Estratto dell'articolo di Niccolò Carratelli Filippo Fiorini per La Stampa
ELLY SCHLEIN
Elly Schlein e Maurizio Landini. Di nuovo insieme, sempre insieme. La segretaria del Pd torna a casa della Cgil, sarà almeno la quarta volta da quando si è insediata al Nazareno. Di fatto, una volta al mese. Dal congresso Cgil di Rimini, passando per un convegno alla Leopolda di Firenze e per la piazza romana in difesa del diritto alla salute, ora la festa bolognese del sindacato. Lei c'è, per rafforzare, una volta di più, l'alleanza in difesa dei lavoratori, contro la precarietà, per il rinnovo dei contratti e l'aumento dei salari.
La leader dem è combattiva, al suo arrivo al parco del Cavaticcio mette subito nel mirino Giorgia Meloni: «Quando uscirà dal suo imbarazzato e imbarazzante silenzio, la premier ci dica che cosa pensa della nostra proposta unitaria sul salario minimo», dice Schlein, riferendosi agli ultimi casi che hanno agitato la maggioranza, da Santanchè a Delmastro, fino a La Russa.
«Meloni si sta occupando unicamente delle beghe giudiziarie dei suoi ministri – attacca – ma ci sono più di 3 milioni di lavoratrici e lavoratori poveri in Italia che non possono aspettare ancora».
landini schlein
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Di fronte alla quale la segretaria Pd torna a indicare una prospettiva, parallela a quella della Cgil: «Bisogna rafforzare la contrattazione collettiva, ma va estesa anche ai parasubordinati e autonomi – spiega –. Invece abbiamo un governo che ha messo mano ai contratti a cascata, che non vuol dire solo più precarietà, ma anche aprire le porte alla criminalità organizzata e abbassare l'attenzione sulla sicurezza sul lavoro».
Su questo terreno, come pure sulla difesa della sanità pubblica, «vorremmo intrecciare battaglie anche con la Cgil e gli altri sindacati – aggiunge Schlein – Perché la destra deve capire che il welfare non è un costo ma un investimento». Landini è pronto a raccogliere, sottolineando che «serve il rinnovo dei contratti, pubblici e privati, e una legge che dia valore generale ai contratti nazionali, firmati da organizzazioni che siano rappresentative – spiega il segretario – e su questa base stabilire la quota oraria sotto la quale nessuno deve essere pagato. Il salario minimo è un punto, non la soluzione di tutto». Per tutte queste istanze e per «impedire che la Costituzione venga messa in discussione»,
landini schlein
Landini rilancia il prossimo appuntamento di piazza, dopo l'estate: il 30 settembre a Roma per proseguire il percorso avviato con il corteo dello scorso 24 giugno. Ma il leader Cgil va oltre e parla anche di «un nuovo diritto», quello «alla formazione e alla conoscenza», che nel concreto è la richiesta di aggiungere un monte ore settimanale retribuito, per l'educazione e l'istruzione degli operai.
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