Federico Capurso per “la Stampa”
GIUSEPPE CONTE BEPPE GRILLO
Da quando è naufragato il "campo largo" di Enrico Letta, sembra quasi impossibile togliere il buon umore a Giuseppe Conte. Il leader del Movimento percepisce di avere uno spazio politico da conquistare «con i nostri temi e la nostra coerenza», dice a La Stampa, uscendo dagli studi Mediaset dove è stato ospite di Controcorrente. Anche i sondaggi danno il M5S in risalita, «ma fotografano il passato.
Quei numeri cresceranno». Insomma, sembra aver ritrovato lo slancio, dopo tanti mesi di affanno. E su quest' onda di "forza percepita", ora traballa persino l'alleanza alle regionali siciliane con i Dem, dove si voterà insieme alle Politiche. Tanto che nel Movimento siciliano si starebbero preparando all'eventualità di dover comporre delle liste per una corsa in solitaria.
giuseppe conte beppe grillo
Alle sue truppe, in questa estate di stravolgimenti politici, Conte chiede quindi «compattezza e affidabilità». Invito che sembra avere soprattutto una destinataria: Virginia Raggi. L'ex sindaca di Roma è tornata a pungolare il leader: «Avrei potuto candidarmi in Parlamento, ma sono contraria ad alleanze strutturali o a campi progressisti con partiti tradizionali. E ad oggi - aggiunge velenosa - non potrei dire con certezza quali saranno i nostri futuri compagni di viaggio». Poi, sulla composizione delle liste, stilla ancora veleno: «regole chiare e subito».
ALESSANDRO DI BATTISTA VIRGINIA RAGGI PH LAPRESSE
Conte scuote la testa. Il sorriso non sparisce, ma si inclina. «Ma come sarebbe a dire "io sono candidabile"? - si chiede incredulo -. Sta facendo il terzo mandato e quello sarebbe il quarto!». Anche sulle regole per la composizione delle liste, nota l'ex premier, «vedo che si sta agitando e tenta di agitare la comunità M5S. È un atteggiamento completamente incomprensibile». Raggi invoca maggiore trasparenza «a sproposito - sottolinea Conte -. Ogni decisione verrà presa in linea con lo statuto.
alessandro di battista virginia raggi
Non faremo le liste come a Roma, dove lei si è autocandidata senza sentire i vertici del Movimento». Qualcuno, tra i Cinque stelle, ha paura che Raggi possa lasciare dopo le elezioni, per aderire al progetto politico di Alessandro Di Battista. Qualcun altro la chiama «speranza».
CONTE GRILLO
Ma le idee dell'ex premier sulle liste sono chiare. Per prima cosa, cadrà il vecchio totem che vietava le pluricandidature: «Stiamo procedendo in questa direzione, lo confermo. Dobbiamo adattarci a questa legge elettorale. Bene presentarci da soli, bene le parlamentarie, bene tutto, ma dobbiamo anche introdurre qualche criterio di temperamento, altrimenti andiamo incontro a un meccanismo di assurda casualità». I big in gara sono pochi. Non si può correre anche il rischio di perderli. Per questo, sarà sempre lui a decidere i capilista.
GIUSEPPE CONTE LUIGI DI MAIO
«Ci tengo alla consultazione in rete e alla partecipazione democratica - premette -, ma il Movimento deve anche garantire che ci siano dei parlamentari che non escano in ordine sparso dopo essere stati eletti. Non voglio che si ripeta quanto accaduto in questa legislatura». Torna dunque il tema dell'affidabilità: «Servono persone che condividano i principi e i valori del Movimento, per ridurre al minimo la possibilità di transfughi». In un Parlamento con numeri ridotti, nota l'ex premier, «i parlamentari peseranno sempre di più».
L'attenzione sui candidati che parteciperanno alle parlamentarie sarà massima. Specialmente in Campania e in Sicilia, due fortini elettorali del Movimento, dove è fortissimo il timore di ritrovarsi in lista degli infiltrati ancora fedeli a Luigi Di Maio o a Dino Giarrusso.
dino giarrusso cateno de luca 2
Un sospetto che Conte conferma: «Nelle ultime settimane abbiamo notato che non sono arrivate richieste di cancellare la propria iscrizione. Ce le aspettavamo in seguito agli addii e alla scissione che c'è stata». Invece le truppe del ministro degli Esteri in Campania e dell'ex iena in Sicilia sarebbero ancora lì, nel mondo grillino, con il pericolo che possano creare cordate per votare un loro candidato. La lente del Movimento si è posata «sulle partenze di Giarrusso e di Di Maio & company - sottolinea il leader - perché non abbiamo osservato delle disiscrizioni».
di maio conte
Dettaglio che dettaglio non è: « Di Maio & company, senza nessuna dignità, hanno formato un nuovo partito, ma sono rimasti iscritti. Abbiamo dovuto cacciarli noi! Però loro sappiamo chi sono, a differenza degli iscritti che li seguono e che sono rimasti con noi». Questa, evidenzia l'ex premier, «è la ragione per cui dovrò controllare attentamente e intervenire sulle liste, come previsto dal nostro statuto. Ho la responsabilità, come leader politico, di garantire l'affidabilità dei nostri candidati».
dino giarrusso canta a un giorno da pecora
Anche in considerazione del fatto che, almeno in questo momento, il bottino più ricco di seggi per il Movimento è proprio al Sud. «L'altro giorno mi hanno portato un sondaggio di Radio Norba che ci dà al 20 per cento nei collegi del Mezzogiorno - racconta -. Io gli ho detto di lasciar perdere, perché il 20 per cento è il dato di partenza, ma prenderemo molto di più».