• Dagospia

    COME SI CREA UN GOVERNO “DI LIVELLO”? MELONI VUOLE I TECNICI, SALVINI VUOLE PIÙ POLITICI, TAJANI VUOLE UNA POLTRONISSIMA PER SE STESSO - E INFATTI DENTRO FORZA ITALIA È INIZIATA UNA FAIDA VIOLENTA UNA PARTE DEI DIRIGENTI CONTRO IL COORDINATORE, ACCUSATO DI TRATTARE PER SÉ, IN SOLITARIA (HA CHIESTO UN INCONTRO ALLA LEADER DI FRATELLI D’ITALIA SENZA AVVISARE IL CAV) - BERLUSCONI SI E’ SENTITO SCAVALCATO E HA CHIAMATO LA MELONI: "DA ADESSO IN POI TRATTA CON ME”


     
    Guarda la fotogallery

    antonio tajani matteo salvini giorgia meloni cernobbio antonio tajani matteo salvini giorgia meloni cernobbio

    Ilario Lombardo Francesco Olivo per “la Stampa”

     

    Va bene il "governo dei migliori" in salsa sovranista, basta che i migliori siano politici.

    È questo, ridotto all'osso, il messaggio recapitato a Giorgia Meloni dai soci di centrodestra. Il timore che la premier in pectore voglia affidare le caselle principali dell'esecutivo ai tecnici e, di conseguenza, relegare nelle seconde fasce leader e altri esponenti di partito, sta agitando, e non poco, Lega e Forza Italia.

    GIORGIA MELONI ANTONIO TAJANI MATTEO SALVINI GIORGIA MELONI ANTONIO TAJANI MATTEO SALVINI

     

    Sono preoccupazioni confermate da diverse fonti messe a conoscenza delle trattative che la presidente di Fratelli d'Italia sta tenendo in queste ore dal suo ufficio alla Camera. Tanto che il coordinatore nazionale di Forza Italia Antonio Tajani - dopo aver letto il tweet di Meloni che assicurava di essere al lavoro «per una squadra di livello che non vi deluderà» - ha sentito la necessità di precisare che il governo sarà «politico e di qualità», e se poi ci sarà «qualche» tecnico di alto livello, «perché no».

     

    giorgia meloni matteo salvini antonio tajani a catania giorgia meloni matteo salvini antonio tajani a catania

    È a questa pretesa, politicamente legittima, che Meloni dovrà rispondere. Perché dare alla squadra una coloritura troppo tecnica scontenterebbe i politici, che hanno l'esigenza di avere più poltrone possibili per soddisfare le tante richieste e le tante aspettative interne. Dei quattro ministeri di prima fascia, esclusa l'Economia, ogni partito ne vorrebbe uno.

    Tajani gli Esteri e Matteo Salvini l'Interno.

     

    La destinazione del secondo è il cuore dell'impasse che sta complicando le giornate di Meloni. Il leghista insiste a chiedere il Viminale, pur sapendo, come gli ha spiegato l'alleata, che c'è un veto quirinalizio e che anche il processo in corso su Open Arms a suo carico è un grosso macigno. Il problema è: dove metterlo?

    SILVIO BERLUSCONI ANTONIO TAJANI SILVIO BERLUSCONI ANTONIO TAJANI

     

    Se reggerà lo schema di Tajani-Salvini vicepremier, il capo della Lega accetterà di finire in un ministero minore come l'Agricoltura, magari sommata al Turismo, mentre l'ex presidente dell'Europarlamento porterà i prestigiosi galloni della Farnesina in giro per il mondo? Ecco perché Meloni vorrebbe risolverla con una scelta tecnica. Un prefetto (Giuseppe Pecoraro o Matteo Piantedosi) all'Interno, e un diplomatico (gira molto il nome di Stefano Pontecorvo) agli Esteri.

     

    Oppure concedere a Tajani il ministero che chiede (o, in alternativa, la Difesa) e lasciare alla Lega la Giustizia (a Giulia Bongiorno, per esempio), sempre che Salvini accetti il sacrificio.

     

    giorgia meloni matteo salvini antonio tajani a catania 1 giorgia meloni matteo salvini antonio tajani a catania 1

    Sono bastate 72 ore di incertezze sulle trattative, e il panico di rimanere esclusi dal governo si è diffuso tra i partiti. Con contraccolpi immediati dentro Forza Italia. Il partito è in preda a una faida violenta. Una parte dei dirigenti del partito si è rivoltata contro Tajani, accusato di trattare per sé, in solitaria, con Meloni. Secondo queste ricostruzioni, il coordinatore nazionale in asse con la leader di FdI lavora per isolare Salvini e frustrarne le ambizioni sul Viminale, perché in realtà - dicono - punterebbe lui a quel ruolo. I malumori, nati nei giorni della compilazione delle liste elettorali, sono deflagrati dal momento in cui Tajani avrebbe declinato altre possibili caselle per Fi: in un colloquio con Berlusconi, ha rifiutato la presidenza della Camera.

     

    giuseppe pecoraro foto mezzelani gmt046 giuseppe pecoraro foto mezzelani gmt046

    I veleni sono arrivati fino ad Arcore: ieri pomeriggio, Meloni ha telefonato al Cavaliere per gli auguri di compleanno, e nel corso della conversazione Berlusconi le ha chiesto conto dell'incontro di martedì con Tajani, del quale non sarebbe stato avvisato («ma è stato lui a chiedermi un appuntamento», la risposta).

     

    Circostanza inaccettabile per il leader: «Da adesso in poi tratta con me», avrebbe aggiunto Berlusconi, frase che viene smentita dallo staff della presidente di FdI. Anche Tajani nega: «Con Giorgia non abbiamo parlato di nomi, ma solo di contenuti politici», spiega a La Stampa: «E i ministri li indicherà Berlusconi, non certo io». Polemiche a cui sembra non prestare attenzione Meloni, mentre prosegue incontri e telefonate. Ieri è toccato al presidente del Coni Giovanni Malagò e a quello del Cio Thomas Bach, rassicurati sull'organizzazione delle Olimpiadi invernali del 2026.

    matteo piantedosi matteo piantedosi

     

    Anche Salvini resta insoddisfatto. E vuole alzare la posta, insistendo sul Viminale. Ieri il leader della Lega ha riunito i suoi 95 parlamentari in un teatro vicino a Montecitorio. Il clima era da assedio. Prima di entrare in sala, deputati e senatori sono stati costretti a consegnare i telefoni per evitare che, come successo in passato, qualcuno potesse registrare e diffondere le parole del capo.

     

    Salvini ha insistito molto sul rapporto con i giornalisti, invitando gli eletti alla cautela: «Attenti quando andate a cena, potrebbero ascoltare le vostre frasi e manipolarle». Poi è passato alla politica: «Questo governo durerà cinque anni». E la sconfitta della Lega? «Mentre noi dovevamo fare lunghe spiegazioni sul perché eravamo al governo, era molto più semplice dire vaffa da fuori».

    Guarda la fotogallery


    ultimi Dagoreport