Niccolò Carratelli per “la Stampa”
landini conte
Sembrano lontani i tempi in cui il Movimento 5 stelle voleva «eliminare i sindacati». Dieci anni fa, nel pieno dell'onda del "vaffa", che stava per invadere il Parlamento, Beppe Grillo aveva usato parole definitive: «Non c'è più bisogno dei sindacati, sono una struttura vecchia come i partiti». I vertici della Cgil non la presero benissimo, accusando il fondatore M5s di auspicare «uno sterminio di massa» dei loro milioni di iscritti.
Gli stessi iscritti che, tradotti in voti, oggi fanno molta gola ai "grillini" evoluti in partito progressista. All'epoca, comunque, nessuno avrebbe potuto immaginare di vedere il segretario della Cgil e il presidente del Movimento procedere a braccetto. D'accordo su tutto, o quasi.
Dal giudizio negativo sulla legge di bilancio alla richiesta di fermare l'invio di armi in Ucraina e promuovere un negoziato di pace. Maurizio Landini e Giuseppe Conte si sono avvicinati progressivamente negli ultimi mesi, soprattutto dopo il risultato delle elezioni. Una precisa volontà dell'ex premier, protagonista di un corteggiamento piuttosto smaccato, non ostacolato dal leader sindacale. Il quale, però, è sempre attento a mettere in chiaro che la Cgil dialoga con tutti i partiti e non ha legami preferenziali.
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Anche ieri, uscendo dalla sede 5 stelle di via di Campo Marzio, dopo la riunione con lo stato maggiore del Movimento sulla manovra, Landini ha voluto precisare che «abbiamo scritto a tutte le forze politiche in Parlamento, perché riteniamo necessario cambiare e migliorare questa legge di bilancio».
E ha ricordato come una delegazione del sindacato abbia già incontrato rappresentanti del Partito democratico e dell'Alleanza Verdi-Sinistra, oltre che di Fratelli d'Italia (sempre ieri, ma senza Landini), mentre oggi è previsto un appuntamento con la Lega. Insomma, si parla con tutti, ma il feeling è migliore con qualcuno. «Abbiamo ascoltato il giudizio del M5S, che condivide molte nostre richieste, c'è un terreno importante e comune di iniziative», ha detto Landini. Che non ha mancato di ribadire che «il superamento del reddito di cittadinanza è un errore, così è un mondo alla rovescia».
LANDINI CONTE
Musica per le orecchie di Conte, che subito ha rafforzato il concetto: «Viene cancellato il reddito e viene introdotta l'evasione di cittadinanza, premiando i cittadini che girano con 5mila euro in contanti». Le basi per unire le forze ci sono, le occasioni non mancano. La Cgil organizzerà, a livello regionale, «manifestazioni e scioperi nella settimana che va dal 12 al 16 dicembre», ha annunciato Landini. Proprio la settimana che precede la manifestazione contro la manovra convocata dal Pd per sabato 17.
In quei giorni, anche Conte continuerà il suo tour nelle città italiane in difesa del reddito di cittadinanza. Ognuno per sé, in teoria. Di certo, Landini non andrà a manifestazioni di partito, mentre non è da escludere che Conte si faccia vedere di nuovo tra le bandiere rosse della Cgil.
GIUSEPPE CONTE MAURIZIO LANDINI
Come è successo lo scorso 8 ottobre, quando si è presentato in piazza del Popolo per dire che «la nostra agenda sociale ha molti temi in comune con la Cgil». Al centro dell'attenzione, approfittando dell'assenza di Enrico Letta: due chiacchiere con Landini dietro al palco e diversi applausi raccolti tra i manifestanti, a conferma che i lavoratori e i pensionati iscritti al sindacato rappresentano un fondamentale bacino elettorale per il nuovo Movimento progressista.
Tanto che un mese dopo, il 5 novembre, riecco Conte e Landini abbracciarsi sotto il palco di piazza San Giovanni, al termine della manifestazione per la pace in Ucraina. Il presidente 5 stelle ha aspettato il leader Cgil per salutarlo e farsi fotografare con lui, tra sorrisi e battute, dopo aver detto le stesse cose sulla strada da seguire per fermare la guerra.
MAURIZIO LANDINI GIUSEPPE CONTE
Non è stata l'ultima strizzata d'occhio: venerdì scorso, a Napoli, di nuovo in mezzo alle bandiere rosse di un presidio Cgil sotto la sede dell'Inps, per celebrare l'assunzione di centinaia di storici precari dei call center da parte dell'Istituto di previdenza, grazie a un provvedimento del secondo governo Conte. Insomma, ogni occasione è buona per mostrarsi come il miglior riferimento politico per il sindacato di sinistra. Mentre il Pd è alla ricerca di una nuova guida e una nuova anima, il flirt tra M5s e Cgil può continuare.