Marco Bresolin per “La Stampa”
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Emmanuel Macron è convinto che gli attacchi russi sul territorio ucraino rappresentino «un cambiamento profondo della natura di questa guerra». Il presidente francese si è fatto scappare questa frase, ma senza aggiungere ulteriori dettagli al suo pensiero.
E senza dunque spiegare in quale direzione dovrebbe cambiare, eventualmente, la posizione occidentale. Una risposta potrebbe arrivare già oggi dopo la riunione del G7, che in realtà sarà un G7+1, visto che è previsto un intervento del presidente ucraino Volodymyr Zelensky.
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La decisione di convocare subito una riunione (in videoconferenza) dei Sette Grandi è stata presa ieri dal cancelliere tedesco Olaf Scholz, che guida la presidenza di turno, durante una telefonata con lo stesso Zelensky ed è indice della gravità della situazione.
Sarà un'occasione per aprire il confronto con gli alleati americani e discutere se e come "il cambiamento profondo" richiederà un riposizionamento.
Sin dall'inizio dell'invasione russa è l'Europa a pagare di più per le conseguenze indirette del conflitto e la nuova escalation si farà subito sentire anche sul fronte energetico: i missili di ieri hanno colpito alcuni generatori e l'Ucraina ha annunciato che dovrà sospendere le esportazioni di elettricità verso l'Europa.
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Ma nonostante i "costi" continuino ad aumentare, da parte dei principali governi del Vecchio Continente non sembra esserci alcuna volontà di far venir meno il proprio sostegno. Anzi, ieri si è alzato un coro unanime e tutti si sono detti pronti ad aumentare il supporto militare a Kiev per rispondere a quello che il premier olandese Mark Rutte ha definito «un atto di terrorismo».
VLADIMIR PUTIN IN SIBERIA
La Germania, per esempio, consegnerà già nei prossimi giorni il primo di quattro sistemi di difesa aerea IRIS-T SLM. Anche Macron ha assicurato che la Francia aumenterà il suo sostegno militare e lo stesso farà il Regno Unito. La premier Liz Truss, durante il colloquio telefonico avuto ieri con Zelensky, ha sottolineato che il G7 servirà per «ribadire l'unità dell'opposizione a Putin».
PUTIN FIRMA I TRATTATI DI ANNESSIONE DEL DONBASS
Prevale certamente la linea dura tra i vertici delle istituzioni europee, per i quali gli ultimi attacchi sono dei veri e propri «crimini di guerra». Anche di questo si occuperà il G7, secondo il presidente del Consiglio europeo Charles Michel. Ursula von der Leyen ieri era in Estonia e si è recata al confine con la Russia in compagnia di Kaja Kallas: la premier estone ha chiesto che sia l'Ue a istituire un tribunale contro i crimini di guerra e ha invitato i partner a non abbassare la guardia perché «questo è il momento della risolutezza, non della pacificazione».
ZELENSKY IN COLLEGAMENTO AL VERTICE UE DI PRAGA
Roberta Metsola, presidente del Parlamento europeo, non ha usato mezzi termini: «Contro i bulli la pacificazione non funziona, serve una reazione proporzionata perché Putin non la smetterà». L'Unione europea è determinata a difendere l'Ucraina non solo dai bombardamenti russi, ma anche dalle accuse della Bielorussia: Misk sostiene che Kiev starebbe progettando un attacco sul suo territorio. «Si tratta di accuse assolutamente infondate» ha garantito Josep Borrell dopo aver parlato con il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba.
emmanuel macron olaf scholz
L'Alto Rappresentante per la politica estera Ue ha invece esortato il regime di Lukashenko ad «astenersi da qualsiasi coinvolgimento in questa brutale impresa illegittima e in particolare a cessare immediatamente di consentire che il proprio territorio venga utilizzato come base di lancio per gli attacchi contro i civili ucraini». Kuleba ha parlato anche con il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, il quale ha ribadito che il sostegno militare dell'Alleanza continuerà «per tutto il tempo necessario». Domani si riuniranno a Bruxelles i ministri della Difesa dei 30 Paesi del Patto atlantico proprio per definire la strategia in questa nuova fase del conflitto.
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