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    COME TI CUCINO LA MOLESTIA - KEN FRIEDMAN, PROPRIETARIO DEL RISTORANTE “SPOTTED PIG” DI MANHATTAN E ACCUSATO DA 11 DONNE DI MOLESTIE SESSUALI, RITORSIONE E DISCRIMINAZIONE, È STATO CONDANNATO A PAGARE UN RISARCIMENTO DI 240MILA DOLLARI - LO SCANDALO AVEVA TRAVOLTO ANCHE MARIO BATALI, ALL’EPOCA SOCIO DI JOE BASTIANICH E OSCAR FARINETTI: “TOCCAVA SPESSO LE DIPENDENTI E…”


     
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    Alessandra Del Monte per "www.corriere.it"

     

    Scandalo in cucina

    ken friedman e mario batali ken friedman e mario batali

    Era il dicembre di due anni fa e due notizie, entrambe scoop giornalistici, sconvolsero il mondo della ristorazione internazionale. Eater New York pubblicò, l’11 dicembre 2017, l’accusa di molestie sessuali a carico dello chef Mario Batali da parte di 4 donne, sue ex dipendenti.

     

    E il giorno successivo il New York Times uscì con la testimonianza di 11 donne che accusavano Ken Friedman, proprietario del famoso ristorante «Spotted Pig» di Manhattan, di molestie sessuali, ritorsione e discriminazione.

    spotted pig spotted pig

     

    Due colpi non da poco per un settore in enorme espansione che però, nelle stesse settimane in cui il #MeToo scoperchiava un sistema analogo di ricatti e violenze a Hollywood, si rivelava un ambiente di lavoro sessista e discriminatorio nei confronti delle donne, esattamente come il cinema.

     

    Il caso «Spotted Pig»

    Di recente uno dei processi avviati in quel periodo è arrivato a una conclusione che suona come una vittoria morale (e non solo) per le vittime: come riporta il New York Times, infatti, martedì 7 gennaio 2020 Ken Friedman ha concordato di fronte al procuratore generale di New York Letitia James un risarcimento di 240 mila dollari (proveniente dal suo patrimonio personale) che verrà diviso tra le sue 11 accusatrici.

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    L’accordo prevede anche che Friedman distribuisca loro il 20 per cento dei suoi profitti per i prossimi 10 anni (Friedman è proprietario dello «Spotted Pig» tra il 75 e l’80%, la disposizione sarà valida anche se lo dovesse vendere).

     

    Le reazioni

    Alla conferenza stampa in cui è stato annunciato l’accordo cinque ex dipendenti molestate erano presenti. Il procuratore generale le ha applaudite: «Sono state coraggiose a denunciare. L’accordo di oggi ribadisce che non verrà tollerata alcuna molestia, di nessuna forma, sul posto di lavoro», ha detto.

     

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    Le vittime, che tra le lacrime hanno raccontato gli abusi subiti, si sono dichiarate soddisfatte «non per i soldi, ma per il fatto che una persona sia stata riconosciuta responsabile personalmente e finanziariamente per la sua condotta. E speriamo che altre donne, in questo modo, possano decidere di parlare».

     

    Cosa accadeva

    Le indagini hanno portato alla luce un sistema che «almeno dal 2005 aveva creato un luogo di lavoro ostile e altamente sessualizzato, dove le donne impiegate erano oggetto di gravi e pervasivi atti di molestie, come palpeggiamenti e avance sessuali non desiderati da parte di Friedman e dei suoi ospiti».

    mario batali mario batali

     

    Al piano superiore del locale c’era una stanza soprannominata, addirittura, rape room, stanza dello stupro. Insomma, si trattava di una corte impunita (finora) di amici che consideravano le dipendenti veri e propri oggetti sessuali. E chi osava alzare la testa veniva «licenziato, ricattato o minacciato di vedere danneggiata la propria reputazione nel mondo della ristorazione», hanno raccontato le vittime al New York Times.

     

    Batali e lo «Spotted Pig»

    Lo stesso Batali, all’epoca titolare del gruppo di ristorazione B&B Hospitality Group insieme a Joe Bastianich, amico di Friedman e nell’ottobre 2016 anche cuoco ufficiale della cena tra Matteo Renzi e Barack Obama alla Casa Bianca, è stato citato dalle accusatrici tra i molestatori dello «Spotted Pig»: «Toccava spesso le dipendenti contro la loro volontà, palpeggiando seni e glutei», riporta il New York Times. Il processo a suo carico è ancora in corso.

