Marzio Breda per il “Corriere della Sera”
sergio mattarella giorgia meloni
«Non c’è dubbio che il problema dell’evasione fiscale sia grave per qualunque Paese e lo è in maniera importante per l’Italia. Infatti, si è fatto molto, si opera molto su questo tema, e nel Piano nazionale di ripresa e resilienza è un tema sottolineato con molta concretezza e indicazioni. È un capitolo già definito con l’Unione europea e non vi sono segnali che venga cambiato».
Sergio Mattarella non vuole farsi incastrare nelle polemiche su sanatorie, condoni e uso dei contanti da parte di chi le studierebbe tutte per rendere facile frodare l’erario. Dà per scontato che la manovra messa in cantiere dal governo non nasconda trucchi o sia comunque in contrasto con gli impegni presi da Palazzo Chigi con la Ue. Del resto, proprio ieri ha firmato l’autorizzazione a presentare in Parlamento il disegno di legge di Bilancio, anche se l’esito finale dipenderà dalle assemblee.
GIORGIA MELONI IGNAZIO LA RUSSA SERGIO MATTARELLA
Non gli piacciono, poi, le dispute nominalistiche, come quella riaccesa da quanti ci vedono a rischio di diventare la «maglia nera» d’Europa proprio nell’evasione fiscale. «Esorto alla cautela nelle definizioni come questa, perché nascono da criteri difformi da Paese a Paese... Sono sempre stato refrattario all’uso di definizioni sostanzialmente a-scientifiche».
Ecco l’unico cenno alla politica di casa nostra che il presidente si concede nella prima tappa della sua visita di Stato in Svizzera. A lui e al padrone di casa, Ignazio Cassis, interessano di più i rapporti bilaterali, il «dialogo collaborativo» tra la Confederazione e Bruxelles (stoppato troppo bruscamente), la questione dei frontalieri e la cancellazione di questo Paese dalla black list dei paradisi fiscali («Non c’è alcun motivo perché Berna sia in quella lista», recrimina Cassis).
sergio mattarella giorgia meloni
Ma soprattutto a entrambi sta a cuore il dossier Ucraina, ancora caldissimo. Lo dimostra la fermezza con cui Mattarella si esprime. «Le autocrazie sfidano il modello di pacifica convivenza internazionale e di convivenza democratica: è una questione grave e non dobbiamo sottovalutarla. Sono sfide che non possono essere agevolate da incertezze e divisioni fra i popoli liberi».
Da quando è cominciata quella guerra «sciagurata» ritaglia sempre nei propri discorsi qualche spazio di sostegno alla lotta d’autodifesa di Kiev. E succede anche a Berna, appunto, proprio mentre a Roma il governo studia un decreto ad hoc per rifinanziare gli aiuti militari.
sergio mattarella giorgia meloni
È un nuovo passaggio, in questa prova di forza, che trova le opposizioni di casa nostra riluttanti un po’ come è accaduto nella Confederazione elvetica, paradigma della neutralità. Nel caso specifico, però, dopo «una riflessione e un confronto», anche la Svizzera «ha assicurato massima solidarietà al popolo ucraino», concretizzatasi nei progetti di ricostruzione e nelle sanzioni contro Mosca.
È uno sforzo che non va interrotto, avverte il presidente. «Oggi il panorama internazionale è gravemente condizionato e ferito da una guerra che ci riporta alla peggior epoca degli imperialismi e dei nazionalismi, e rappresenta una lacerazione profonda della trama di norme e principi giuridici che hanno dato sostanza al sistema multilaterale». Ecco perché, davanti alla «minaccia posta dalla Russia alla pace e alla sicurezza», sente l’urgenza di chiedere «da parte di tutte le democrazie, in particolare quelle europee, un rinnovato slancio di unità e coesione».
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