Attilio Barbieri per “Libero Quotidiano”
La carriera di Vincenzo Consoli a Veneto Banca inizia nel 1989 quando viene contattato dall' allora direttore generale della Popolare di Vicenza, Luciano Gentilini, che gli chiede di dare una mano a una piccola Popolare, quella di Asolo e Montebelluna, che voleva aprire un' agenzia a Torri di Quartesolo, un paesone della provincia Vicentina ben imbottito di quattrini.
GIANNI ZONIN E VINCENZO CONSOLI
Non trovano nessuno disposto a dirigerla. Il «ragioniere di Matera» accetta, così molla il Credito Italiano per scommettere sul proprio futuro. E il gioco gli va bene. Nel '97, nove anni dopo, diventa direttore generale e di lì a poco amministratore delegato dell' istituto divenuto nel frattempo Veneto Banca.
Un vero e proprio regno, il suo, destinato a concludersi soltanto 17 anni dopo, nel 2014, sotto i colpi delle inchieste giudiziarie seguite alle ispezioni disposte a Montebelluna da Bankitalia e Banca centrale europea.
Negli ultimi quindici anni, vissuti da Consoli come monarca assoluto di una banca entrata nel frattempo nella top 10 nazionale, il banchiere di Matera ha accumulato una fortuna.
VINCENZO CONSOLI
Così si spiega il maxisequestro da 45 milioni di euro disposto dalla procura di Roma nell' ordinanza di arresto con le accuse di aggiotaggio, ostacolo alle autorità di vigilanza e false comunicazioni ai mercati.
Gli anni d' oro sono gli ultimi, il 2010 in particolare. All' assemblea ordinaria che si svolse nel gigantesco auditorium di Montebelluna, il cda porta una proposta destinata a cambiare il corso degli eventi. Per l' istituto ma soprattutto per i 120mila risparmiatori che hanno perso tutti i loro soldi. Una montagna: sei miliardi di euro.
«Sulla base della simulazione effettuata», si legge nel documento fatto approvare dai soci, «è emerso che applicando un moltiplicatore medio del 6,23% alla raccolta totale, la valorizzazione dell' azione Veneto Banca Holding risulta pari a euro 41,17».
veneto banca assemblea soci
L' inizio della grande truffa, visto che al momento di sbarcare in Borsa (operazione comunque fallita) il titolo sarebbe entrato in quotazione a 10 centesimi.
Quello stesso anno Consoli percepisce la retribuzione monstre di 3,7 milioni di euro, arrivando di un nulla alle spalle di Corrado Passera, allora amministratore delegato e direttore generale di Intesa Sanpaolo, il banchiere più pagato d' Italia.
L' anno record, però, è il 2014. Mentre il numero uno della Popolare di Vicenza Gianni Zonin - pure lui alle prese con qualche problemino - arriva a percepire una remunerazione di 1,5 milioni di euro, al ragioniere di Matera tocca la bellezza di 4 milioni e 274mila euro.
Gli otto mesi lavorati da direttore generale gli fruttano 900mila euro, cui si sommano i 3,6 milioni di golden parachute per la rescissione anticipata del suo contratto da amministratore delegato. La Cisl di Treviso fece il calcolo che a Consoli toccarono quell' anno 11.232 euro al giorno.
veneto banca assemblea soci
E pure il 2015, l' anno del divorzio dalla banca, sulla carta non gli sarebbe andato male quanto a soldi visto che avrebbe dovuto intascare 3 milioni e 650mila euro, come si evince dalla relazione svolta dal cda ai soci che al capo terzo, squaderna le cifre con le quali «si è risolto consensualmente da parte dell' azienda e dell' ex direttore generale il rapporto di lavoro».
Ecco la contabilità dell' operazione: euro 189.000 a titolo di indennità sostitutiva di preavviso; euro 761.689 a titolo di penale per anticipata risoluzione; euro 1.800.000 a titolo di corrispettivo per il patto di non concorrenza; euro 900.000 a titolo transattivo. In realtà di quest' ultimo pacco di denari Consoli ha intascato soltanto i 150mila euro per il mancato preavviso. Il resto è stato congelato dall' azienda ed è oggetto di contenzioso.
BANCHE SALVATE 8b3
Facendo un salto indietro nel tempo, si scopre che nel 2012, come risulta dalla documentazione sottoposta ai soci e approvata dall' assemblea del Gruppo Veneto Banca il 27 aprile 2013, all' ad tocca una retribuzione fissa di 2.151.522, a cui si sarebbero aggiunti i premi di risultato. Sullo stesso ordine di grandezza si sarebbero chiuse anche le annualità 2011 e 2013.
Quindi, calcolatrice alla mano, dal 2010 e fino al 2014 il banchiere di Matera avrebbe percepito remunerazioni pari a 14,3 milioni di euro, mentre nei dieci anni precedenti la media, molto variabile in relazione a risultati e operazioni straordinarie, sarebbe attorno a 1,8 milioni l' anno. Il totale arriva ai 32 milioni abbondanti.
A questa cifra vanno aggiunti gli immobili che Consoli ha acquistato dal 2006 in poi. Nel 2009 aveva comperato un immobile di lusso nel centro storico di Vicenza. Valore 3 milioni di euro, finanziati con un mutuo concesso da Veneto Banca al tasso agevolato dell' 1,5%.
protesta dei risparmiatori davanti a bankitalia 2
Operazione simile a quella realizzata tre anni prima per un importo di 2,5 milioni.Nel 2008 è stata la volta di una grande masseria in Puglia: altri 3 milioni di euro. Con gli immobili il totale sale a quasi 41 milioni di euro, molto vicino al valore posto sotto sequestro dalla procura di Roma.
Resta da capire cosa ne sarà dello stock di affidamenti concessi dall' istituto di Montebelluna al suo ex timoniere. In tutto 8,5 milioni di euro. C' è da augurarsi che Consoli riesca a onorare le rate alla scadenza, altrimenti finiranno per aumentare le sofferenze di Veneto Banca, giunte alla cifra record di 4,9 miliardi di euro.