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    VAFFAN-CURVY! – COME VOLEVASI DIMOSTRARE, QUELLA DELLE MODELLE CON PANZA E CELLULITE ERA UNA MODA PASSEGGERA: DEGLI 8.763 LOOK PRESENTATI ALLE SFILATE PRIMAVERA/ESTATE 2025 DI LONDRA, MILANO, NEW YORK E PARIGI, SOLO LO 0,8% ERA DI TAGLIE FORTI, IL 4,3% DI TAGLIE MEDIE E IL 94,9% DI TAGLIE “NORMALI”, UN CALO NETTO DOPO IL BOOM DELLA “BODY POSITIVITY” - MOLTE CASE DI MODA SI SONO RESE CONTO CHE PUNTARE SU RAGAZZE "PLUS SIZE" AUMENTA LA POPOLARITA' SUI SOCIAL, MA NON NELLA VITA REALE...


     
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    Estratto dell’articolo di Giusy Dente per www.fanpage.it

     

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    W le curvy: ma non in passerella. Lì sembra che, di nuovo, non ci sia posto per loro. Lo conferma il report di Vogue Business sull'inclusività delle taglie. La ricerca ha approfondito quanto visto nelle recenti sfilate Primavera/Estate 2025, che hanno sancito un ritorno alla glamourizzazione della magrezza, il filo conduttore degli show.

     

    Durante il boom della body positivity (tra il 2019 e il 2023) sembrava che la bilancia potesse pendere maggiormente verso una rappresentazione più inclusiva dei corpi, quindi anche quelli "non conformi" agli standard che per anni sono stati assoluti. […] Ma forse […] è stata solo una tendenza passeggera.

     

    CURVY E PLUS SIZE SPARISCONO DALLE PASSERELLE

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    I dati del report di Vogue Business sull'inclusività delle taglie non sono incoraggianti. […] L'apertura è stata forse solo il risultato di un trend che stava andando molto forte sui social (tutto il filone legato alla body positivity). La situazione, alle sfilate Primavera/Estate 2025 di Londra, Milano, New York e Parigi è più o meno la stessa. Degli 8.763 look presentati in 208 sfilate e presentazioni, solo lo 0,8% era di taglie forti (US 14+), il 4,3% di taglie medie e il 94,9% di taglie normali.

     

    E attenzione: per taglie normali si intendono le US 0-4 ossia tra la 36 e la 40. La rappresentanza delle taglie forti è in linea con la scorsa stagione, allo 0,8%. C'è stato un dietrofront nella rappresentanza di taglie forti e medie anche da parte di alcuni dei marchi di lusso più importanti della moda. Viceversa, si sono impegnati di più i marchi emergenti.

     

    […] PERCHÉ CI SONO MENO MODELLE CURVY IN PASSERELLA

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    La rappresentazione della bellezza sta cambiando ancora. Sta tornando la magrezza come valore assoluto e imprescindibile, come era negli anni Novanta, quando la taglia 0 era la massima aspirazione, non solo per una modella, ma per ogni donna. Un ruolo può averlo avuto Ozempic, il farmaco di cui si è parlato moltissimo nell'ultimo anno.

     

    Sono tante le celebrities finite al centro della polemica, accusate di avervi fatto ricorso per perdere peso velocemente e drasticamente. Ozempic è un farmaco per i diabetici, ma se ne è diffuso a macchia d'olio (complici i social, ma anche influencer e celebrities) un altro utilizzo: viene assunto per dimagrire. Una sorta di bacchetta magica per realizzare l'antico e immortale desiderio: essere magre.

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    Ne consegue una narrazione tossica del dover essere magri a tutti i costi, anche assumendo farmaci a caso: da qui la percezione del dover perdere peso per avere successo, per essere presi in considerazione. Bisogna essere disposti a tutto, anche a mettere a repentaglio la propria salute, pur di allinearsi a quel modello. Le modelle quel rischio sono pronte a correrlo, perché di fatto diventa l'unico modo per lavorare.

     

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    Non va dimenticato il ritorno in passerella delle supermodelle degli anni '90: nonostante il tempo sia passato, coi loro corpi continuano a incarnare un'estetica ben precisa, con corpi tonici, snelli, magri, slanciati. C'è poi il ritorno della moda anni Duemila fatta di pantaloni a vita bassissima, minigonne, corsetti, crop top minuscoli: un corpo così esposto deve essere "perfetto" e non può lasciare posto ai cosiddetti "chili di troppo". […]

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