1. DECRETONE: SALVINI, NON PRENDO CONSIGLI DALLA CGIL
(ANSA) - "Da un sindacato come la Cgil che ha fatto appena un quarto d'ora di sciopero contro la legge Fornero consigli da prendere non ne ho". Così il ministro dell'Interno Matteo Salvini intervistato a 'Non è l'Arena' su La7, commenta la critica dei sindacati alla proposta di intervento sulle pensioni dei sindacalisti.
MAURIZIO LANDINI OSPITE DI ALLA LAVAGNA
2. GROSSI GUAI A CHI SALVA LE PENSIONI AI SINDACALI
Maurizio Belpietro per “la Verità”
Come i lettori sanno, non sempre condivido le idee grilline.
Anzi, spesso le ritengo un impasto di idealismo e improvvisazione, anche se capisco che rispetto a quelle ciniche di chi ci stava prima possano incontrare il favore di molti italiani. Tuttavia, a prescindere da ciò, devo riconoscere che giorni fa avevo appreso con piacere che per primi i pentastellati si apprestavano a intervenire sui contributi previdenziali figurativi.
Non so se tutti siano a conoscenza di che cosa si nasconda dietro a questa terminologia un po' ostica. Nella pratica significa contributi non pagati, ma che ugualmente consentono a chi ne sia intestatario di ottenere, a fine carriera, la pensione. Tradotto, vuol dire che ci sono persone che quando si ritirano dal lavoro possono godere di un assegno previdenziale pieno anche se non hanno raggiunto i requisiti in vigore per la maggioranza degli italiani.
marco bentivogli
Vi state chiedendo chi siano questi privilegiati? Principalmente i politici e i sindacalisti, i quali possono svolgere attività politica e sindacale senza che nessuno paghi per loro la pensione, anche se, quando verrà l' ora, la pensione la otterranno e senza riduzioni. Vi sembra una follia, in un momento in cui si parla di tagli alle pensioni, di contributi di solidarietà e di interventi per evitare che il trattamento previdenziale sia attualizzato all' inflazione? Sì, si tratta certamente di una pazzia, ma è un meccanismo che a oggi nessuno si è mai azzardato a toccare.
Istituiti in tempi lontani, allo scopo di agevolare chi fa politica o chi rappresenta i lavoratori, i contributi figurativi avrebbero dovuto essere un' eccezione, ma in realtà si sono trasformati nella regola, aprendo una voragine nei conti dell' Inps.
Il sistema funziona così.
Quando una persona viene eletta a un incarico pubblico, la legge stabilisce che il datore di lavoro conservi il posto al dipendente diventato consigliere comunale, sindaco o assessore. Già, ma siccome nel periodo in cui questi svolge un' attività in favore della collettività non lavora in azienda, chi gli paga i contributi previdenziali in modo che alla fine del proprio mandato l' eletto non si ritrovi senza pensione? L' azienda, ovviamente, non versa un euro e così fa pure l' amministrazione pubblica, Comune, provincia o altro. Risultato?
MATTEO SALVINI GIORGIA MELONI
Paga Pantalone, cioè il contribuente. Il politico fa altro, ma l' Inps lo considera regolarmente al lavoro. L' azienda non lo retribuisce e non versa i contributi, ma l' ente li contabilizza come se fossero stati pagati. Lo stesso succede con i sindacalisti: Cgil, Cisl e Uil hanno decine di migliaia di dipendenti, ma la pensione dei funzionari è interamente a carico dell' istituto, non del sindacato. Tutto ciò significa che, nonostante i sindacalisti siano rappresentanti di un' organizzazione privata che difende gli interessi di una parte, il conto è a carico di tutti gli italiani.
Già questo pare abbastanza incredibile, in quanto non si comprende a che titolo un lavoratore autonomo, già gravato da tasse e contributi, debba pagare con le proprie imposte la pensione di sindacalisti che non solo non lo rappresentano, ma a volte sono addirittura in contrasto con i suoi interessi. Tuttavia c' è anche di peggio. Già, perché nel 1996, quando fu varata la riforma del sistema previdenziale che introdusse il contributivo al posto del retributivo, i capi di Cgil, Cisl e Uil ottennero di poter versare a fine carriera dei contributi aggiuntivi.
In pratica, ai sindacalisti fu permesso ciò che non è consentito al comune cittadino, ossia pagare un po' di più a fine carriera per far crescere l' assegno previdenziale come se quella retribuzione avesse riguardato l' intero periodo contributivo. Con questo ingegnoso meccanismo, molti funzionari sindacali hanno ottenuto una forte rivalutazione della propria pensione nonostante per decenni la loro contribuzione fosse solo figurativa, cioè non pagata. Per gli ex capi del sindacato ciò significa che al posto di un assegno ai minimi oggi godono di un assegno ai massimi, proprio grazie a questo escamotage.
pensionato ritenuto morto si risveglia
Fin qui la storia degli anni passati. Ma nelle scorse settimane i grillini hanno presentato un emendamento per intervenire sulle pensioni figurative, allo scopo di ridurle. Tutto bene? No, perché all' improvviso, l' altroieri, i pentastellati hanno deciso di ritirare la proposta. Per quale motivo?
Non è chiaro. Qualcuno spiega che la misura è solo rinviata, ma non si capiscono le ragioni del rinvio.
Una sola cosa ci e chiara: che al momento sono state tagliate le pensioni di chi ha legittimamente versato i contributi, mentre chi non lo ha fatto continua a godere di un assegno corposo anche se non lo ha guadagnato. Insomma, uno vale uno, ma non per la pensione.