Paolo Condò per “La Repubblica”
francia mbappe
Italia (voto 7)
La seconda partita arriva provvidenziale a distoglierci dal discorso dominante del post-debutto: fino a quale grado di entusiasmo sia lecito abbandonarsi dopo il 3-0 alla Turchia. Il dibattito è stato infatti dedicato a un mix di scaramanzia e luoghi comuni: e se partiamo bene arriviamo male, e se partiamo male arriviamo bene, certo che la Nazionale ha giocato una bella gara, eccolo lì il sempliciotto che suona già la grancassa. Insomma, "ricordati che devi morire". Proposta per un'analisi più seria: ricordate molte squadre dotate di un moderno gioco offensivo e nel contempo di difensori che danno il meglio in posizione bassa, nell'uno contro uno dentro la loro area? È una rarità, e potrebbe portarci lontano.
Belgio (voto 7)
de bruyne griezmann
La Russia è diventata da un po' il suo punching ball (due vittorie nelle qualificazioni e la terza sabato a San Pietroburgo, che è pur sempre una trasferta: in tre gare 10 gol fatti e 2 subiti), ma la sicurezza con la quale il Belgio ne ha disposto è stata comunque impressionante. Lukaku è un chiaro candidato al titolo di cannoniere, in assenza di Edin Hazard (alla terza partita ne sapremo di più) e De Bruyne la locomotiva di un gruppo arrivato al dunque: la difesa è invecchiata e ha perso pezzi, l'ora di vincere è questa. Segnali incoraggianti sono arrivati dai rimpiazzi delle star come Tielemans e Carrasco, ma è evidente quanto sia centrale per le ambizioni massime almeno il recupero pieno di De Bruyne.
kane
Inghilterra (voto 6.5)
Le aspettative generate dalla Champions sono elevate, e i cinque finalisti di Porto nella formazione di Southgate suonavano come una sfida: siamo i migliori, venite a prenderci. L'Inghilterra ha vinto discretamente bene - la Croazia è pur sempre l'ultima finalista mondiale - ma ottenendo tanto da uomini come Phillips e Rice che le coppe non le hanno proprio giocate, e registrando il preoccupante flop di Kane, anonimo e distante dal doppio ruolo di goleador e regista offensivo. Detto che Mings ha sostituito bene Maguire - assenza temuta - molto passerà dalla crescita della trequarti: Mount e Foden assieme, con Bellingham e Sancho dietro, sono un futuro che vuole impadronirsi del presente.
Croazia (voto 5)
luis enrique
Se Luka Modric a 35 anni racconta l'eternità della classe - non c'è zona di campo nella quale la sua intelligenza tattica non brilli - il resto della straordinaria Croazia del 2018 sembra sfaldarsi, vittima dell'impigrimento di altre star e soprattutto del mancato ricambio generazionale. Kovacic non finisce di convincere, Brozovic ha perso il cambio di ritmo, Rebic funziona da seconda punta con un centravanti davanti, mentre latita da prima opzione (come al Milan sanno bene). Contro i cechi venerdì sarà un autentico spareggio, anche perché Schick sembra guidare una nazionale più affamata. Attaccherà soprattutto Vida, che porta ancora i capelli come se fosse nel cast del Signore degli Anelli: urge modernizzarsi.
Olanda (voto 6.5)
vida
Il voto sarebbe superiore senza la complicazione della rimonta subita e del colpo di reni riuscito in extremis, che da una parte si può capire perché l'Ucraina è tra le migliori della seconda fila, ma dall'altra segnala un problema nella gestione del vantaggio (con De Ligt andrà meglio). Alla faccia delle accuse di difensivismo, basate su una lettura prevenuta del modulo, la squadra di De Boer ha espresso tratti di gioco olandese doc grazie a una coppia di centrocampisti - Wijnaldum e De Jong - ai quali togliere il pallone è difficilissimo, e alla protezione che garantisce loro De Roon. Il 3-5-2 ha ovviamente senso se puoi contare su un assalitore di fascia come Dumfries. E Depay sta bene anche se ha fatto cilecca.
Spagna (voto 6.5)
foden inghilterra
Alla faccia del risultato come unico metro di giudizio, nella partenza ad handicap della nuova Spagna abbiamo intravisto segnali di potenziale grandezza. Lo zero alla casella dei gol segnati è un evento abbastanza casuale: un paio di (gravi) errori di Morata, alcune parate di livello di Olsen, altre situazioni nelle quali l'eccellente difesa svedese è stata sul punto di cadere. Nel primo tempo, soprattutto, il meccanismo del recupero palla in zona alta è stato il migliore visto fin qui, un rigeneratore continuo di occasioni. Da registrare semmai la permeabilità al contropiede, visto lo scompiglio portato dalle accelerazioni di Isak. Insomma, qualche vite da stringere e anche la Spagna sarà competitiva.
Portogallo (voto 7)
phil foden
Ci ha messo una vita per venire a capo dell'Ungheria, rischiando persino di finire sott' acqua, ma alla fine la quantità industriale di talento a disposizione di Fernando Santos - almeno il doppio rispetto al 2016, quando pure vinse - ha avuto ragione dei padroni di casa, e una volta apertasi la prima falla in un amen è venuta giù l'intera diga. La sensazione è che le gerarchie interne vadano ancora messe a punto, perché non c'è più soltanto Ronaldo ma Ronaldo c'è ancora e altroché se pesa: di certo quando hai uomini chiave prelevati dai due Manchester, dalla Juve, dal Liverpool e dal Psg la regolazione del traffico può non essere semplice. Per questo era fondamentale partire con tre punti "larghi", e il 3-0 va bene.
Francia (voto 7.5)
Era in pole position nella griglia di partenza, arriva in testa alla prima curva: la qualità dei singoli è suprema e il modo in cui Deschamps li collega permette ai campioni del mondo di passare quasi in scioltezza l'esame della Germania. La Francia vince su autogol, è vero, ma la meraviglia delle due reti annullate per fuorigioco di centimetri e la costante pericolosità di Mbappé e Benzema appena hanno campo per correre sono momenti da grande show. Non solo attacco, comunque. Anche il resto della squadra ha girato come un orologio, dalla difesa imperniata su Kimpembé al sontuoso Pogba padrone del centrocampo. Nessuna novità: è più favorita che mai.
benzema
Germania (voto 6)
Se lunedì nella Polonia avevamo visto Lewandowski privo del Bayern, ieri a Monaco ha giocato il Bayern privo di Lewandowski: una squadra di elevato valore che al dunque dell'area di rigore stenta ad arrivare a un tiro pulito. Non affronterà sempre difese corazzate come quella francese, ma l'Europeo è breve e l'occasione di affrontare la favorita in casa è andata. Löw ha osato poco, in fondo: passando prima alla difesa a quattro avrebbe avuto più tempo per spettinare la difesa avversaria, magari con Sané in aggiunta ad Havertz anziché al suo posto. Ma avrebbe avuto più tempo anche per subire altre reti, e nel gioco dei ripescaggi la differenza gol potrebbe essere un fattore.
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