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    COME MAI A ROMA 132 MILA MULTE SONO STATE CANCELLATE IN MANIERA SOSPETTA? UN'INCHIESTA NATA DALLA DENUNCIA DI UNA FUNZIONARIA HA PROVATO A FARE LUCE SUL PRESUNTO "UFFICIO PARALLELO" DEL CAMPIDOGLIO CHE AVREBBE ANNULLATO LE SANZIONI AGLI "AMICI DEGLI AMICI" - TRA I NOMI COINVOLTI C'ERANO IL PATRON DELLA LAZIO CLAUDIO LOTITO, I GRUPPI IMPRENDITORIALI DELLA FAMIGLIA COLANERI, LA PRINCIPESSA CATERINA TORLONIA: EPPURE ALLA FINE TUTTI GLI IMPUTATI...


     
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    Da www.liberoquotidiano.it

     

    multe comune di roma multe comune di roma

    Si è risolto in un nulla di fatto lo scandalo ribattezzato "multopoli", un'inchiesta su oltre 132 mila multe cancellate in maniera sospetta a Roma. Ma procediamo con ordine. Tutto è partito dalla denuncia di una funzionaria, Emma Coli, che qualche tempo fa aveva raccontato come tra i corridoi del dipartimento risorse economiche del Campidoglio migliaia di sanzioni venissero catalogate illegalmente come “improcedibili”.

     

    lotito lotito

    Secondo i pm esisteva una sorta di "ufficio parallelo, cioè un canale alternativo illecito, per gestire i discarichi in via clientelare". Negli atti dell'inchiesta viene chiamato in causa anche il presidente della Lazio: "La maggior parte dei beneficiari degli illeciti discarichi erano persone riconducibili ai gruppi imprenditoriali della famiglia Colaneri, in rapporti commerciali con il Pelusi, ed al signor Claudio Lotito".

     

    massimo carminati esce dal carcere 11 massimo carminati esce dal carcere 11

    Tra le multe annullate in maniera “sospetta” - come riporta Repubblica - comparivano anche quelle fatte alla principessa Caterina Torlonia, all’imprenditore Ciampini e anche a Riccardo Brugia, il pregiudicato a servizio di Massimo Carminati. Nomi noti, insomma, che avevano contribuito ad alimentare il clamore mediatico nato intorno alla faccenda.

     

    multe multe

    Adesso però è arrivata l'assoluzione, perché le accuse mosse dai pm contabili non sarebbero supportate da elementi concreti. Il tribunale della Corte dei conti ha assolto Pasquale Pelusi e altri tre funzionari comunali indagati per aver fatto scomparire sanzioni per oltre 17 milioni di euro. E adesso sarà lo Stato a dover risarcire agli imputati circa 50 mila euro di spese sostenute durante il giudizio.

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