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    COMUNIONE E LIBERAZIONE RISCHIA IL COMMISSARIAMENTO! - DOPO LE DIMISSIONI DI DON JULIAN CARRON, ARRIVATE DOPO IL DECRETO DEL PAPA CHE PREVEDE MASSIMO DUE MANDATI QUINQUENNALI PER I VERTICI DEI MOVIMENTI ECCLESIALI, L'ORGANIZZAZIONE E' IN UN CUL DE SAC - LO STATUTO VA MODIFICATO POICHE' NON PREVEDE LE DIMISSIONI DEL PRESIDENTE E VA ADEGUATO ALLE NUOVE DISPOSIZIONI DEL VATICANO…


     
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    Julian Carron Julian Carron

    CL: DIACONIA FRATERNITÀ, GRATITUDINE SENZA CONFINE A DON CARRON

     (ANSA) - Con una lettera, inviata a tutti i membri della Fraternità di Cl, la Diaconia centrale della Fraternità di Comunione e Liberazione esprime "una gratitudine senza confine per quello che ha rappresentato in questi anni" a don Julian Carron dimessosi in ottemperanza alle direttive del Decreto vaticano che disciplina l'esercizio del governo nelle associazioni internazionali di fedeli.

     

    La stessa Diaconia - riferisce il Sir - si è riunita sabato scorso per prendere atto delle dimissioni e per l'affronto di alcune tematiche relative alla vita della Fraternità, fra cui una prima condivisione della bozza di revisione dello Statuto. "Da presidente della Fraternità - si legge nel testo - ci ha accompagnato a immedesimarci con l'esperienza viva di don Giussani e con il suo metodo di educazione alla fede - che la Chiesa ha riconosciuto come strada alla santità -, vivendo 'una obbedienza di cuore a quella forma di insegnamento alla quale siamo stati consegnati' (J. Ratzinger)".

     

    JULIAN CARRON PAPA FRANCESCO 1 JULIAN CARRON PAPA FRANCESCO 1

    Ricordando l'insegnamento di don Giussani, la Diaconia ribadisce di voler "accogliere fino in fondo l'invito contenuto nella lettera di don Carron: vivere questa circostanza come occasione di crescita della nostra autocoscienza ecclesiale. Domandiamo allo Spirito Santo di rinnovare in noi l'esperienza della grazia del carisma che ci ha investito attirandoci a Cristo, dentro la vita della Chiesa nostra madre e seguendo Pietro, per essere collaboratori attivi della volontà del Padre all'opera nell'oggi della storia".

     

    IL VATICANO «CONVOCA» CL: ORA IL RISCHIO È IL COMMISSARIAMENTO

    Gian Guido Vecchi per il “Corriere della Sera”

     

    La «Diaconia centrale» di Comunione e Liberazione, l'organo di governo della Fraternità, si è riunita ieri a Milano «per prendere atto delle dimissioni irrevocabili del presidente, don Julián Carrón», ma non ha potuto eleggere il successore perché il vicepresidente, Davide Prosperi, ha informato «di essere stato convocato dal Dicastero per i Laici per un colloquio nei prossimi giorni».

     

    JUAN CARRON JUAN CARRON

    Su Cl, insomma, è intervenuto di nuovo il Vaticano, anche perché si tratta di risolvere il groviglio giuridico nato con le dimissioni anticipate di Carrón, lunedì scorso. Ora si tratta di capire se si troverà una soluzione oppure se la Fraternità rischia il commissariamento come già accaduto al ramo dei «Memores Domini».

     

    Da giorni i responsabili di Cl ne discutevano: e adesso che si fa? Perché, prima ancora di pensare al nome del successore di Carrón, si trattava di capire come si potrebbe nominarlo, o nominarla: lo statuto di Cl non pone vincoli, non dev' essere per forza un sacerdote, anche un laico o una laica possono guidare il movimento. Di per sé, però, lo statuto non prevede le dimissioni del presidente.

     

    E in ogni caso lo statuto andrà rivisto, e sottoposto al Dicastero della Santa Sede, perché sia coerente con le disposizioni del decreto approvato da Francesco che l'11 giugno ha imposto un limite al governo di tutte le associazioni internazionali di fedeli laici: non più di cinque anni di mandato e al massimo dieci anni consecutivi. Per questo don Carrón, che era stato indicato dal fondatore don Luigi Giussani e guidava la Fraternità dal 2005, si è dimesso. Ma questo ha creato un problema giuridico che Cl dovrà risolvere col Vaticano.

    PAPA FRANCESCO JULIAN CARRON PAPA FRANCESCO JULIAN CARRON

     

    Secondo il decreto, la Fraternità dovrà definire un nuovo Statuto, sottoporlo alla valutazione della Santa Sede e, ottenuta l'approvazione, eleggere il presidente. «Un lavoro di mesi se non di oltre un anno», si riflette in Cl. E nel frattempo? Può la Fraternità restare senza un presidente? E la Diaconia, una trentina di persone, avrebbe il potere di eleggerlo anche «pro tempore»? Oppure gli organi di governo, dimesso il presidente, decadono? Si attende l'incontro in Vaticano, Cl scrive: «La deliberazione circa la carica di Presidente è stata rinviata a una nuova riunione della Diaconia che si svolgerà immediatamente dopo il colloquio».

    JULIAN CARRON JULIAN CARRON

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