Leonardo Martinelli per "la Stampa"
lily collins emily in paris
Emily in Paris, la serie di Netflix, che narra le peripezie di un'americana ingenua in una «ville lumière» da cartolina, genera da sempre le ironie dei francesi, che sui social ne criticano con sarcasmo i luoghi comuni (ma come gli altri, ne alimentano le audience da record).
la ragazza ucraina in emily in paris
Da poche settimane è disponibile la seconda serie. E adesso le lamentele arrivano perfino da Kiev. Oleksandr Tkachenko, ex giornalista e oggi ministro della Cultura in Ucraina, se l'è presa con la fiction diretta da Darren Star (quello di «Sex & the City»): «Emily in Paris rappresenta un'immagine caricaturale della donna ucraina, che è inaccettabile - ha postato su Telegram -. È pure offensivo. Ma è così che sono visti gli ucraini all'estero?».
oleksandr tkachenko
Si riferisce a una scena del quarto episodio del sequel. Emily ha conosciuto Petra, una giovane ucraina, a un corso di francese. Insieme vanno alla Samaritaine, lo scintillante grande magazzino in stile Belle époque. Petra ha preso una giacca, una borsa e un cappello (tutto in sintonia con gli ultimi trend della moda parigina: in questo la serie ci azzecca sempre), ma al momento di passare alla cassa dice di preferire «il gratuito». Insomma, fuggono via senza pagare.
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Ma Emily, la brava ragazza di Chicago, è sotto choc. Prende quei prodotti dalle mani di Petra, interpretata dall'attrice ucraina Daria Panchenko, per riportarli nel negozio. All'altra dice: «Non sai quello che succede a Jean Valjean, quando ruba una baguette. Non hai mai visto I Miserabili». Insomma, pure ignorante. Tkachenko non ci ha visto più. Oltre al suo post, ha contattato Netflix per una protesta ufficiale.
petra la ragazza ucraina di emily in paris
La piattaforma ha risposto dicendo che resteranno «in stretto contatto», per evitare altri incidenti del genere. Ma intanto la miccia sui social è innescata. Tale Yevheniya Havrylko, ucraina che vive a Parigi, rivolgendosi su Instagram a Netflix, ha sottolineato che «il modo in cui avete trattato l'immagine degli ucraini è uno stupido trucchetto di bassa lega, uno scandalo assoluto e una vergogna».
lucas bravo, camille razat e lily collins emily in paris
È già a più di 75mila like. Invece Natalka Yakymovych, produttrice di film, ucraina pure lei, si è chiesta: «Ma allora in una serie tv i personaggi negativi possono essere di qualsiasi origine, ma non ucraini? Ovviamente avremmo tutti preferito che venisse da Mosca, ma non si ha sempre quello che si vuole».
lily collins emily in paris 2
Emily in Paris aveva scatenato già proteste sui suoi supposti pregiudizi, ma da parte francese (mai dalle autorità ufficiali, solo nel mondo dei social). Nella serie Emily, che si trasferisce nella città per lavorare in un'agenzia di marketing, subisce una serie di inevitabili choc culturali.
I francesi che incontra sono mediamente libidinosi, fumatori in eccesso e antipatici (ma siamo proprio sicuri che i luoghi comuni siano sempre senza fondamento?). Soprattutto i parigini si erano scatenati a paragonare, con tanto di foto, la Parigi immaginaria di Emily e quella più prosaica della realtà, vedi le strade pulitissime, dove evolve l'eroina, e la città vera, sempre più zozza e piena di ratti.
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A proposito, in questa seconda serie Emily va in treno di notte a Saint-Tropez: un convoglio degno del mito dell'Orient Express. Joël Giraud, segretario di Stato responsabile della Ruralità, ha postato su Twitter una foto sua su un vero treno di notte, molto più spartano di quello della serie. Commentando che Emily in Paris «è un po' esagerato».
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