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    COME SONO SVEGLI IN EUROPA: SI ACCORGONO CHE ORBAN È UN BURATTINO NELLE MANI DI PUTIN SOLO ORA – IL PREMIER UNGHERESE TENTA DI BLOCCARE OGNI DECISIONE A FAVORE DELL’UCRAINA DA UN ANNO E MEZZO, MA LA FOTO CON LA STRETTA DI MANO A “MAD VLAD” È LA GOCCIA CHE FA TRABOCCARE IL VASO. E RIMETTE IN DISCUSSIONE LA PRESIDENZA DI TURNO, CHE L’UNGHERIA DOVREBBE ASSUMERE DAL 1 LUGLIO 2024


     
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    Estratto dell’articolo di Marco Bresolin per “la Stampa”

     

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    La stretta di mano di Viktor Orban con Vladimir Putin, immortalata martedì a Pechino durante il terzo forum sulla Via della Seta, sta diventando un caso a livello europeo. Tanto che ieri mattina è stata sollevata e poi apertamente discussa alla riunione settimanale dei 27 ambasciatori Ue.

     

    È la prima volta dall'inizio dell'invasione russa in Ucraina che un leader dell'Unione europea si intrattiene faccia a faccia con il presidente russo, oggetto di sanzioni da parte della stessa Ue nonché destinatario di un mandato di arresto emesso dalla Corte penale internazionale.

     

    viktor orban e vladimir putin viktor orban e vladimir putin

    A chiedere spiegazioni per primo è stato il rappresentante permanente dell'Estonia, ma almeno altri quattro suoi colleghi lo hanno seguito. Per Kaja Kallas, premier estone, si è trattato «di un'immagine molto, molto sgradevole: come si fa a stringere la mano a un criminale?».

     

    Al di là dei simbolismi, ci sono soprattutto alcuni aspetti concreti che hanno fatto scattare l'allarme a Bruxelles: entro fine anno l'Ue deve dare il via libera a due diversi fondi per l'Ucraina, uno per il sostegno economico e uno per quello militare, oltre che decidere se aprire ufficialmente i negoziati di adesione con Kiev. In entrambi i casi, si tratta di decisioni da prendere all'unanimità.

     

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    A questo si aggiungono i dubbi sul possibile riposizionamento della Slovacchia dopo il successo elettorale dell'ex premier Robert Fico, anche lui filo-Putin. Nei giorni scorsi, in seguito all'intesa con l'estrema destra, il suo partito Smer è stato sospeso dal partito socialista europeo.

     

    Nella bozza di conclusioni del Consiglio europeo della prossima settimana c'è un punto dedicato proprio alla necessità di confermare il supporto militare a Kiev […]. Manca ancora il via libera all'ottava tranche di aiuti da 500 milioni e per ora il riferimento è stato inserito tra parentesi, segno che potrebbe rimanere bloccata.

     

    Stesso discorso per il fondo da 20 miliardi per le forniture militari a Kiev nei prossimi quattro anni proposto da Josep Borrell: Orban non ci sta. E rischia di rimanere congelato anche il piano d'aiuti (non militari) da 50 miliardi predisposto dalla Commissione: senza una modifica al bilancio dell'Ue, […] i soldi non potranno partire.

    meloni orban meloni orban

     

    Il portavoce di Orban ha spiegato che durante l'incontro con Putin si è discusso «della cooperazione russo-ungherese nei settori dell'approvvigionamento di gas e petrolio e dell'energia nucleare», oltre che «dell'importanza della pace».

     

    Orban è tornato ad auspicare lo stop delle sanzioni economiche, che l'Ue ha adottato anche con il suo voto. Il viaggio a Pechino gli aveva impedito di partecipare alla riunione straordinaria (in videoconferenza) del Consiglio europeo e ieri l'ambasciatore ungherese ha replicato ai colleghi dicendo che l'incontro era stato preventivamente comunicato a Charles Michel.

     

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    Anche in quest'ottica, forse, andrebbe letta la secca risposta data dalla Commissione sulla stretta di mano tra Putin e Orban: «Spetta al Consiglio commentare». Oltre alle questioni nell'immediato, crescono poi le preoccupazioni in prospettiva: dal 1° luglio 2024 l'Ungheria assumerà la presidenza di turno dell'Unione europea.

     

    Avrà il compito di guidare tutte le riunioni del Consiglio nei primi mesi della legislatura, durante i quali verranno definite le cariche di vertice dell'Ue. Ma nel Parlamento europeo c'è chi torna a chiedere di rivedere il calendario. «Dopo l'incontro con Putin – attacca Alin Mituta, eurodeputato liberale romeno – non vi è motivo di consentire all'Ungheria di assumere la presidenza del Consiglio.  Non possiamo avere l'ambasciatore di Putin a governare l'Ue». […]

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