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    "OGNI OMBRELLONE DOVRÀ AVERE A DISPOSIZIONE ALMENO 22 METRI QUADRI? CON QUESTE REGOLE NON APRIAMO” - LA ROMAGNA GUIDA LA RIVOLTA – “SE PRIMA IL NOSTRO ERA UN GRIDO D’ALLARME SUL TURISMO CHE STA MORENDO, LE REGOLE DEL DOCUMENTO DI INAIL E ISTITUTO SUPERIORE DI SANITÀ SONO IL COLPO DI GRAZIA...”


     
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    Franco Giubilei per “la Stampa”

     

    Se prima il nostro era un grido d’allarme sul turismo che sta morendo, le regole del documento di Inail e Istituto superiore di sanità sono il colpo di grazia», dice sconcertato il sindaco di Rimini, Andrea Gnassi. Fra cinque giorni, in Romagna, si riaprono le spiagge per decisione della Regione, che ieri ha fissato in 12 metri quadri la superficie a disposizione di ogni ombrellone.

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    Peccato che allo stesso tempo, da Roma, Inail e Iss raddoppino le distanze di sicurezza portando a 22 metri quadri la zona riservata. Da qui parte la rivolta. Gli stabilimenti balneari si preparano a ripartire fra mille incertezze, come sottolinea Mauro Vanni, titolare di un bagno da 250 ombrelloni e presidente della Cooperativa bagnini Rimini Sud: «Io sono molto preoccupato: la Regione dice una cosa, ma a livello nazionale ci sono indicazioni ben diverse.

     

    E poi, se restano così le cose, l’eventuale contagio di un dipendente continuerà a essere considerato infortunio sul lavoro e non malattia, il che vuol dire che se non guarisce entro 40 giorni per il gestore scatta una denuncia penale. In queste condizioni, il rischio per gli stabilimenti balneari è enorme». Nonostante tutto, in Riviera si accingono comunque a rimettere in moto la macchina delle vacanze mandata in panne dal Coronavirus. Danilo Piraccini, consigliere della Cooperativa bagnini di Cervia e proprietario del Club Milano a Milano Marittima, dice che «molti clienti ci hanno chiamato nelle scorse settimane per sapere quando riaprivamo. In diversi casi si tratta di proprietari o inquilini di seconde case.

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    I prezzi? Terremo conto del calo del numero di famiglie dovuto al distanziamento e dei costi maggiori che avremo per i dispositivi di sicurezza e per il personale in più. Abbiamo calcolato un aumento del 5-8% rispetto all’anno scorso, di certo non avremo utili».

     

    Per Piraccini «è importantissimo ripartire, daremo un messaggio di normalità». Poco distante da qui, a Cesenatico, il gestore del Bagno Milano nonché presidente regionale del Sindacato italiano balneari, Simone Battistoni, ironizza sul documento di Inail e Iss: «Ogni ente fa a chi la spara più grossa, coi 22 metri quadri stabiliti in quel testo in Liguria non riaprirebbe nessuno e faremmo fatica anche noi in Romagna, che possiamo vantare ben altri spazi». Dice che «non ci sarà un aumento generalizzato dei prezzi, io nel mio bagno li lascerò invariati: il Paese è stremato, la gente ha pochi soldi e a quelli che vengono comunque in vacanza diamo pure una bastonata? Anche no!».

     

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    L’ottimismo è obbligato, visto che tutti sanno che quest’estate non sarà una passeggiata: «Le prenotazioni arrivano, anche dalla Lombardia, con l’avvertenza che le persone non sono sicure che le restrizioni negli spostamenti saranno allentate». Patrizia Rinaldis, presidente di Federalberghi Rimini, teme che la riapertura delle spiagge non si ripercuota positivamente sugli hotel: «I riminesi andranno in spiaggia, ma noi albergatori abbiamo bisogno di gente da fuori. Le richieste non mancano, ma prenotazioni non ce ne sono, e intanto il tempo passa senza che ci siano risposte sulle responsabilità civili e penali dei titolari, né sui problemi di liquidità, né sugli spostamenti fra regioni».

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