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    LA DEMOCRAZIA DIRETTA (DA CONTE) – CON LA FARSA DEL VOTO ONLINE LA BASE GRILLINA HA APPROVATO IL LISTINO BLOCCATO DI PEPPINIELLO APPULO, CHE ASSICURA A 15 FEDELISSIMI UN POSTO NEL PROSSIMO PARLAMENTO (GLI ALTRI S'ATTACCANO ALLA POCHETTE) – SOLO 50 MILA ATTIVISTI HANNO SCELTO I CANDIDATI ALLE POLITICHE TRA FRATELLI, MOGLI, EX COLLABORATORI DI DEPUTATI E SENATORI USCENTI - CHISSA' SE BEPPE GRILLO RICORDA IL SUO POST DEL 2014 IN CUI TUONAVA “SIAMO STANCHI DI VEDER NOMINARE AMICI E PARENTI DEI POLITICI” 


     
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    Federico Capurso per “La Stampa”

     

    giuseppe conte 1 giuseppe conte 1

    Fratelli, mogli, ex collaboratori di deputati e senatori uscenti. Il caravanserraglio di 1.500 candidati alle parlamentarie del Movimento 5 stelle ospita un po' di tutto. Come era già accaduto nel 2018. Ormai, può quasi considerarsi una tradizione. Di famiglia. Tutti in fila per incassare il voto online degli attivisti. La tornata si è chiusa ieri notte, i risultati si avranno oggi.

     

    Al termine del clic day - nonostante il Ferragosto alle spalle - risultano 50 mila votanti, molti di più dei circa 39 mila totalizzati alle parlamentarie della scorsa edizione, con Luigi Di Maio alla guida e due giornate dedicate al voto in Rete. Questa, per Giuseppe Conte, è già una piccola soddisfazione. Guastata, però, dal rischio fortissimo di veder saltare l'alleanza in Sicilia con il Pd. Le trattative stanno andando male e - come avevamo anticipato - la rottura è a un passo.

     

    GIUSEPPE CONTE AFFIGGE IL SIMBOLO DEL M5S AL VIMINALE GIUSEPPE CONTE AFFIGGE IL SIMBOLO DEL M5S AL VIMINALE

    E non possono piacere, ai vertici, le polemiche interne sul listino bloccato con i 15 fedelissimi "preferiti" dal leader. Proposta approvata dall'86,54 per cento dei votanti, Conte ringrazia con un tweet per «l'entusiasmo e la partecipazione». Tutti gli altri candidati ringraziano meno. I 15 "preferiti" rischiano infatti di spodestare nelle liste elettorali chi si è presentato alle parlamentarie e, magari, le ha pure vinte.

     

    Se agli aspiranti deputati e senatori non andrà bene, resterà comunque l'affetto dei familiari. In Lombardia si cimenta Davide Buffagni, «perito informatico» e «imprenditore», ma soprattutto fratello dell'ex viceministro dello Sviluppo economico Stefano Buffagni, bloccato al secondo mandato. Storia simile a quella di Ergys Haxhiu, compagno della ministra delle Politiche giovanili Fabiana Dadone, ferma come Buffagni per le due legislature alle spalle. Che sia un set di Hollywood o le parlamentarie grilline, dunque, «vai avanti senza di me. Salvati, almeno tu».

     

    giuseppe conte corsa al voto 4 giuseppe conte corsa al voto 4

    Sempre in Lombardia, spunta un altro fratello, Samuel Sorial. Il maggiore, Giorgio, ex deputato eletto nel 2013, aveva tentato la rielezione nel 2018, senza successo. Per sua fortuna, ci ha pensato Di Maio a prenderlo con sé al ministero dello Sviluppo economico, da dove Sorial senior si è potuto rilanciare come amministratore della partecipata Marina di Portisco Spa nel 2019 e come presidente dell'ente Traforo monte Bianco nel 2021. Ora, spazio al fratello. Lo stesso nella famiglia Trenta. Elisabetta, ex ministra della Difesa nel Conte I, era entrata nel Movimento e ne era uscita poco più tardi, in polemica. È rimasto in trincea il fratello Paolo, che ora spera nel Lazio.

     

    Riemergono anche tanti volti noti del vecchio Movimento.

    giuseppe conte chiara appendino domenico de masi giuseppe conte chiara appendino domenico de masi

    Cercano di tornare a Roma Paolo Bernini, ex deputato divenuto celebre per aver sostenuto il complotto dei chip sottopelle con cui controllare l'umanità intera, e Michele dell'Orco, deputato nel 2013, poi sottosegretario ai Trasporti del primo governo Conte.

    Dalla giunta di Virginia Raggi spunta Andrea Mazzillo, per un anno assessore al Bilancio, e guarda al Senato Andrea Venuto, ex delegato della sindaca all'Accessibilità universale.

     

    In lizza pure Bruno Marton, senatore fino al 2018 e poi collaboratore di Vito Crimi. Tutte le loro speranze, però, rischiano di venire uccise dal listino bloccato di Conte. Il leader può inserire i suoi 15 preferiti come capilista, qualunque sia il risultato delle primarie, e candidarli in più collegi. Una novità che non piace a Danilo Toninelli: «I listini bloccati lasciamoli alla Meloni o a Letta», twitta l'ex ministro.

    giuseppe conte beppe grillo giuseppe conte beppe grillo

    La deputata Azzurra Cancelleri mette invece nel mirino Alfonso Colucci, il notaio del Movimento, inserito tra i 15: «Se a verificare il voto delle parlamentarie fosse lui, sarebbe poco opportuno». Non sarà lui, rassicurano dal partito. «Ma quale merito politico avrebbe?», si chiedono nelle chat.

     

    La risposta non si può dare pubblicamente, eppure è quella più ovvia: «Ha la fiducia di Conte, a differenza di tanti altri». Hanno la sua fiducia i quattro vicepresidenti uscenti (Alessandra Todde, Riccardo Ricciardi, Michele Gubitosa e Mario Turco) e i due attuali capigruppo di Camera e Senato, Francesco Silvestri e Mariolina Castellone, l'ex capogruppo a palazzo Madama, Ettore Licheri e l'ex ministro dell'Ambiente Sergio Costa.

     

    giuseppe conte giuseppe conte

    Nello stesso listino, un posto d'onore agli esponenti della società civile, come i magistrati Federico Cafiero De Raho e Roberto Scarpinato, o il professore della Sapienza, esperto in transizione ecologica, Livio De Santoli. Listini bloccati, pluricandidature, fratelli, mogli e mariti. Il post del 2014 di Beppe Grillo in cui tuonava «siamo stanchi di veder nominare amici e parenti dei politici nell'alta dirigenza della pubblica amministrazione», sembra proprio invecchiato male.

    GIUSEPPE CONTE GIUSEPPE CONTE GIUSEPPE CONTE GIUSEPPE CONTE GIUSEPPE CONTE GIUSEPPE CONTE GIUSEPPE CONTE GIUSEPPE CONTE

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