Nicola Pinna per “la Stampa”
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I pusher di Trastevere stanno sempre attenti agli accenti. Agli italiani non offrono mai nulla, perché i clienti preferiti sono quelli che parlano inglese. Ma lo slang deve essere proprio quello giusto: «Certo, i nostri clienti preferiti sono gli americani, il loro modo di esprimersi e anche quello di vestirsi si riconosce da lontano - racconta un egiziano che fa la vedetta al terzo lampione di Ponte Sisto - Io vendo solo a loro: pagano senza fare storie e poi tornano ogni giorno».
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Tutti sanno come funziona e per capirlo basta fare un giro intorno a via Della Scala: la movida qui inizia quando in piazza Farnese c' è ancora la coda davanti alla camera ardente per il vicebrigadiere ucciso dai due ventenni californiani. Dalla parte opposta del Tevere la musica è già alta. Si inizia con gli "shot no limits": cinque euro per una specie di "all you can drink", una formula mutuata dai ristoranti cinesi. «Vale solo per le ragazze, ma le usiamo per trascinare nei locali anche i loro amici o gli spasimanti - svela il buttafuori di uno dei bar preferiti dagli statunitensi -. Chi paga il ticket iniziale qui può bere senza limiti e per questo in tanti scelgono il nostro bar. Ogni ragazza arriva con uno o più uomini e così si crea il clima giusto».
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Di quel clima giusto approfittano subito gli spacciatori che scelgono le potenziali prede osservando lo show domenicale appoggiati alla parete opposta e facendo finta di smanettare sullo smartphone. Se qualcuno esce e si allontana inizia subito "l' inseguimento". La proposta è diretta: «Marijuana o cocaina?».
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E per chi si mostra titubante c' è anche lo sconto: «Oggi grandi occasioni, buon prezzo, ma solo per gli americani». I clienti preferiti, per gli spacciatori che battono a tappeto tutta la zona, sono proprio loro. «Non parlo neanche inglese, giusto quattro parole - dice uno dei più attivi venditori di piazza Trilussa -. È molto meglio, così non dobbiamo neanche discutere e se chiedono lo sconto non c' è nessuna possibilità di trattare. Prendere o lasciare, tanto io faccio finta di non capirli».
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i due americani fermati per la morte di mario cerciello rega
Quello della droga per gli americani, a Roma, è un mercato tutto a sé, non legato alle altre piazze cittadine dello spaccio. E per scoprirlo basta trascorrere una serata con un gruppetto di cinque californiani: tre sono studenti, gli altri sono arrivati a Roma per qualche giorno di ferie. «Siamo qui già quattro giorni ma ancora non abbiamo visitato altri quartieri. Neanche la zona di San Pietro - racconta Evelyn, 24 anni, ospite di una cugina che studia a Roma dal 2017 -. Io però voglio vedere Fontana di Trevi. Questo, comunque, mi sembra il cuore della movida».
I DUE AMERICANI PRIMA DEL FURTO A PIAZZA MASTAI TRASTEVERE
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«Tutti, in effetti, si fermano a Trastevere e da qui raramente si spostano - dice Roberto, un ragazzo romano che da anni fa parte del giro -. Grazie a loro ho imparato bene l' inglese e con tanti siamo diventati amici. Spesso vado a trovarli negli Stati Uniti: ripartirò a ottobre. Io frequento solo quelli che si divertono senza ficcarsi nei guai. Questa zona di Roma è il punto di riferimento per tutti: qui ci sono le principali università straniere, qui prendono casa e qui passano le giornate e le serate».
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I ristoranti fanno menù appositi: prezzi stracciati e piatti non proprio di qualità: «Dieci euro - propone uno dei camerieri piazzato all' ingresso per catturare clienti - Due primi, un secondo, una birra e un dolce: solo da noi». I tavoli sono quasi tutti pieni e anche qui la via è presidiata dai pusher: specializzati, pure loro, negli affari con i giovani d' oltreoceano.
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Per i ragazzi americani Rachelle è diventata un punto di riferimento: organizza i loro viaggi e il loro periodo di scambio culturale è diventato il suo lavoro. «Più o meno sono un migliaio: quasi tutti si trattengono circa quattro mesi. Io cerco di consigliare loro quali locali evitare e come difendersi dalle insidie della droga. Ma il grande problema è che tutti quelli che arrivano in Italia si trovano di fronte a un' occasione che sembra irripetibile: negli Stati Uniti è possibile bere solo dopo i 21 anni e per questo appena mettono piede a Roma approfittano. E qualcuno esagera».
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«Un grammo, ottanta euro» La trappola è sempre attiva e non c' è bisogno di conoscere ogni angolo del quartiere o di chiedere aiuto agli intermediari. A mezzanotte in via Garibaldi l' offerta è già variegata. «Dieci euro, un grammo di marijuana». Si inizia così ma dopo duecento metri si passa subito alla cocaina: «Un grammo a ottanta euro, oggi prezzo speciale». Sembra la stessa scena di giovedì sera, quando i due americani accusati di aver ucciso il vicebrigadiere Mario Cerciello Rega hanno acquistato un' aspirina sbriciolata credendo che fosse droga purissima.
omicidio cerciello - il video della fuga dei ladri della borsa a trastevere
«Noi - assicura col sorriso il pusher algerino che presidia la scalinata di piazza Trilussa - Siamo onesti, mica truffiamo i clienti. Non vogliamo che qui succeda casino».
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