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    TUTTI IN CATTEDRA, COMPAGNI! LA RIFORMA DELLA SCUOLA È UNA SANATORIA DA 3 MILIARDI CON EVIDENTI SCOPI ELETTORALI – 200 MILA NUOVI PROF IN CATTEDRA E DUE SU TRE VERRANNO PREMIATI


     
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    Francesco De Domicinis per “Libero Quotidiano

     

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    E due. Passo dopo passo, un voto di scambio tira l’altro. A maggio il bonus da 80 euro per conquistare milioni di voti, adesso l’assunzione di 150mila docenti precari. Grazie al piano Sblocca scuola presentato ieri dal premier, Matteo Renzi, la scuola italiana sta per dare lavoro stabile a un esercito di prof. L’operazione sarà realizzata nel 2015 e poi proseguita negli anni successivi, fino a portare a 200mila i nuovi ingressi tra gli insegnanti (ora sono circa700mila). Ieri l’ex sindaco di Firenze ha illustrato solo delle linee guida: vuol dire che buona parte delle promesse annunciate a palazzo Chigi dovranno essere «tradotte » in testi normativi e provvedimenti di varia natura, con tutte le incognite del caso.

     

    L’unica certezza riguarda proprio le assunzioni dei prof «in lista d’attesa» che sarà formalmente inserita a breve, nella legge di stabilità. Una mossa che richiede fondi per 1,5 miliardi di euro una tantum e 4 miliardi a regime. Soldi che non sono ancora stati individuati con certezza. Il rischio? Per mettere insieme le necessarie coperture finanziarie, il governo potrebbe ricorrere a qualche aumento di tasse o all’introduzione di nuovi balzelli. Staremo a vedere.

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    Ci sarà certamente da attendere un bel po’, come accennato, per vedere i passi concreti di Renzi sulla scuola. Dalle linee guida si deve infatti passare ad atti normativi e, considerando che lo stesso presidente del consiglio vuole confrontarsi con tutti, il progetto iniziale corre il rischio di essere stravolto. Sono 12 i punti del piano educazione messo a punto dell’esecutivo che in buona parte sembra il libro dei sogni. E in cima alla lista,manco a dirlo, c’è la misura straordinaria per assumere 150mila docenti a settembre 2015 e chiudere le graduatorie a esaurimento. Dal 2016, poi, si passerà al concorso obbligatorio e fino al 2019, tanto per fare promesse di stampo elettorale, il governo ha già deciso che assumerà 40mila giovani.

     

    L’idea di fondo, tutta da verificare, è che d’ora in avanti si diventerà docenti di ruolo solo per concorso, come peraltro previsto dalla Costituzione. Come dire: mai più liste d’attesa che durano decenni e che, finora, hanno contribuito a squassare la scuola italiana. Stop anche alle supplenze. Obiettivo, in questo caso, è garantire alle scuole, grazie al piano di assunzioni, un team stabile di docenti per coprire cattedre vacanti, tempo pieno e supplenze, dando agli studenti la continuità didattica a cui hanno diritto. Altro sogno è passare rapidamente a un sistema che faccia fare carriera sulla base di qualità, valutazione e merito. Per quanto riguarda gli scatti, a esempio, l’idea è ogni tre anni due prof su tre avranno in busta paga 60 euro netti al mese in più.

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    Già in partenza, insomma, è stato stabilito che il 66% dei docenti va premiato. Premio che dovrà essere assegnato tenendo in considerazione la qualità del lavoro fatto in classe, la formazione e il contributo al miglioramento della scuola. Dal 2015 ogni scuola pubblicherà il proprio Rapporto di autovalutazione e un progetto di miglioramento. Tuttavia, a decidere i premi sarà una sorta di «capoclasse» dei docenti: scelta che lascia immaginare metodi di assegnazione dei bonus predeterminati. Oltre all’obbligo di formazione per i docenti, è previsto che dal 2015 i dati di ogni scuola (budget, valutazione, progetti finanziati) siano pubblicati online.

     

    Annunciati pure piani di co-investimento per portare a tutte le scuole la banda larga veloce e il wifi, ma della rivoluzione digitale non c’èt raccia. Il governo vorrebbe pure snellire la burocrazia scolastica, ma lo fa ricorrendo a un metodo che appare complicatissimo: un super sondaggio tra addetti ai lavori per individuare le peggiori 100 procedure, da abolire.

     

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    E mentre il problema dei giovani è il lavoro, Renzi pensa di portare «musica» e «sport» nella scuola primaria e più «storia dell’arte» nelle secondarie, per scommettere sui punti di forza dell’Italia, dice. Salvo ricordarsi di provare a incentivare l’alternanza scuola-lavoro (obbligatoria nell’istruzione professionale e tecnica) e rafforzare il piano formativo per le lingue straniere, a partire dai 6 anni.

     

    L’ultimo punto prevede di stabilizzare il Fondo per il miglioramento dell’offerta formativa, renderne trasparente l'utilizzo e legarlo al miglioramento delle scuole. Non solo. Il piano prevede anche di attrarre risorse private (singoli cittadini, fondazioni, imprese), attraverso incentivi fiscali e semplificazioni burocratiche. E le slide di Renzi sono finite. Le promesse pure.

    twitter@DeDominicisF

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