Gianni Santucci per www.corriere.it
Baranzate, a poche centinaia di metri dall’ospedale «Sacco»: ci sono una parrocchia, un campo sportivo, un piccolo parco, qualche capannone, un paio di ristoranti, alcune abitazioni; ma nelle prime ore della notte è una via abbastanza buia e poco trafficata. I carabinieri della tenenza di Bollate erano di pattuglia e hanno notato una donna, 31 anni, capelli lunghi, che stava salendo sulla sua auto, una Daihatsu «Terios», parcheggiata proprio vicino al campo da calcio.
Hanno deciso di controllarla. L’hanno invitata a scendere, le hanno chiesto di mostrare i documenti, le hanno detto che avrebbero dato un’occhiata alla macchina. Era l’una e mezza della notte tra venerdì e sabato. Non c’è stato bisogno di una perquisizione accurata, anzi è stata più che altro una di quelle verifiche di routine che le forze dell’ordine fanno regolarmente sulle auto che fermano. E infatti un carabiniere ha alzato il tappetino davanti al sedile del conducente: e la cocaina era lì, divisa in dosi. La quantità non è particolarmente rilevante, si tratta di poco più di 3 grammi.
LIA GAIA VISMARA
L’elemento chiave di questa storia non sta dunque nel sequestro di droga, ma nell’identità di quella donna e soprattutto nella sua carica pubblica: Lia Vismara, comandante dei vigili di Corbetta. Proprio qualche giorno fa il Corriere ha dedicato un articolo al «caso Corbetta», il paese «da cui i vigili scappano». Quel comando ha infatti una particolarità: su 18 vigili che dovrebbero essere in organico al Comune (uno ogni mille abitanti secondo il parametro suggerito dalla Regione), oggi in servizio ce ne sono soltanto 10. E fino a qui nulla di particolare, perché molti altri piccoli Comuni dell’hinterland milanese hanno pesanti carenze di organico.
A Corbetta però, da quando è stato eletto il sindaco Marco Ballarini (estate 2016), sono andati via 17 vigili, tra agenti e ufficiali, quasi il doppio di quelli in servizio, un anomalo caso di turn over accelerato. In questo stesso periodo, al vertice della Polizia locale di Corbetta si sono avvicendati quattro comandanti e la Vismara era l’ultimo. In questo contesto, ciò che è avvenuto a Bollate l’altra notte si inquadra come il fatto più critico. I carabinieri hanno infatti portato la comandante in caserma per compilare tutti gli atti, hanno avvertito il pubblico ministero di turno in Procura e dopo qualche ora hanno infine chiuso i verbali denunciando la donna per spaccio (ipotesi contro la quale il pubblico ufficiale potrebbe difendersi in Tribunale parlando di consumo personale).
L’arresto non è scattato sia perché la quantità di droga, poi sequestrata, era piuttosto ridotta, sia perché la donna non aveva alcun precedente, come appunto ci si aspetta da un comandante di Polizia locale. Come provvedimento cautelare, i carabinieri hanno anche ritirato la pistola d’ordinanza dell’ufficiale, una Glock. Nei giorni scorsi il sindaco di Corbetta, che si è sempre scagliato contro gli agenti «fannulloni» o che non avevano comportamenti «adeguati» all’interno del comando, ha raccontato di aver depositato un esposto che conteneva alcune ipotesi di reato anche a carico di dipendenti comunali. Di quell’esposto non sono stati diffusi particolari, ma è presumibile che non contenga ipotesi di spaccio di droga (o anche di consumo).
MARCO BALLARINI
2. CORBETTA, CAPO DEI VIGILI FERMATA CON LA COCA. IL SINDACO: "L’HANNO INCASTRATA"
Ivan Albarelli per www.ilgiorno.it
La paletta, gli abbaglianti, l’invito spiccio a fermarsi. Scene da film americano quelle che venerdì notte, fuori da una palestra di Baranzate, hanno caratterizzato il fermo di Lia Gaia Vismara, la comandante trentunenne dei vigili urbani di Corbetta trovata in possesso di tre grammi di cocaina nascosti sotto un sedile dell’auto. Scene che il sindaco della città del Magentino, Marco Ballarini (Forza Italia), carabiniere in congedo, ha scomposto e ricomposto più volte nel fine settimana. Fino a sintetizzarle in un’immagine, quella del complotto.
«È stata una trappola – afferma – costruita ad arte per danneggiare sia lei sia il sottoscritto. Non ho alcun dubbio". Cinque involucri di carta stagnola sotto il sedile lato passeggero confezionati alla buona. All’interno lo stupefacente. Quando i militari intervengono a colpo sicuro – è mezzanotte e la donna ha appena finito di giocare una partita di pallavolo nel team che raggruppa gli agenti delle polizie locali del Milanese – Vismara è appena salita in macchina per rientrare a casa ad Arluno. Passerà invece il resto della nottata nella caserma di Bollate, sottoposta a interrogatorio. La pistola d’ordinanza requisita.
Ed è qui che si precipita il suo avvocato, Roberto Grittini, che otterrà nell’immediatezza dei fatti una perquisizione domiciliare, "dalla quale non è emersa una sola prova: non è stata trovata altra droga, non sono stati trovati bilancini o contante. Nulla. Ma poi le pare logico che una consumatrice, o peggio, una spacciatrice di cocaina parte da Arluno alle nove di sera portandosi dietro delle dosi e lascia la macchina parcheggiata fuori da un centro sportivo per più di tre ore con all’interno lo stupefacente? Chi commetterebbe una leggerezza del genere? Qualcuno gliel’ha introdotto a sua insaputa".
cocaina 2
Magari approfittando della partita di pallavolo. Le chiavi della Dahiatsu nel borsone lasciato incustodito nello spogliatoio. È un’ipotesi. "Che si tratti di tre grammi, non uno di più, è rivelatore – sottolinea il legale –: non troppa per generare serie conseguenze penali, ma neanche “poca” per evitarle un iter giudiziario di due o tre anni".
Il terremoto che ha coinvolto la comandante – in carica dal giugno 2018 – si abbatte su un corpo già sconquassato da esposti, licenziamenti e segnalazioni di condotte inappropriate da parte dei ghisa. "Io e Vismara abbiamo riportato ordine intervenendo su situazioni anche indecorose – sottolinea Ballarini –. Accessi a siti porno, pause pranzo dilatate, furbetti del cartellino, agenti che stavano in ufficio anziché in strada. Ecco con cosa ci siamo dovuti confrontare".
Nel maggio 2019 un ufficiale in arrivo dalla polizia locale di Milano, in prova per tre mesi e che ambisce a diventare vicecomandante, non viene confermato ed è lasciato a casa. E anche questo episodio genera un nuovo strascico di polemiche. Già domani Vismara potrebbe essere sottoposta al test del capello, che rivela il consumo di stupefacenti negli ultimi tre mesi. Il resto della giornata gliel’ha già programmato Ballarini. "Poi l’aspetto alla sua scrivania in municipio, perché il suo posto è qui".