Paolo Biondani per “l’Espresso” - Anticipazione stampa
BUSHRA HAIK
Per l'Italia è una pericolosa terrorista, ricercata come reclutatrice di jihadisti per il cosiddetto Stato Islamico. Ma di fatto continua a vivere nella capitale dell'Arabia Saudita, da dove i magistrati di Milano non hanno ancora ricevuto alcuna risposta al mandato di cattura internazionale spiccato già il 29 giugno scorso, che in teoria dovrebbe valere in tutto il mondo.
Al centro del caso – rivelato da “l'Espresso” nel numero in edicola da giovedì 19 novembre – c'è Bushra Haik, la «maestra di jihad» che è imputata a Milano per terrorismo, con l'accusa di aver indottrinato e radicalizzato decine di seguaci del Califfato, tra cui Maria Giulia Sergio, 28 anni, la prima italiana reclutata dallo Stato Islamico, e la sorella Marianna, 31, arrestata mentre stava organizzando la partenza con i genitori verso la Siria.
MARIA GIULIA SERGIO ISIS
Bushra è il personaggio di più alto livello tra i nove imputati per cui la procura, dopo gli arresti del primo luglio scorso, ha chiesto il rinvio a giudizio. Nata a Bologna 30 anni fa da una famiglia di origine siriana, la donna si è trasferita dal 2012 a Riad, in Arabia Saudita, da dove ha gestito il reclutamento di combattenti stranieri su Internet. La polizia italiana l'ha intercettata mentre esaltava il Califfato in cinque forum jihadisti con 323 iscritti di molteplici nazionalità.
I magistrati, nell'ordinanza d'arresto, spiegano che «le lezioni di Bushra rappresentano una efficace e continua esaltazione delle azioni terroristiche dello Stato Islamico, perpetrate ai danni di occidentali, minoranze sciite e ostaggi anche musulmani».
MARIA GIULIA SERGIO MARIA GIULIA SERGIO CON LA SORELLA MARIANNA MARIA GIULIA SERGIO PAPA E MAMMA MARIA GIULIA SERGIO ALIAS FATIMA
Nei colloqui su Internet con le sorelle Sergio, in particolare, Bushra ha giustificato l'attacco terroristico del 7 gennaio 2015 contro Charlie Hebdo a Parigi, sostenendo che «gli occidentali non sono innocenti, perché i loro Paesi hanno mandato gli eserciti a uccidere». Inoltre ha difeso le decapitazioni di prigionieri e gli attentati-kamikaze contro gli sciiti, definendoli «miscredenti che fingono di essere musulmani».