1 – PECHINO IRRITATA CON ROMA "CI AVETE VOLTATO LE SPALLE"
xi jinping conte
Francesca Sforza per “la Stampa”
E da sanitaria, la questione si fa politica. Il modo con cui l' Italia ha deciso di affrontare l' emergenza legata al coronavirus, bloccando in modo drastico i voli in entrata e in uscita dalla Cina, non è piaciuto a Pechino. Che ieri, per bocca della portavoce del ministero degli Esteri cinese Hua Chunying ha rivolto al nostro Paese un invito alla calma: «Auspichiamo che l' Italia abbia un giudizio obiettivo, giusto, calmo e razionale dell' epidemia e comprenda e sostenga gli sforzi del governo cinese per contenere e controllare».
HUA CHUNYING 1
Dietro i toni pacati, l' irritazione è palpabile: fonti qualificate fanno capire che la Cina non si aspettava una reazione così severa dall' unico Paese europeo con cui ha instaurato una partnership privilegiata siglando il memorandum sulla Via della Seta soltanto pochi mesi fa. «Le misure in questione - ha detto ancora Hua Chunying - dovrebbero essere in linea con l' Organizzazione Mondiale della Sanità, non dovrebbero superare i livelli ragionevoli ed evitare di colpire i normali scambi di personale».
mattarella xi jinping
Un modo cortese, in sostanza, per dire che l' Italia ai loro occhi ha esagerato. Il primo a essersi reso conto che la situazione poteva farsi diplomaticamente scivolosa è stato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che un giorno dopo la decisione di sospendere il traffico aereo da e per la Cina ha rivolto un messaggio di solidarietà al presidente cinese Xi Jinping, in cui ribadiva la vicinanza dell' Italia e la sua disponibilità a offrire tutto l' aiuto possibile.
coronavirus 5
Ieri il testimone è stato raccolto dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte che ha lanciato diversi messaggi distensivi, in un clima sempre più minacciato dalla psicosi e in cui cresce il numero di chi soffia sul fuoco. Per prima cosa Conte ha ricordato ai governatori che volevano sospendere la frequenza a scuola di bambini arrivati dalla Cina «di fidarsi delle autorità scolastiche e sanitarie».
conte xi jinping
«Le esagerazioni ci fanno male», ha poi aggiunto, e contestualmente ha messo all' opera una task force con i ministri competenti per valutare l' impatto economico delle misure prese: «Non vogliamo che le nostre aziende soffrano e gli imprenditori che lavorano con la Cina possano avere un danno». Il danno però c' è, e le diverse organizzazioni di settore hanno già cominciato a fare i conti: ieri l' Istituto Demoskopika ha fatto sapere che, nel solo settore turistico, l' effetto dei mancati arrivi porterà a una contrazione della spesa di 4,5 miliardi di euro, pari a circa il 5% del prodotto interno lordo settoriale italiano.
l'esercito arriva a wuhan
Cali importanti si registrano anche nel mercato del lusso, nella moda e nell' export, anche se è ancora presto per valutare l' impatto complessivo. Di fronte alla richiesta, proveniente dalla Lega, di sospendere il Trattato di Schengen per evitare che il contagio possa scavalcare il blocco dei cieli italiani e passare la frontiera attraverso i confini europei, il premier Conte è stato molto chiaro: «Non ci sono le condizioni per questo».
PUTIN E XI JINPING
Se l' irritazione cinese è filtrata da toni apparentemente soft, quella di Taiwan è stata più esplicita, con la convocazione del nostro rappresentante a Taipei per chiedere senza mezzi termini la revoca del bando sui voli: «Il governo italiano ha preso una decisione sbagliata sulla base di un' altrettanto sbagliata identificazione tra Taiwan e Cina», ha detto il ministro degli Esteri di Taipei, Joseph Wu.
GIUSEPPE CONTE XI JINPING BY OSHO
Una volta che l' emergenza sarà alle spalle, è facile immaginare che Pechino non dimenticherà chi ha mostrato maggiore comprensione nei confronti del caso, e tra questi c' è sicuramente il presidente della Federazione Russa Vladimir Putin, che ieri ha fatto sapere di non aver alcuna intenzione di rinunciare alla sua visita di Stato in Cina. Il viaggio in realtà è previsto fra qualche mese, ma ieri - nelle stesse ore in cui Pechino accusava gli Stati Uniti di aver diffuso il panico «con reazioni fuori misura» - il Cremlino ci ha tenuto a ricordare che non mancherà all' appuntamento.
