1. SINNER, IL RICORSO DELLA WADA E LA CAPPA DELLA CUCINA DELL'HOTEL DEI NUOTATORI CINESI: NON È GIUSTIZIA MA POLITICA
Estratto dell’articolo di Daniele Dellera per www.corriere.it
jannik sinner
[…] con questa decisione (legittima) di presentare ricorso al Tas contro l’assoluzione di Sinner, la Wada non fa giustizia ma politica. L’agenzia, una istituzione, che sovrintende l’antidoping a livello mondiale, è stata messa sotto accusa in questi mesi da atleti, allenatori, organi di informazione a livello internazionale, autorevoli commentatori, scienziati e studiosi del settore, per una delle storie più misteriose e torbide di doping, con al centro la potente federazione di nuoto cinese.
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Grave che il caso coperto sia stato indagato con scarso rigore dalla Wada, che si è bevuta la storiella delle cappe della cucina di un hotel che avrebbero contaminato di farmaci quei campioni che poi saccheggiarono l’oro delle piscine dei Giochi di Tokyo. La Wada ha passato giorni difficili, presa a sberle anche durante l’Olimpiade di Parigi, ma ha continuato a fare finta di niente inchinandosi rispettosa e per nulla sospettosa dei metodi cinesi (altro che «negligenza»). Ecco che esplode il caso Sinner non certo gestito bene da chi si prende cura di lui, l’esempio peggiore di questa disorganizzazione è stata la tonsillite «olimpica».
jannik sinner
[…] la Wada fa ricorso dimostrando a tutti, anche a chi l’ha criticata per pavidità cinese, di essere forte e autonoma perché manda a processo il numero 1 del mondo del tennis. Forte con i forti... ma debole con i cinesi.
[…]
Ora si va al Tas […] La speranza, l’attesa è che al Tribunale di Losanna si faccia giustizia e non politica, senza stravolgere per esempio il passato, la storia che in casi analoghi a questo ha assolto e non condannato. Anzi per dirla tutta, non ha fatto neppure ricorso.
jannik sinner
2. SINNER, LA SENTENZA A FEBBRAIO. LA WADA HA SCELTO DI VINCERE COMUNQUE
Estratto dell’articolo di Paolo Rossi per www.repubblica.it
Altri quattro mesi, come minimo, di tennis giocato portando la croce. Così vivrà il suo futuro prossimo il numero uno del mondo Jannik Sinner. Questo il suo programma autunno inverno: sarà il protagoniste delle Atp Finals di Torino, difenderà la Coppa Davis a Malaga, trascorrerà il Natale in famiglia e a gennaio difenderà gli Australian Open, ma sempre con questa spada di Damocle sulla testa: il giudizio arbitrale sollecitato dall’appello della Wada.
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[…] Non si avrà un verdetto prima del 2025. Verosimilmente a febbraio. Dunque, se condannato (la richiesta è da uno a due anni), sarà il 2025 a rischio, ma Sinner potrà difendere il suo primo titolo Slam, gli Australian Open. Perché l’iter prevede che arrivino le carte in Svizzera, in primis. E che poi venga formato il collegio di tre arbitri: il Tas ne sceglierà uno, così come la Wada e i legali di Jannik Sinner. Attenzione, non possono essere professionisti esterni, ma devono essere nell’elenco del Tribunale, che ne conta 300, fra giuristi e avvocati, da oltre 80 Paesi diversi, con differenti background legali, tutti nominati per un periodo (rinnovabile) di quattro anni.
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[…]Tre giudici, un verdetto. Cercheranno l’unanimità, come da consuetudine, nonostante due siano di parte: vedremo quale interpretazione delle norme prevarrà.
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