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    COME SARA’ ANDARE ALLO STADIO AL TEMPO DEL COVID - IL PRIMO WEEK END DI OTTOBRE TORNANO I TIFOSI SUGLI SPALTI. POTRANNO OCCUPARE UN QUARTO DEI POSTI. PER OGNI SETTORE IL LIMITE DI MILLE PERSONE - E LA LEGA CALCIO GIÀ PENSA A INGRESSI SCAGLIONATI DI UN QUARTO D’ORA PER CIASCUN SETTORE. DIFFICILE È ANCHE DIRE SE QUESTA APERTURA SARÀ SUFFICIENTE A TINGERE ALMENO DI ROSA I BILANCI DEI CLUB IN PROFONDO ROSSO…


     
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    Paolo Russo per “la Stampa”

     

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    Il primo week end di ottobre torna il tifo negli stadi. Non come prima, perché il piano messo a punto ieri sera da governo e regioni dice che gli spalti potranno riempirsi fino a un massimo di un quarto dei posti, e con il limite di mille persone a settore.

     

    Comunque molti di più del vuoto cosmico fatto dei mille spettatori per tutto l’impianto imposto dal Dpcm ancora in vigore e in scadenza il 7 ottobre. Provvedimento che il governo intende prorogare - con le nuove disposizioni - con qualche giorno di anticipo per far tornare i tifosi a sostenere le proprie squadre per la terza di campionato.

     

    Il tifo dell’era Covid sarà pero meno rumoroso e colorato. Prima di tutto «durante tutta la permanenza nell’impianto gli spettatori devono indossare la mascherina», senza fare eccezioni nemmeno per i bambini, recita il testo messo a punto dalle Regioni e fatto proprio dal governo dopo il vertice tra il ministro della Salute, Roberto Speranza e quello dello Sport, Vincenzo Spadafora.

     

    Poi «è vietato introdurre all’interno dell’impianto striscioni, bandiere e altro materiale. I posti a sedere dovranno essere assegnati in modo da garantire il distanziamento interpersonale, sia laterale che frontale di almeno un metro da testa a testa». In pratica per ogni seggiolino occupato ce ne saranno tre liberi. E comunque non ci si potrà spostare dal proprio posto, nemmeno per esultare dopo un gol.

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    L’acquisto dei biglietti «dovrà essere effettuato esclusivamente online» o in prevendita. Gli steward dovranno far osservare il fatidico metro di distanza sia in entrata che in uscita e avranno in dotazione mascherine da distribuire a chi ne fosse sprovvisto. Ma per evitare la calca i cancelli dovranno essere aperti «con largo anticipo». E la Lega calcio già pensa a ingressi scaglionati di un quarto d’ora per ciascun settore. Anche al termine della partita si uscirà scaglionati. Previsto anche l’obbligo di rilevazione della temperatura all’ingresso. Vietato a chi supera 37 e mezzo.

     

    L’elenco degli spettatori dovrà poi essere conservato dai club per almeno 14 giorni in modo da renderlo disponibile alle autorità sanitarie in caso di contagi.

     

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    Fin qui in apparenza tutto chiaro, ma a complicare le cose c’è quel limite di mille spettatori a settore. Che non è detto siano quelli che fino ad oggi hanno suddiviso gli stadi, in tribune, curve e distinti, per fare un esempio. Il testo parla infatti di «blocchi funzionali», definiti successivamente «come una tribuna (o parte di una tribuna), di posti a sedere, che abbia un accesso o uscita totalmente separati e indipendenti e che possa usufruire in via esclusiva dei servizi accessori, quali ad esempio guardaroba e servizi igienici».

     

    Quanto questi paletti finiranno per ridurre il numero di spettatori è presto per dirlo, ma l’impressione è che le società di calcio dovranno rimboccarsi le maniche per ridisegnare al più presto i confini interni dei propri impianti se non vorranno lasciare a casa ancora più tifosi.

     

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    Difficile è anche dire se questa apertura sarà sufficiente a tingere almeno di rosa i bilanci dei club in profondo rosso. In particolare i 20 di serie B e 60 di C che senza poter contare sui diritti televisivi sono sull’orlo del fallimento. Ma dopo la bocciatura estiva da parte del Cts del più ambizioso piano della Lega calcio più di questo il governo non era intenzionato concedere, tanto più con i contagi in risalita rispetto ad allora (ieri stabili a 1.392 ma con sempre più ricoveri: 136 di cui 7 in terapia intensiva). Le nuove regole varranno anche per tutti gli altri impianti sportivi. Compresi quelli al chiuso dove il limite però è di 200 spettatori a settore.

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    Intanto il ministero della Salute assicura che verrà potenziata la presenza della polizia frontaliera ai confini con la Francia per controllare che chi entra nel nostro Paese abbia eseguito il tampone 72 ore prima. Ferma restando la possibilità di effettuare il tampone o il test veloce entro 48 ore l’ingresso in Italia. In questo caso al confine bisognerà esibire un attestato dell’avvenuta prenotazione.

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