Fabio Martini per “la Stampa”
CONTE E IL BANCHETTO DAVANTI PALAZZO CHIGI
Si è congedato così come si era presentato: da Avvocato del popolo. Per il suo ultimo messaggio da Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte ha scartato la suggestione più ovvia. Un 'intervista "classica": al Tg1 o ad un grande giornale. O uno di quei video che nella sua stagione d' oro entravano applauditi nelle case degli italiani. Un video che lo avrebbe inchiodato alla paludata tappezzeria del Palazzo. Conte si è fatto apparecchiare per strada un tavolino, con previa raccomandazione del portavoce Rocco Casalino ai cameraman: «L' inquadratura non su Chigi, non è solo istituzionale».
CONTE E IL BANCHETTO DAVANTI PALAZZO CHIGI
Quando Conte ha parlato alle telecamere, a casa qualcuno si è ricordato di Ernesto Calindri, attore toscano di squisita eleganza che negli anni Sessanta diventò celebre per un Carosello: quello nel quale appariva seduto ad un tavolino in mezzo al traffico e da lì decantava le virtù del Cynar, il liquore a base di carciofo contro «il logorio della vita moderna».
Contro il logorio della vita politica Conte ha confezionato uno spot energetico, non rilassante come quello del Cynar. Ha fatto capire di non avere alcuna intenzione di tornare a Firenze dai suoi studenti e di essere pronto a prendere la guida dei Cinque stelle. Conte lo ha detto non dal suo attuale ufficio. Ma per strada. Nella migliore tradizione del populismo soft italiano: quello del predellino di Silvio Berlusconi.