Marco Conti per ''Il Messaggero''
In streaming o di persona.
Per ridire che il Pd sostiene e invita a votare Sì al referendum che taglia i parlamentari - perché ci sono una mini-riforma costituzionale e una legge elettorale in cottura - ma anche che dopo il 21 settembre occorre un tagliando al governo. Non sarà un mezzogiorno di fuoco la direzione del Pd che Nicola Zingaretti ha convocato per oggi.
IL LIMBO
conte mattarella
La linea è già nota, come altrettanti noti i distinguo interni e il fatto che ci sia una corposa pattuglia dem che fa apertamente campagna per il No e che avrebbe voluto una discussione in direzione un po' più aperta.
Ma poichè il risultato del referendum appare scontato e quindi non produrrà effetti sul governo, mentre il risultato delle elezioni regionali è molto aperto e destinato a scatenare risse, la riunione si concluderà con una sorta di tregua armata in attesa delle urne. Per «uscire dal limbo», come Emma Bonino chiede al Pd, occorrerà quindi attendere il responso delle urne che oltre al successo dei Sì dovranno consegnare a Zingaretti la vittoria almeno in Toscana, Campania e Puglia per poter evitare ripercussioni. In attesa il segretario dem continua a picchiare duro sul Mes e di fatto anche sul premier Giuseppe Conte che continua gli esercizi di equilibrismo per non irritare i grillini nel pieno della campagna elettorale.
La ripetuta richiesta di attivazione del Mes per le spese sanitarie aprirà dopo il voto una sorta di verifica interna al governo che non per forza dovrà concludersi con un rimpasto nell' esecutivo.
ZINGARETTI - CONTE - DI MAIO
Ma proprio perché Conte non ne vuol sentir parlare, l' esigenza dei dem di rimettere in fila un programma che porti sino alla fine della legislatura potrebbe rappresentare l' unico sbocco possibile in grado anche di frenare il protagonismo del premier che comincia ad innervosire i dem.
La netta presa di distanza di Conte dal risultato delle elezioni regionali, non è piaciuta al Nazareno. Anche perché, sostengono, Conte non può chiamarsi fuori dalla costruzione di un' alleanza in grado di andare unita alle elezioni amministrative e alle politiche. Tantomeno indicare chi sarà il nuovo presidente della Repubblica. Sull' argomento il presidente del Consiglio ha sostenuto di avere una sua personalissima idea.
L' auspicio di Conte guarda ad un secondo mandato di Sergio Mattarella. Un ipotesi, quella del bis, che - malgrado sia emersa spesso al termine dei settennati - per ora si è realizzata solo con Giorgio Napolitano quando l' impasse nella formazione del governo si sommava a quello per l' elezione del nuovo Capo dello Stato. Situazione eccezionale e «terribile», come ebbe poi a definirla lo stesso Napolitano. Talmente eccezionale che tutti i partiti lo sollecitarono a rendersi disponibile pur se per un periodo inferiore ai sette anni. Così andò. Napolitano restò per altri due anni favorendo la formazione prima del governo Letta e poi dell' esecutivo Renzi.
Ma se per una sorta di rielezione limitata nel tempo non sembrano esserci i presupposti - senza contare che se così fosse le elezioni politiche potrebbe consegnare a Salvini la golden share - lunare appare la possibilità che il mandato si possa allungare per intero portandolo in tutto a ben quattordici anni.
mattarella draghi gualtieri
E' per questo che Mattarella si irrita quando sente parlare di un' ipotesi che non intende nemmeno prendere in considerazione, per ragioni di coscienza prima che costituzionali. Così come è ben poco interessato alle chiacchiere sul nome del suo possibile successore quando manca ancora del tempo persino al semestre bianco che scatterà solo ai primi di agosto del prossimo anno.
Non sorprende però che Conte, con l' ipotesi del bis, possa aver rilanciato più che un nome un profilo in grado di fare da collante all' attuale maggioranza, e che in questo profilo veda un po' se stesso soprattutto se l' intesa tra Pd e M5S diventerà strategica e non più tattica. In questo scenario Mario Draghi, ex presidente della Bce, viene visto da Conte non tanto come concorrente per palazzo Chigi ma per il Quirinale dove superMario potrebbe arrivare come garante della solidità economica e geopolitica del nostro Paese.