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    ALLEATI SÌ MA NON COSÌ – CONTE CHIEDE AIUTO A TRUMP SULLA LIBIA E LUI LO INVITA A RICONOSCERE GUAIDÒ IN VENEZUELA, COSA CHE L’ITALIA NON HA ANCORA FATTO PER L’INFATUAZIONE MADURISTA DEL M5S – ORA SI CERCA DI RECUPERARE: NON A CASO IL CONSIGLIERE DIPLOMATICO BENASSI HA INCONTRATO IL CAPO DELL’OPPOSIZIONE ALLA DITTATURA – LA SITUAZIONE IN LIBIA È A UN PUNTO DI NON RITORNO


     
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    CONTE TRUMP CURRICULUM CONTE TRUMP CURRICULUM

    Ilario Lombardo e Francesca Paci per “la Stampa”

     

    Il premier Giuseppe Conte chiama il presidente americano per chiedere aiuto sul fronte della crisi libica e Trump risponde dando ogni sorta di assicurazioni. Ma chiedendo anche all' Italia di riconoscere la legittimità di Guaidó, l' oppositore venezuelano protagonista della sfida al potere chavista di Maduro. Sono fonti diplomatiche a Roma e a Washington che, ricostruendo la telefonata fra Conte e Trump, indicano una sovrapposizione di fatto fra le due crisi: Libia e Venezuela.

    juan guaido juan guaido

     

    La Casa Bianca infatti non aveva gradito la scelta del governo gialloverde di smarcarsi da Ue e Nato nel non sostenere Guaidó e dunque ha colto l' occasione per far presente a Conte che essere «alleati» sulla Libia implica scelte consensuali anche sul Venezuela.

     

    La partita parallela

    venezuela proteste contro maduro 4 venezuela proteste contro maduro 4

    Tutto ciò dimostra che c' è una partita parallela alla guerra che si combatte in Libia in campo aperto ed è quella diplomatica, terreno sul quale l' Italia sta cercando di recuperare il tempo perduto nei mesi passati. È qui, in una singolare triangolazione tra Roma, Tripoli e Washington, che sullo sfondo dello scontro all' ultimo sangue tra Misurata e l' uomo forte di Bengasi, generale Haftar, si delinea l' ombra del Venezuela, potenziale viatico tra Palazzo Chigi e la Casa Bianca per intendersi poi in pieno anche sulla Libia.

    juan guaido' 1 juan guaido' 1

     

    Uno scambio nel quale in pratica, a una decisa presa di distanza italiana da Maduro corrisponderebbe un forte endorsement d' oltreoceano nel braccio di ferro libico tra il nostro governo e quello francese.

     

    SOLDATI IN LIBIA SOLDATI IN LIBIA

    Soluzione politica

    Lo storia è tutta in una telefonata tra il premier italiano Conte e il presidente americano Trump, una chiacchierata avvenuta ieri su sollecitazione di Roma e sull' onda di una pressione diplomatica e mediatica per una soluzione politica alla crisi scatenata dall' offensiva contro Tripoli. Nell`entourage di Conte raccontano di una conversazione schietta il cui l' amico americano si sarebbe spinto a dichiarare che «la vostra linea è la nostra linea» fino a darsi appuntamento tra una settimana, quando, dopo aver studiato a fondo l' iniziativa italiana, Trump richiamerà Palazzo Chigi per stabilire una sorta di road map.

    MACRON HAFTAR MACRON HAFTAR

     

    Come si articoli esattamente l' iniziativa italiana non è facile da definire, perchè Misurata giura che non ci sarà nessun cessate il fuoco se prima Haftar non torna a Bengasi laddove Haftar difficilmente accetterà la resa incondizionata. Ma il dado, dicono, è tratto. Il premier Conte legge infatti nel sostegno americano la conferma dell`accordo già abbozzato a luglio, durante il suo viaggio negli Stati Uniti per preparare la conferenza di novembre sulla Libia, alla quale però alla fine Trump non partecipò.

    KHALIFA HAFTAR KHALIFA HAFTAR

     

    Anche adesso, in realtà, il fatto che Washington non abbia ancora fatto retromarcia sul ritiro delle proprie truppe deciso all' indomani dell' offensiva di Haftar, suggerisce una certa tentazione di tenersi a distanza da un problema percepito da Trump come tutto europeo.

    donald trump riceve la moglie di guaido' fabiana rosales 6 donald trump riceve la moglie di guaido' fabiana rosales 6

     

    Ma la Libia richiede sempre più prese di posizione in bianco e nero, con al Sarraj o contro, con Roma o con Riad, il Cairo e con una sia pur ufficialmente allineata all' Ue Parigi.

     

    La visita a Caracas

    Pietro Benassi Pietro Benassi

    La partita in ballo però è interessante anche per la Casa Bianca. Si, perché di contorno c' e il Venezuela. In queste ore, prima della telefonata tra Conte e Trump, c' è stata una sortita diplomatica estemporanea degli uomini di Palazzo Chigi a Caracas, durante la quale l' inviato Benassi avrebbe incontrato Guaidó, il campione dell' opposizione a Maduro totalmente emarginato dalla scena politica venezuelana ma ancora sostenuto da Washington e dall' Europa, ad eccezione della riluttante Italia. Fino a ieri, appunto. Perché incontrando Guaidó l' inviato di Conte avrebbe parlato a suocera affinchè nuora intendesse: e Washington in qualche modo ha inteso.

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