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    Batali e le altre accuse

    Per quanto riguarda le accuse delle sue ex dipendenti, un anno fa la polizia di New York ha chiuso tre indagini legate alle molestie sessuali perché gli inquirenti non hanno trovato prove sufficienti per disporre un arresto.

     

    Batali non commenta i fatti dal 2017: ha sempre dichiarato di non aver mai avuto rapporti non consensuali e aveva affidato le sue scuse a una nota. Oggi Batali sta affrontando un doppio processo civile e penale in Massachussets per un fatto accaduto in un bar di Boston nel 2017: una donna lo ha accusato di averla palpata mentre i due facevano una foto.

    ristorante ristorante

     

    Lui si è dichiarato non colpevole. A New York il procuratore James ha chiesto, durante la conferenza stampa sul caso Friedman, di essere contattata da chiunque abbia informazioni sul comportamento dello chef.

     

    Le scuse di Friedman

    Il giorno dell’accordo Ken Friedman ha affidato a una nota le sue scuse: «Sapendo che nulla potrà riparare del tutto i danni che ho causato, e anche se non sono d’accordo con molte delle accuse, spero che questo accordo porti un po’ di conforto a quegli ex dipendenti danneggiati dal mio comportamento.

     

    joe bastianich e april bloomfield joe bastianich e april bloomfield

    Mi dispiace per il dolore che ho causato e di essere stato parte di un sistema in cui le donne erano spaventate all’idea di parlare. Passerò il resto della mia vita rimpiangendo le mie azioni e cercando di essere meritevole dell’amore e del rispetto della mia famiglia».

     

    Le reazioni dei soci

    Questi casi di molestie hanno creato enorme scompiglio nel sistema di ristorazione americano: la socia di Friedman, la chef dello «Spotted Pig» April Bloomfield, titolare del locale con il 25%, non deve secondo l’accordo devolvere alcunché alle vittime.

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    Ma sulle carte la si ritiene in parte responsabile: «Nonostante il suo ruolo manageriale nella società non ha preso alcuna misura per mitigare o prevenire le molestie». In un’intervista sempre al Times la stessa Bloomfield ha ammesso di non aver fatto abbastanza per proteggere le dipendenti, ma anche di essere stata «terrorizzata e manipolata da Friedman».

     

    L’ex socio di Batali Joe Bastianich in due interviste al Corriere aveva commentato le accuse ritenendole «terribili» e si era dispiaciuto «di non aver capito la gravità della situazione e di non aver protetto i suoi dipendenti». A inizio 2019 Joe Bastianich ha acquistato tutte le quote dell’ex socio, che è uscito completamente dal gruppo. «Un divorzio complicato», aveva spiegato allora Bastianich.

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    Altri casi

    Sempre nel 2017, annus horribilis per il numero di denunce legate alle violenze sul luogo di lavoro negli Stati Uniti, più di 25 donne avevano accusato lo chef John Besh (famoso giudice di Top Chef) di molestie nei suoi ristoranti di New Orleans, dai quali si è poi sfilato.

     

    A Oakland, sempre a dicembre 2017, 17 donne hanno accusato lo chef Charlie Hallowell di molestie continue. In Francia le cronache recenti parlano di denunce in alcune brasserie di Nancy e Nantes sempre per palpeggiamenti e proposte indecenti da parte del titolare a danno delle dipendenti.

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    Ambiente sessista. E in Italia?

    In Italia, finora, non si contano denunce alle autorità per molestie sessuali nei ristoranti. Del resto, lo insegna bene il movimento #MeToo, la cosa più difficile è proprio parlare, alzare la testa. Per paura di non poter più lavorare, di essere vittima di ritorsioni, di vedere la propria carriera finire.

     

    Spesso si subisce e si va avanti. E purtroppo è noto quanto le cucine siano posti di lavoro difficili, per la tensione e la pressione ma anche a causa di un sessismo che ancora resiste. Basti pensare alle recenti parole di alcuni chef: Gianfranco Vissani convinto che «le donne in cucina non ce la facciano fisicamente», Yannick Alléno persuaso del fatto che esistano« dei freni strutturali per le donne in cucina: il loro dna è fare figli».

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    Ma insieme si è più forti. E, come hanno detto le vittime (in parte) risarcite di Ken Friedman, «insieme si può vedere una spirale di giustizia».

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