloni al concerto di andrea bocelli g7
Con Donald Trump «ci siamo sentiti brevemente al telefono non più tardi di qualche settimana fa. La politica italiana è molto prudente nei confronti di Trump. Io non ho mai nascosto la mia simpatia umana e la mia sintonia culturale e quindi sto seguendo una campagna elettorale appassionante», aggiunge Salvini.
Il segretario della Lega annuncia poi un suo viaggio a breve: «Conto prima del voto delle presidenziali di novembre di esserci. Ho già alcune missioni istituzionali che mi sono state proposte da ministro - spiega -, avrei già potuto esserci in questo periodo ma i dossier che abbiamo in Italia mi impegnano qui ma conto in autunno di fare una missione istituzionale negli Usa con dei passaggi politici, con l'incontro con alcuni vertici Repubblicani che dal mio punto di vista sono il futuro».
SALVINI TRUMPIZZATO
Salvini, dopo le scintille della Lega contro la premier Meloni per aver dato il via libera alla fornitura di missili italiani a Kiev, a 24 ore di distanza torna a gettare acqua sul fuoco sulla tenuta del governo: «Questo è un governo che gli italiani si sono scelti e che andrà avanti per tutti e 5 gli anni. Noi eravamo già su posizioni diverse in Europa prima. E continuiamo ad esserlo anche ora. C'è una parte del governo che sostiene il bis di von der Leyen. Ma i danni che ha fatto la Commissione uscente per noi sono gravi e non possiamo sostenerla. Per quanto riguarda il governo, `Hic manebimus optime´ e per 5 anni continueremo a governare».
JOE BIDEN E GIORGIA MELONI AL G7 DI BORGO EGNAZIA BY OSHO
Il segretario leghista, infine, su X pubblica un post in cui afferma che «sarebbe gravissimo se le accuse rivolte da Elon Musk fossero vere. Basta con l’Europa del bavaglio e della censura. Viva la libertà di espressione, sempre». […]
2. “MELONI SIA GARANTE DI ORBÁN” MA IL PRESSING DI WASHINGTON ADESSO IMBARAZZA LA PREMIER
Estratto dell’articolo di Tommaso Ciriaco per “la Repubblica”
joe biden giorgia meloni g7 borgo egnazia
Imbarazzo. Sentimento dominante, inevitabile. Imbarazzo per non poter più assicurare all’alleato americano quanto finora era riuscita a garantire, e cioè la capacità di parlare con l’estrema destra europea, troppo legata a Mosca per mantenere un canale con Washington. E imbarazzo per le posizioni pubbliche e le relazioni politiche di Matteo Salvini, il suo vicepremier che nella notte americana sfotte Joe Biden sui social, tifa apertamente per Donald Trump e chiede di smettere di inviare armi a Kiev.
Giorgia Meloni atterra a Roma alle 11.37 del mattino consapevole del bivio che ha di fronte, nelle prossime settimane. Deve decidere se sostenere Ursula, che sentirà tra lunedì e martedì, per il bis della Commissione europea. E deve capire quanto forzare la mano contro i Patrioti, che la schiacciano al centro e non la considerano più la capofila dei sovranisti continentali. La premier si ritrova sempre lì, in mezzo al guado. Consapevole […] che la Casa Bianca si aspetta qualcosa che adesso fatica a portare avanti: mantenere un ruolo di ponte con Viktor Orbán, con cui Washington non può e non vuole dialogare.
joe biden e giorgia meloni - vignetta by natangelo
[…] La priorità americana è prima di tutto quella che Roma continui a sostenere la difesa dell’Ucraina, senza sbandamenti. Su questo punto, la premier si è esposta, […] ma senza distinguo di rilievo. Ha anche promesso una parabola crescente nella spesa militare e portato in dote un nuovo Samp-T per Kiev. E Guido Crosetto ha potuto annunciare che il nono pacchetto armi era stato appena pubblicato […]
E però, gli americani hanno sondato anche il posizionamento politico di Meloni dopo le elezioni Europee. A Borgo Egnazia era stato Biden, riservatamente, a chiederle: cosa succederà dopo il boom elettorale di Marine Le Pen? E l’Italia resterà ancorata alla linea atlantista? […] Nel corso della missione americana ha comunque ricevuto un input chiaro: a Washington si aspettano che continui a lavorare per mantenere comunque un ponte con capi di governo come Orbán, sfuggiti al controllo dell’attuale amministrazione e pienamente nel solco della linea del Cremlino. È quello che Meloni aveva assicurato di saper fare fin dalla sua ascesa al potere. E che adesso rischia di non riuscire a garantire del tutto, dopo gli stravolgimenti nella destra europea.
SALVINI TRUMP
Proverà comunque a giocare la partita, fin quando le sarà possibile. Fonti diplomatiche assicuravano due giorni fa a Washington che proverà a confrontarsi ancora con Orbán, sfruttando l’antico legame. Ma un fattore complica questa dinamica: Matteo Salvini. Il leghista cerca in ogni modo di scavalcare la premier, di complicarle il dialogo con Orbán e Trump, di schiacciarla verso il centro. «Può capitare a tutti di sbagliare – ha scritto ieri su X il leghista, postando il video della nuova gaffe di Biden – ma quando il presidente Usa chiama, nel giro di pochi minuti, Zelensky “presidente Putin” e la sua vicepresidente Harris “vicepresidente Trump” significa che qualcosa non va. Go, Trump Go!».
joe biden giorgia meloni g7 borgo egnazia, puglia
Imbarazzo enorme a Palazzo Chigi. La prova del fuoco sarà il 18 luglio: si vota per Ursula von der Leyen, Nella hall dell’hotel St. Regis Meloni ha ammesso ai cronisti la complessità del passaggio. La distinzione tra il suo ruolo di premier e quello di capo di Ecr - e la necessità di “tenere assieme” le due esigenze - è il cuore del problema. La previsione consegnata a pochi giorni dallo scrutinio dell’Europarlamento, è che alla fine Meloni possa scegliere l’astensione, la scheda bianca o la libertà di coscienza. L’ennesimo equilibrismo.
Necessario, almeno finché non sarà chiaro quale Commissione nascerà a Bruxelles. E se un nuovo candidato democratico sostituirà Biden per sfidare Trump. Fino a quel momento, equilibrismo e imbarazzo.
giorgia meloni e joe biden nello studio ovale 4 giorgia meloni e joe biden nello studio ovale 3 giorgia meloni con joe biden allo studio ovale