Simona Romanò per www.leggo.it
RICCARDO GATTI
È la cocaina, spesso acquistata tramite un servizio “delivery”, lo stupefacente più diffuso fra i giovani consumatori che poi sono costretti a rivolgersi ai Servizi dipendenze pubblici di Milano città.
Nel solo gennaio gli sportelli hanno accolto 98 nuovi pazienti: 87 maschi e 11 femmine. In buona parte dai 18 ai 24 anni, a seguire dai 25 ai 34. «È solo l’inizio, perché ci aspettiamo, dopo la riduzione delle attività a causa della pandemia, un crescente numero di richieste». È l’allarme di Riccardo Gatti, direttore del Dipartimento interaziendale prestazioni erogate in area dipendenze dell’Asst Santi Paolo e Carlo, che dà uno spaccato dell’uso di sostanze illecite in città.
GIOVANI & DROGA L’sos più preoccupante arriva dai giovani (18-24 anni), «perché - precisa Gatti - in quella fascia ci sono più persone che hanno sia problemi di salute legati all’abuso di droga sia problemi con la giustizia connessi a reati di consumo o spaccio».
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Sono circa 4mila i pazienti, ad oggi, in cura ai servizi, destinati a aumentare dopo i 98 dello scorso gennaio: più di 1.608 (circa il 40%) sono tossicodipendenti da cocaina, oltre 1.166 (28%) da eroina. E poi ci sono 596 soggetti con disturbi collegati all’alcol e 802 al gioco d’azzardo. «Sul fronte droga vediamo solo la punta dell’iceberg», avverte l’esperto.
MASS MARKET L’ultimo report dettagliato è del 2015, quando su un campione di 8.200 lombardi il 13% ammetteva «di assumere sostanze illecite»: «rapportando il dato a oggi, a Milano, oltre 178mila persone userebbero droghe», indica l’esperto, puntualizzando che potrebbe essere «verosimile perché il mercato delle droghe è diventato un mass market, ovvero tanti prodotti per tutte le tasche».
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"SERVIZIO DELIVERY" Il rischio di un’impennata dei consumi per il disagio sociale causato dalla pandemia si vedrà in futuro. Intanto, l’emergenza Covid - che ha chiuso i luoghi di aggregazione - ha modificato il modo di spacciare: durante lockdown e zona rossa la droga circolava con un sistema di delivery e tuttora la vera “piazza” di spaccio, a Milano, è nella rubrica dei cellulari dei pusher che forniscono direttamente a casa.
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È un metodo, secondo Gatti, «per accontentare una determinata clientela», che non frequenta “certi” luoghi. Si amplierà la platea dei consumatori, perché “farsi” «assume nuovi significati, ovvero è visto come una strada per modificare il proprio status sociale, per sentirsi più forti nella cultura della prevaricazione». E lo spaccio permette di «guadagnare soldi facili che rappresentano il potere».
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