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2 – L'IMBARAZZO DI ROMA CHE DECIDE DI ASPETTARE CONTE: «NON C'È MOTIVO PER ULTERIORE CAUTELA»
Lorenzo Salvia per il “Corriere della Sera”
Almeno per il momento l' Italia non segue la strada imboccata da Francia, Germania e Regno Unito che hanno invitato i loro cittadini a rientrare dalla Cina per ridurre i rischi legati al coronavirus. «Ci siamo già attrezzati per fare rientrare i nostri cittadini dalla Cina» dice da Bruxelles il presidente del consiglio Giuseppe Conte, riferendosi però ai 56 italiani che lunedì scorso sono stati fatti rientrare da Wuhan, la città epicentro del virus. «Ci manteniamo flessibili - aggiunge il premier - ma al momento le misure di cautela adottate rimangono assai elevate e non c' è motivo di adottarne di ulteriori».
coronavirus cina
La questione è stata valutata dall' Unità di crisi della Farnesina, che ha la competenza per diffondere un avviso come quello dei tre Paesi europei, dalla Protezione civile e dal governo nel suo complesso. Al momento si è deciso di aspettare, pur monitorando la situazione giorno per giorno.
xi jinping conte
Ma, al di là delle dichiarazioni pubbliche, nel governo c' è un certo imbarazzo. L' Italia è stato il primo Paese, anche se non l' unico, a bloccare i voli da e per la Cina. Suggerire ai nostri connazionali di rientrare in Italia dopo aver fermato gli aerei che collegano i due Paesi sarebbe quanto meno contradditorio. Non solo.
PUTIN E XI JINPING
Chiedere aiuto per il rimpatrio dei nostri connazionali ad altri Paesi europei, che non hanno bloccato i voli, non è semplice nemmeno per chi è abituato a negoziare ogni giorno. Per questo, oltre all' imbarazzo, negli ambienti della Farnesina c' è anche una certa irritazione nei confronti del ministro della Salute Roberto Speranza che più di tutti gli altri ha spinto per lo stop ai voli, con un' accelerazione non seguita da altri Paesi europei.
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E che forse è stata dettata più dalla voglia di dare un segnale di attivismo che non da una reale necessità. Soprattutto per questo il governo italiano non ha seguito l' esempio di Francia, Germania e Regno Unito. E difficilmente lo farà fino a quando non verrà rimosso lo stop ai voli. Anche se è vero che, facendo scalo in Paesi con regole meno severe, rientrare in Italia dalla Cina e viceversa non è così difficile.
In realtà un primo ammorbidimento della stretta sui voli c' è già stato. Lo stop ai voli è stato deciso il 30 gennaio. Ma già il 3 febbraio, senza troppa enfasi, dal blocco sono stati tirati fuori i voli cargo. E questo non solo perché l' import di merci dalla Cina, al di là della psicosi, non c' entra nulla con la diffusione del virus.
coronavirus città proibita
Ma soprattutto perché a risentirne sarebbe il nostro export verso la Cina, che vale 13 miliardi di euro l' anno. Non proprio spiccioli.
il presidente cinese xi jinping, il ministro degli esteri wang yi, il vicepremier di maio e il premier conte
Al momento il blocco dei voli passeggeri ha una durata di tre mesi. Che possono essere prolungati ma anche accorciati, nel caso in cui non ce ne siano più i motivi. La questione viene monitorata costantemente da Palazzo Chigi, insieme ai ministeri degli Esteri, dell' Economia e della Salute, e alla Protezione civile.
Resta il fatto che l' Italia è uno dei Paesi che ha adottato le misure più rigide per contrastare la diffusione del virus.
HUA CHUNYING medici - coronavirus
Ieri sono stati arruolati anche i termoscanner, i dispositivi per misurare la temperatura corporea dei passeggeri in arrivo, cominciando con 440 volontari della Croce rossa negli aeroporti di Fiumicino e Malpensa. Ma progressivamente la misura sarà estesa anche agli altri scali.
Se l' invito a rientrare dalla Cina non c' è e per il momento non può esserci, resta la raccomandazione di «evitare tutti i viaggi nella provincia dell' Hubei», quella della città di Wuhan, da dove è partito il contagio. E il generico consiglio di «posticipare i viaggi non necessari in Cina». In attesa di aggiornamenti.
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