Spin Doctor per dagospia
logo unione centroSulla forza trainante dei simboli non si discute. E basta pensare alla simbologia cristiana, sempre la stessa da duemila anni, per capire quanto è importante. Eppure i nostri leader ci pongono poca attenzione e sui loro loghi non investono nemmeno cinque minuti di pensiero. Come se gli elettori fossero influenzabili solo dalle dichiarazioni estemporanee a questa o quella trasmissione televisiva.
Vediamo allora come si presenteranno i partiti alle elezioni di fine febbraio, sperando che qualcuno possa cambiare in corsa in questi ultimi giorni.
- UDC: Lo scudo crociato basta a risvegliare memorie novecentesche (e a imporre a Monti la lista separata alla camera). Dura nel tempo, come Casini.
LISTA MONTI: Curato da Proforma, agenzia che ha seguito con successo tanti politici di sinistra, primo tra tutti Vendola. Ma il simbolo per Montimer non accende i cuori. Tante, troppe parole all'interno del cerchietto, timido il colore di "scelta civica". E penosa la conferenza stampa di lancio.
POPOLO DELLE LIBERTÀ: cambierà, se non altro per togliere a culatello Bersani il piacere dell'articolo femminile "la pidielle".
MOVIMENTO CINQUE STELLE: la "V" è una citazione tra il nerd del film "V per vendetta" e il trash del vaffanculo day. A parte questo, il logo ricorda più un motel ambiguo che un movimento d'avanguardia.
SEL. Non male la scelta dei colori e la striscia rossa. Intristisce, come per tutti gli altri simboli, l'abbondanza di lettere che fa fronte all'assenza di segni grafici. Aridatece la falce e il martello.
CENTRO DEMOCRATICO: Ardito trompe l'oeil di "C" e "D" che ammicca allo stile del PD . Un dubbio: il vedo/non vedo sarà solo simbolico o anche sostanziale?
PARTITO DEMOCRATICO. Tra i simboli di nuova generazione, quello del PD, disegnato da Antonio Romano, resta uno dei migliori: riconoscibile, visibile, innovativo anche nel formato.
LA DESTRA: in equilibrio tra un braccio della statua della libertà e un cappello della Guardia di finanza, quello de La Destra è comunque un bel logo.
LEGA NORD: è l'ultimo logo della vecchia generazione (e non a caso la Lega è il più vecchio tra i partiti in parlamento). Nome a cerchio, immagine al centro. E il vecchio Alberto da Giussano fa sempre la sua figura. Molto migliore della foglia di mariuana che gli è stata affiancata. Vedremo se Maroni cadrà nel personalismo e imporrà il suo nome al posto di Padania
RIVOLUZIONE CIVILE: Una new entry da osservare con attenzione, perché unisce elementi old style (la riproduzione del Quarto Stato, bella idea che però non parla certo di futuro) e moderni abusi di parole: il nome "Ingroia" è scritto a caratteri cubitali che nemmeno Chavez. E meno male che non piace il personalismo.
GRANDE SUD: inutile negarlo, il simbolo è bello, nuovo, innovativo. Colori inediti, effetti gradevoli, poche parole. Ideale, ma per una catena di supermercati.
FRATELLI D'ITALIA: poca fantasia per la nuova creatura di Larussa, Meloni, Crosetto. È l'unico simbolo a usare un dettaglio fotorealistico, con il rischio della bassa definizione delle schede elettorali. I colori sono gli stessi del PDL, come dire "non ti scordar di me"
FUTURO E LIBERTà: è un bel logo che usa parole forti e innova nei colori e nella struttura.
LISTA LAVORO E LIBERTÀ: ottimo lavoro del nipotino di Tremonti con riga e squadra... Logo buono per una polleria messicana. Per la politica ci vuole altro.
MODERATI IN RIVOLUZIONE: Simbolo abbastanza insignificante, che però capitalizza sull'uso di termini esotici. MIR ricorda la stazione orbitante sovietica, e Samorì è un nome da Mille e una notte.
PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI. L'usato sicuro. Sepolta dalla storia politica, la falce e il martello resta uno dei simboli politici più belli ed espressivi. Anche in questa versione globalista, con il pianeta stile ONU, fa la sua porca figura.
FARE PER FERMARE IL DECLINO. Cambiare nome così rapidamente non giova alla comunicazione di un partito appena nato. Il logo, in una bella bicromia, non è male. Solo un pelo troppo mascolino, con il freccione eretto...