Marco Antonellis per Dagospia
PAOLO CIOCCA
Il nuovo presidente della Consob sarà scelto con la procedura classica vale a dire con un decreto del presidente della Repubblica su proposta del presidente del Consiglio, e non, come qualcuno forse sperava, con altri tipi di procedure. Già perché da qualche giorno tra Consob, Palazzo Chigi e Mef è scattata la "caccia alla manina" per cercare di capire chi avrebbe voluto scegliere il nuovo Presidente con un'altra procedura, ovvero quella dell'interpello pubblico, che avrebbe avuto l'effetto di congelare l'attuale situazione per almeno altri due o tre mesi.
MARIO NAVA PAOLO CIOCCA
Già, ma chi punta a perpetuare l'assetto attuale il più a lungo possibile? Fonti di alto livello in Consob non fanno mistero di pensare ad ambienti del precedente governo, in particolare settori dell'ormai deposto Giglio magico. Anche a questi "contrattempi", si dice, sarebbero legati i ritardi per la nomina dei nuovi vertici. Per la presidenza della Consob sono tutt'ora in corsa Paolo Ciocca, Roberto Garofoli (capo di Gabinetto di Tria ma per lui si parla anche dell'Antitrust), Marcello Minenna e, nelle ultime ore, si è inserito con qualche possibilità di successo anche il bocconiano Donato Masciandaro. In calo le quotazioni di Berruti.
ROBERTO GAROFOLI
Intanto, impazza il totonomi anche all'INPS essendo Boeri in scadenza di mandato e già nel mese di dicembre potrebbero accendersi i motori per avviare il percorso di nomina del successore: tra i nomi in pole position ci sono quelli del leghista della prima ora Alberto Brambilla (che ha stilato il programma della Lega proprio in tema di pensioni), quello del professore di Roma Tre Pasquale Tridico, molto apprezzato dal Movimento 5 Stelle (e già nella squadra dei ministri presentata prima delle elezioni da Luigi Di Maio).
Ma sono in molti a giurare che Matteo Salvini abbia in serbo una "carta coperta" per l'Inps da giocare solo all'ultimo momento. Insomma sarebbe in pista di lancio anche un altro candidato dal "cuore" leghista. Intanto, fonti di alto livello del Ministero dell'economia fanno sapere che, diversamente da quanto riportano oggi i principi giornali, il ministro Giovanni Tria non ha nessuna intenzione di farsi da parte.
ALBERTO BRAMBILLA
D'altra parte avesse veramente voluto mollare la poltrona "non avrebbe risposto in maniera così piccata a Luigi Di Maio sulla questione Alitalia" si fa notare. "Il ministro vuole assolutamente andare avanti forte del suo rapporto con il Quirinale" fanno sapere dal suo entourage. Anche perché l'eventuale successione sarebbe un rompicapo non facile da risolvere per il governo gialloverde: Paolo Savona non avrebbe il gradimento del Capo dello Stato come fanno capire senza mezzi termini ambiente del Colle (e forse qualcuno dimentica che serve la firma di Mattarella per nominare i ministri).
TITO BOERI LUIGI DI MAIO
Ma al Colle apprezzerebbero ben poco anche un interim dell'Economia al Presidente del Consiglio Conte: "Dato che il premier non riesce minimamente a fare da argine ai leader di Lega e 5Stelle, dargli anche il Mef significherebbe ritrovarsi i dioscuri Di Maio e Salvini fare il bello e il cattivo tempo tutti i giorni in via xx Settembre". L'unico nome che avrebbe il gradimento del Colle, se mai si arrivasse alla sostituzione di Tria è quello di Giancarlo Giorgetti, attuale Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio. Per Giorgetti significherebbe enorme visibilità e il lancio nella politica che conta. Ed anche la possibilità di diventare "riserva della Repubblica" in caso di governo di emergenza.
di maio salvini CONTE GIORGETTI