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    CON-TE RIPARTIRÒ - L’EX TECNICO DELLA JUVE HA SOLO DIMOSTRATO CHE PRANDELLI DI CALCIO NON CAPISCE UN PALLONE - SCONCERTI: “TROPPO BRUTTI IN BRASILE, NON BELLISSIMI ADESSO” - CHI HA NOTATO L’ASSENZA DI BALO?


     
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    1. PRUDENTI MA ALL’ATTACCO: È GIÀ UN’ITALIA DIVERSA

    Mario Sconcerti per “Il Corriere della Sera

     

    ANTONIO CONTE PUMA ANTONIO CONTE PUMA

    L’effetto Conte c’è stato, questo è indubbio. Il resto è stato un calcio ancora un po’ da spiaggia, con l’Olanda fuori atmosfera, subito in dieci, e l’Italia resa elettrica dal cambio di vento e dai 50 mila spettatori di Bari, tanti che lo stadio della Juve per esempio non potrebbe nemmeno contenere e che San Siro e l’Olimpico battezzano solo in occasioni molto particolari.

     

    Che significato dare a questa vittoria contro i terzi dell’ultimo Mondiale e i secondi di quello di 4 anni prima? La prima risposta è che era una partita amichevole. In questi casi parte sempre meglio chi ha fatto peggio prima. L’Olanda era senza Robben, che è onestamente metà squadra, e senza troppa volontà agonistica. Dopo dieci minuti si è trovata sotto di 2 gol e in dieci. La partita era finita. È stata però comunque un’Italia diversa, più veloce, più disposta a cercare la porta rispetto all’ultimo anno di Prandelli.

     

    zaza zaza

    Immobile sta diventano un vero centravanti europeo, di lotta e di governo, un attaccante completo da cose semplici, estremamente concrete. Zaza, lo ammetto, è una mia debolezza. Lo seguo da tempo, gli vedo sbagliare il minimo, ha sempre un’idea, sempre una conclusione. Insieme fanno un’ottima coppia, l’errore è pensare che diventi subito una coppia straordinaria e soprattutto che basti questo. Non hanno ancora l’eccezione, non sono di livello internazionale, ma possono diventarlo. E comunque hanno tirato più loro in una partita che l’altra Italia in tutta la scorsa stagione.
     

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    C’è stata molta corsa in generale, almeno per un’ora, senza il passaggio dolce di Pirlo o Verratti, ma con l’avarizia sensata di chi vuole colpire in contropiede. Conte ha giocato prudente e all’attacco, cosa che solo il calcio all’italiana sa fare. Ha messo due terzini sulle fasce, Darmian e De Sciglio, più tre mediani nel mezzo (De Rossi-Marchisio-Giaccherini). Una soluzione guardinga sul campo e molto esposta sul piano della comunicazione. La Nazionale più compressa da molti anni a questa parte, solo un vero dittatore poteva permetterselo (in senso romano, anti Annibale). Poco da spartire anche con il 3-5-2 annunciato. Sulla carta quel tipo di schema prevede sulle fasce un terzino e un centrocampista, qui siamo andati oltre. 
     

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    Ci vuole molto coraggio per debuttare con una Nazionale così apparentemente nascosta, senza un fantasista, senza un centrocampista dai piedi buoni. Non credo potrà continuare a lungo, dovrà arrivare anche un po’ di classe. Resta il successo facile, quasi irrisorio. E non è poco. Resta l’intesa tra Immobile e Zaza. Resta la grande volontà di tutti nel correre e nella fretta di mettersi alle spalle il Brasile. Credo sia giusto. Siamo stati troppo brutti a Natal, non siamo bellissimi adesso. Ma siamo diversi. Ed è una diversità che va tutta sul conto del nuovo c.t. 

     

    2. CHI HA NOTATO L’ASSENZA DI BALOTELLI?

    Gigi Garanzini per “la Stampa

     

    de rossi rigore de rossi rigore

    Tutto è bene quel che incomincia bene, e meglio di così francamente la rifondazione azzurra non poteva partire dopo il secondo disastro mondiale consecutivo. Cliente ideale l’Olanda, questo sì, perché ci ha messo il suo prestigioso blasone, dunque lo stimolo in più che serviva all’Italia: ma davvero poco altro, non certo quella tensione agonistica che sommata ad alcune qualità individuali ne fa una Nazionale di prima fascia. Di sicuro questa nuova Nazionale targata Conte è profondamente diversa, e migliore, rispetto a quella che poco più di 70 giorni fa si era lasciata prima incartare dalla Costarica e poi giustiziare dall’Uruguay.

    de rossi ranocchia de rossi ranocchia

     

    È vero che il test è durato 10 soli minuti, sino all’espulsione dello sciagurato Martins Indi. Ma è vero anche che sono bastati per constatare come gli azzurri fossero corti e compatti, come pressassero alti, come fossero perfettamente sincronizzati i movimenti in velocità delle punte. E pazienza se i due pendoli di centrocampo non hanno le qualità e la classe di Vidal e Pogba.

     

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    L’idea è comunque quella, e si arrangiassero un po’ Marchisio e Giaccherini a interpretarne la parte: proprio come, per esempio, Bonucci con il lancio profondo del primo gol si è calato alla perfezione nei panni di Pirlo. Su questo telaio, su questo atteggiamento collettivo che davvero non era semplice costruire in pochi giorni e pochissimi allenamenti, ecco che al posto di un solo attaccante, statico e annoiato, che si concedeva alla manovra con la dovuta degnazione, il nome fatelo voi, ce n’erano due che brucavano l’erba e dettavano il passaggio. Il calcio in fondo non è poi così difficile, difficile semmai è scegliere chi sia stato più bravo tra Immobile e Zaza, tra un quasi debuttante e un debuttante assoluto. Forse il primo, se non altro perché potrebbe aver ricordato a Cairo il miglior Amauri.
     

    conte conte

    Bravi e maturi gli azzurri anche a gestire il resto del match, senza nulla concedere agli olandesi e senza nemmeno farsi prendere dalla voglia di strafare. Quasi consapevoli che il difficile viene adesso, perché una ripartenza di questo calibro genera aspettative e già lo scenario di Oslo il prossimo martedì sarà profondamente diverso. Non certo per il valore assoluto della Norvegia: ma perché a Bari in fondo si giocava per il prestigio, lassù per tre punti che peseranno nel cammino verso gli Europei.

     

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