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    COME SI CAMPA ALL’AGENZIA DI STAMPA? (MALE)/2 – CAOS ALLA “DIRE”: I GIORNALISTI HANNO INDETTO DUE GIORNI DI SCIOPERO (DOMANI 3 APRILE E GIOVEDÌ 11 APRILE) PER LA SOSPENSIONE DAL LAVORO DI 17 GIORNALISTI LA NOTTE DI CAPODANNO - LA LETTERA DI STAMPA ROMANA E FNSI: “AD ALCUNI DI QUESTI DIPENDENTI È STATO CONSEGNATO A MANO IL CEDOLINO E  VENIVA LORO PROPOSTA LA CONSEGNA DI UN ASSEGNO CIRCOLARE DI PARI IMPORTO DELLA COMPETENZA NETTA. TUTTO QUESTO È ILLEGITTIMO…”


     
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    MAIL DELL’ASSEMBLEA DEI REDATTORI DELL’AGENZIA DIRE

     

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    Le giornaliste e i giornalisti dell’Agenzia di stampa Dire si asterranno dal lavoro per l’intera giornata di domani, mercoledì 3 aprile, e del prossimo giovedì 11 aprile, alla luce della posizione di chiusura, da parte dell’azienda, rispetto alla richiesta di sanare in maniera definitiva la questione dei 17 giornalisti della sede di Roma sospesi dal lavoro la notte del 31 dicembre. Si tratta delle prime due giornate di sciopero di un pacchetto di 5 giorni affidati dall'Assemblea al CdR.

     

    L'Assemblea dei redattori, con questa mobilitazione, chiede nuovamente che la Com.e, azienda editoriale proprietaria dell'agenzia Dire, paghi gli stipendi del mese di gennaio per intero anche ai colleghi che sono stati sospesi dal servizio dall'1 al 26 gennaio scorsi.

     

    Stefano Valore Stefano Valore

    L'Assemblea, supportata dai sindacati, ritiene infatti illegittimo il provvedimento di sospensione e pertanto privo di effetti, come del resto dimostrato dalla regolare presenza al lavoro di tutti i colleghi interessati anche nel mese di gennaio. Il riscontro è evidente dai lanci di notiziario e dagli articoli del sito usciti, in gennaio, siglati e firmati anche dai colleghi destinatari di tale decisione.

     

    L'Assemblea chiede inoltre all'azienda di proseguire con l'opera di reintegro dei colleghi licenziati a seguito del piano di esuberi dell'autunno scorso, di regolarizzare il pagamento degli stipendi (che ancora avviene in ritardo e in due o tre tranche) e di aprire una nuova stagione di rapporti costruttivi con le rappresentanze sindacali e il corpo redazionale nella sua interezza.

     

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    Dopo quasi due anni di solidarietà, con un taglio fino al 30% per gli stipendi di giornalisti e grafici, ci sono stati i licenziamenti arrivati il 28 dicembre. Poi con la vicenda del fermo amministrativo è arrivata la sospensione dei contributi da parte di Palazzo Chigi (sbloccata a fine gennaio). Poi le sospensioni. I giornalisti dell'agenzia Dire vorrebbero poter guardare oltre una stagione conflittuale e di tensioni che non hanno cercato, e sperano di poterlo fare trovando una rinnovata disponibilità al dialogo da parte dell'editore.

     

    Lettera di Stampa romana e Fnsi alla Com.e comunicazione, editore dell’agenzia Dire

    Siamo venuti a conoscenza che a 17 giornalisti della Dire è stato decurtato lo stipendio relativo al mese di gennaio u.s. di 22 giornate lavorative con causale sospensione non retribuita. 

     

    Ad alcuni di questi dipendenti, convocati dall'azienda, è stato consegnato a mano il cedolino con questa indicazione fuori da ogni previsione di legge e proposta una lettera a firma dell'editore, da controfirmare, nella quale veniva spiegato il provvedimento. 

    Stefano Valore Stefano Valore

    In aggiunta veniva loro proposta la consegna di un assegno circolare - emesso all'editore - di pari importo della competenza netta che i singoli avrebbero dovuto ricevere per quelle giornate. Come saprete, tutto questo è illegittimo. 

     

    La busta paga non può contenere conteggi illegittimi né indicazioni senza fondamento giuridico e parte dello stipendio non può essere corrisposto con modalità irricevibili. Oltretutto è da considerare anche il danno contributivo arrecato ai 17 giornalisti 

    Ricordiamo, sul punto, che i 17 giornalisti nelle asserite 22 giornate di sospensione hanno effettuato le loro prestazioni - documentate dalle sigle inserite nelle agenzie, dagli ordini di servizio di direttore e caporedattore, dalle testimonianze dei colleghi che li hanno visti al lavoro - e, ai sensi di legge, è dovuta la loro retribuzione.

     

    Pertanto Vi chiediamo di emettere cedolini regolari e di pagare, entro 5 giorni dal ricevimento della presente, lo stipendio correttamente. In difetto, i giornalisti saranno costretti ad agire nelle competenti sedi. Cordiali saluti. Alessandra Costante e Stefano Ferrante

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