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    CONSIP, NUOVO RIBALTAMENTO – L’EX AD MARRONI RIVELA CHE CARLO RUSSO (VICINISSIMO A BABBO RENZI) NON GLI HA MAI SPONSORIZZATO ALFREDO ROMEO, MA IL GRUPPO CONCORRENTE, “VICINO” A VERDINI – EPPURE, SECONDO L'ACCUSA I 'PIZZINI' DELL’IMPRENDITORE NAPOLETANO DICEVANO IL CONTRARIO


     
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    Da l’Espresso

     

    TIZIANO RENZI TIZIANO RENZI

    C'è un nuovo colpo di scena nello scandalo della Consip, che può modificare il corso dell’inchiesta della procura di Roma. Un dettaglio che cambierà, forse, la storia di uno dei filoni più importanti e politicamente delicati, ossia quello che coinvolge direttamente Tiziano Renzi, il padre di Matteo, segretario del Partito democratico e probabile candidato premier alle elezioni della primavera 2018.

    CARLO RUSSO CARLO RUSSO

     

    È noto, infatti, che il babbo dell’ex presidente del Consiglio sia stato iscritto nel registro degli indagati dai pm di Roma per concorso in traffico illecito di influenze insieme  al sodale Carlo Russo, con l’accusa di aver chiesto denaro all’imprenditore Alfredo Romeo (indagato per lo stesso reato) in cambio di un loro intervento sull’allora amministratore delegato della Consip Luigi Marroni nell’appalto miliardario chiamato Fm4.

    luigi marroni luigi marroni

     

    Ebbene, come scrive “L’Espresso” in un'inchiesta pubblicata nel numero di domenica, risulta che lo stesso Marroni abbia spiegato ai magistrati romani che durante gli incontri Russo non gli ha mai fatto pressioni per favorire le imprese di Romeo, come molti avevano finora ventilato e come pizzini e intercettazioni dei carabinieri del Noe facevano immaginare, ma solo quelle del raggruppamento concorrente, guidato dai francesi di Cofely.

     

    INCHIESTA CONSIP - I PIZZINI DI ALFREDO ROMEO INCHIESTA CONSIP - I PIZZINI DI ALFREDO ROMEO

    Un’azienda che Marroni aveva definito, nei verbali rilasciati il 20 dicembre 2016 agli inquirenti napoletani che hanno dato il via alle indagini finite per competenza nella Capitale, essere «nel cuore» del deputato di Ala Ignazio Abrignani e, soprattutto, del suo capo. Cioè il senatore Denis Verdini.

     

    ALFREDO ROMEO ALFREDO ROMEO

    Le dichiarazioni dell’ex manager di Consip, che durante i primi due verbali “napoletani” aveva detto «di non ricordare il nome» della società riferibile a Russo, complicano non poco il lavoro dei magistrati della procura guidata da Giuseppe Pignatone. Innanzitutto perché indeboliscono, una volta di più, il quadro probatorio contro Tiziano.

    ignazio abrignani con la moglie monica ignazio abrignani con la moglie monica

     

    I presunti falsi del capitano Giampaolo Scafarto hanno tentato di inchiodare Renzi senior (e lo stesso Romeo) a un incontro privato di cui non ci sono altre evidenze nelle intercettazioni. Adesso il nuovo verbale di Marroni non permette più al cerchio delle indagini di chiudersi. Se Russo e Tiziano si facevano promettere (come si legge nel pizzino che i pm presumono scritto da Romeo) 32.500 euro al mese come prezzo per la loro mediazione con Marroni (30 mila per «T.», che i pm presumono poter essere Renzi senior, e 2.500 per «R.C.», ossia l’imprenditore con un passato nella farmaceutica), come mai Russo quando si incontrava con il numero uno di Consip non sponsorizzava Romeo, ma spingeva l’amministratore di Consip a favorire i suoi acerrimi nemici?

     

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    Se Marroni dice la verità ci sono altre domande a cui la procura sta tentando di dare una risposta. Perché Carlo Russo, se fosse davvero anche lui sponsor del raggruppamento francese, ha offerto i suoi servizi a Romeo? È un truffatore che, usando il nome dei Renzi, ha preso per i fondelli il re del facility management del Paese per strappargli denari o collaborazioni economiche? O era d'accordo con Tiziano fin dall’inizio, in modo da ottenere benefici sia dal napoletano, sia dal gruppo rivale? Prove di rapporti tra Russo e aziende concorrenti a Romeo però – almeno negli atti depositati – non ci sono. L'inchiesta sul filone politico diventa sempre più complessa.

     

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