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    CON IL COPIA-INCOLLA LA LEGGE È UGUALE PER TUTTI - BUFERA IN CORTE D'APPELLO A VENEZIA: ANCORA PRIMA DELL'UDIENZA PER ERRORE ARRIVA VIA PEC A UN AVVOCATO COPIA DELLA SENTENZA CON TANTO DI CONDANNA CHE POI SI SCOPRE ESSERE STATA RICAVATA TAGLIUZZANDO UNA VECCHIA SENTENZA DEL 2016 - "È UNA SEMPLICE BOZZA DI IPOTESI DI DECISIONE", SOSTIENE LA PRESIDENTE DELLA CORTE D'APPELLO LAGUNARE INES MARINI, MA INTANTO IL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA È STATO SOLLECITATO A DISPORRE...


     
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    Gianluca Amadori per “il Gazzettino”

     

    ines marini ines marini

    Corte d' appello di Venezia nell' occhio del ciclone. L' Unione delle Camere penali del Veneto e i 7 presidenti delle Camere penali della regione, informata l' Unione nazionale delle Camere penali, hanno sollecitato il ministero della Giustizia a disporre un' ispezione urgente per quelle che ritengono essere bozze di alcune sentenze già scritte, con tanto di condanna e indicazione dei termini di deposito delle motivazioni, prima ancora che l' udienza venisse discussa.

     

    Un fatto di «enorme gravità», ha denunciato il direttivo della Camera penale veneziana in una lettera inviata ieri a tutti gli avvocati per informarli di quanto accaduto e auspicare che venga restituita al più presto «chiarezza ai rapporti processuali ed al giudizio d' appello nella nostra Corte».

    giulio borella giulio borella

     

    «Nessuna sentenza già scritta, ma una semplice bozza di ipotesi di decisione, predisposta dal giudice relatore sulla base di uno schema predisposto dal Csm e come consentito dalla Cassazione», replica la presidente della Corte d' appello lagunare, Ines Marini.

     

    LA SEGNALAZIONE

    Tutto ha preso il via a seguito della segnalazione pervenuta da due legali veneziani in relazione all' udienza dello scorso 6 luglio di fronte alla prima sezione penale della Corte, presieduta dalla trevigiana Luisa Napolitano (già componente del Consiglio superiore della magistratura, fino al 2010), giudice relatore Giulio Borella, a latere Michele Medici.

    ines marini luca zaia ines marini luca zaia

     

    Un avvocato comunica alla Camera penale di aver ricevuto a mezzo pec, con tre giorni di anticipo rispetto all' udienza di discussione, «le motivazioni della sentenza di rigetto ricavate attraverso quello che appare essere il copia e incolla di altra sentenza redatta nell' ottobre del 2016».

    Quindi, il giorno dell' udienza, un' avvocatessa segnala che alle difese, prima che iniziasse la discussione, era stato consegnato «l' ordito motivazionale della sentenza, comprensivo del dispositivo, che disattende le tesi degli appellanti».

     

    In aula chiede informazioni anche il sostituto procuratore generale, Alessandro Severi, e i casi vengono rinviati al 2021. Si trattava di procedimenti che, dopo la sentenza di prima grado, si erano prescritti per il troppo tempo trascorso, ma la decisione era in ogni caso attesa per la presenza di parti civili che reclamano un risarcimento per i danni sofferti. E, nel caso di condanna, poi prescritta in appello, il risarcimento è comunque dovuto.

     

    SETTE PROVVEDIMENTI

    La Camera penale veneziana a sua volta protesta nei giorni successivi scrivendo una dura lettera sia alla presidente della Corte d' appello, che al procuratore generale, Antonello Mura.

    luigi brugnaro ines marini luigi brugnaro ines marini

    Ines Marini si attiva immediatamente chiedendo una relazione alla presidente del collegio giudicante, Luisa Napolitano e al coordinatore delle sezioni penali, Carlo Citterio, per poi dare riscontro alla richiesta di spiegazioni degli avvocati, trasmettendo loro i documenti richiesti. Le «copie autentiche dei verbali delle udienze e di ben 7 pronunce complete di motivazione e di dispositivo», precisa la Camera penale veneziana, presieduta da Renzo Fogliata.

     

    «Uno sconcertante quadro documentale che rischia di legittimare l' ipotesi che esista una sorta di prassi di precostituzione del giudizio non solo rispetto alla camera di consiglio, ma anche alla discussione delle parti», denuncia il direttivo dell' associazione che riunisce i penalisti della provincia di Venezia. In sostanza gli avvocati ritengono che le sentenze siano state scritte prima della discussione del processo, e dunque senza neppure ascoltare pubblico ministero e difensori.

     

    SCHEMI LEGITTIMI

    ines marini ines marini

    «Quegli schemi, del tutto legittimi, sono stati trasmessi per errore agli avvocati, gettando ombre su decisioni che vengono sempre prese in camera di Consiglio, dopo aver ascoltato tutte le parti - precisa Ines Marini - Sono sorpresa della decisione della Camera penale di rivolgersi al Ministero: non appena ho ricevuto la loro segnalazione mi sono immediatamente attivata per assumere i provvedimenti necessari, a garanzia della massima trasparenza e dunque trasmettendo tutti gli atti richiesti.

     

    Comprendo che gli avvocati possano avere frainteso, ma sono amareggiata. Le decisioni non erano state prese, lo ribadisco». La presidente della Corte ricorda gli enormi sforzi compiuti in questi anni dalla Corte veneziana per cercare di gestire gli enormi arretrati con una cronica carenza di personale: «Abbiamo introdotto la relazione introduttiva scritta, anticipata agli avvocati invece che letta in aula, per cercare di accelerare i processi e per poterne trattare un numero superiore. Insomma, per offrire un servizio migliore.

     

    Spiace che si vogliano gettare ombre su un' attività svolta sempre nell' ambito dei confini costituzionali».

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